Alloggi per studenti: costruire e riqualificare per combattere il caro affitti

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È di poche ore fa la notizia che il governo ha deciso di ritirare l’emendamento che sbloccava i 660 milioni per gli alloggi degli studenti. Gli stessi contenuti verranno spostati nel decreto-legge n. 51/2023 su enti pubblici e solidarietà sociale. Mentre le opposizioni criticano quello che definiscono un dietrofront, il MUR giustifica la scelta con una maggiore attinenza materiale tra la proposta e il decreto.

Ma cos’era successo prima? Da oltre una settimana, in diverse città italiane, gli studenti manifestano contro il caro affitti e chiedono al governo soluzioni abitative a prezzi più sostenibili. 
Gli studenti fuorisede in Italia sono più di 700mila, ovvero circa un terzo del totale. I posti letto negli studentati sono 47mila e soddisfano solo il 5% degli studenti (contro la media europea del 18%, stando ai dati Eurostat).

Questa domanda insoddisfatta fa crescere l’interesse nel business degli alloggi per fuorisede, che occupa una fetta importante degli investimenti nel comparto residenziale. E qui si crea un cortocircuito: quello degli alloggi per studenti non dovrebbe essere un business, ma uno dei presupposti per garantire il diritto allo studio.

Le risorse del PNRR per gli alloggi universitari

Il tema del caro affitti e della scarsità degli alloggi universitari era già stato affrontato dai precedenti governi in fase di definizione del PNRR. Il Piano, infatti, destina 960 milioni di euro per la creazione di 60mila nuovi posti letto entro il 30 giugno 2026.

Una prima parte dei fondi – circa 300 milioni – è servita a creare circa 8mila nuovi posti letto. Come si legge su Il Sole 24 Ore,  2.173 di questi posti letto sono stati realizzati da enti per il Diritto allo Studio Universitario e Università, e sono stati direttamente assegnati agli studenti tramite graduatorie regionali. Gli altri 5.840 posti letto sono stati realizzati da altri soggetti che perseguono per finalità sociale l’ospitalità studentesca (Collegi di merito e fondazioni).

E le risorse restanti? In una nota ufficiale, il Governo annuncia l’arrivo di un emendamento sull’housing universitario per avviare le misure previste dal PNRR: 660 milioni di euro da destinare ad alloggi universitari che porterebbero alla creazione di altri 52.500 posti letto.

La Missione 4 del PNRR ha nel frattempo riformato la normativa sugli alloggi universitari. La percentuale di cofinanziamento statale è passata dal 50 al 75% dell’importo dell’intervento, vengono applicate le regole del regime fiscale agevolato riservato all’edilizia sociale e si aprono i finanziamenti agli investitori privati. I privati, inoltre, riceverebbero un contributo a fondo perduto per la copertura dei costi di gestione per i primi tre anni e che hanno la possibilità di affittare le stanze nei periodi in cui restano inabitate (ad esempio durante le vacanze estive, per fini turistici).

Proprio pochi giorni fa, il Ministero dell’Università e della Ricerca ha pubblicato l’avviso per l’acquisizione di manifestazioni di interesse per la messa a di posizione di immobili da convertire a studentati. Potranno presentare domanda, entro l’11 luglio 2023, soggetti pubblici e privati i cui immobili rispettino determinate condizioni: 

  • consistere in un fabbricato cielo-terra o porzione di fabbricato o unità immobiliare, con destinazione urbanistica coerente con le finalità dell’intervento o con possibilità di cambio di destinazione d’uso in tempi brevi;
  • essere situati all’interno o in prossimità del territorio di comuni che ospitano sedi universitarie;
  • permettere la realizzazione di alloggi o residenze universitarie per studenti con almeno 20 posti letto.

Al momento non sono state fissate delle quote per assegnare i posti letto in base a criteri di merito o di reddito, né sono stati previsti dei limiti per i canoni d’affitto

Il punto di vista e le richieste degli studenti contro l’emergenza abitativa

Secondo le associazioni e i rappresentanti degli studenti che in questi giorni stanno manifestando in tutta Italia contro il caro affitti, le misure prese dal governo sono assolutamente inadeguate.

«Permangono esattamente tutte le criticità che avevamo denunciato: i fondi andranno esclusivamente a soggetti privati, i quali dovranno garantire soltanto uno sconto del 15% rispetto al canone di mercato. Il diritto allo studio passa così in secondo piano», spiega Simone Agutoli, responsabile della questione abitativa per l’UDU (Unione degli Universitari).

Il rischio è che le risorse del PNRR vengano utilizzate per finanziare studentati di lusso e che, più di rappresentare un’investimento a favore di chi studia, si trasformino in un’opportunità di business per i privati.

Tra le richieste avanzate dagli studenti: 

  • il censimento degli edifici sfitti, sia pubblici che privati;
  • l’istituzione di un fondo permanente per gli studentati pubblici di almeno 40 milioni di euro che serva a riqualificare gli edifici sfitti;
  • un maggiore investimento sul canone concordato studentesco;
  • la creazione di un tavolo permanente di confronto tra le organizzazioni studentesche, il Ministero dei Traporti e delle Infrastrutture, il Mur e la Conferenza delle Regioni e delle Province;
  • l’abolizione della legge 431 del 98 che ha consentito la liberalizzazione del mercato e ha permesso ai privati di speculare sugli affitti.

Fonti: Repubblica.it, Edilportale.it, Ediltecnico.it, Tgcom24.it
Credit foto: Viki Angelini

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