Più 1% e 736 mila nuove unità: la crescita del patrimonio immobiliare italiano

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Il patrimonio immobiliare dell’Italia continua a crescere. I dati elaborati dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare ci dicono che tra il 2021 e il 2022 sono state registrate 736 mila unità immobiliari in più; ad aumentare sono soprattutto le abitazioni.

L’Osservatorio del Mercato Immobiliare ha di recente pubblicato le “Statistiche Catastali” del 2022. Si tratta di una sintesi dell’entità e delle caratteristiche dei fabbricati censiti sul territorio italiano, ovvero circa 78 milioni di beni fra unità immobiliari urbane ed altre tipologie immobiliari che non producono reddito.

Il report fornisce informazioni sulla numerosità dello stock immobiliare, sulla sua consistenza (vani, superfici e volumi), sulle categorie e sulle rendite catastali.

Cosa dicono le statistiche catastali 2022

Lo stock immobiliare italiano nel 2022 è cresciuto dell’1%, registrando oltre 736 mila unità in più rispetto al 2021. Consiste di quasi 78 milioni di immobili o loro porzioni.

La maggior parte delle unità immobiliari è censita nel gruppo A (circa il 54%) e nel gruppo C (il 43%), dove sono compresi, oltre agli immobili commerciali (negozi, magazzini e laboratori) anche le pertinenze delle abitazioni (soffitte, cantine, box e posti auto). A questi due gruppi corrispondono anche i due terzi della rendita catastale.

La pertinenza appartiene per l’88% a persone fisiche e per circa l’11% a persone giuridiche, mentre una quota residua (lo 0,2%) è rappresentata da proprietà comuni.

La rendita catastale complessiva attribuita allo stock immobiliare italiano ammonta, nel 2022, a oltre 38 miliardi di euro. È in crescita dello 0,6% rispetto all’anno precedente e quasi il 61% è relativo a immobili di proprietà delle persone fisiche.

Le abitazioni

Riguardo alle abitazioni, l’Osservatorio ha rilevato 35,5 milioni di unità in totale, 126 mila in più rispetto al 2021. Il 90% è rappresentato da abitazioni civili (A/2), economiche (A/3) e popolari (A/4).

Sono in crescita le abitazioni appartenenti alle categorie A/2, A/3 (abitazioni civili e di tipo economico), A/7 (villini), e A/11 (abitazioni e alloggi tipici dei luoghi). Sono invece diminuite le abitazioni signorili (A/1), le abitazioni popolari (A/4), le ville (A/8), i castelli e i palazzi di pregio (A/9), le abitazioni di tipo ultrapopolare (A/5) e rurale (A/6).

In media, la rendita di un’abitazione è di 491 euro. I punti più alti sono registrati dalle abitazioni signorili (3.00 euro) e dalle abitazioni di grande pregio appartenenti a persone non fisiche, che raggiungono anche rendite di 6.500 euro. I punti più bassi sono quelli delle rendite delle abitazioni popolari e ultrapopolari, che ammontano anche a meno di 100 euro.

Lo stock residenziale è distribuito diversamente lungo lo stivale. Le concentrazioni maggiori sono quelle delle grandi città: Milano, Torino, Roma e Napoli. A Milano, Roma e Napoli si trovano anche le abitazioni con minore superficie per abitante (inferiore ai 60 mq).

Gli immobili commerciali e industriali

Tra le statistiche catastali del 2022 troviamo anche i dati che riguardano gli immobili dei gruppi C (destinazione commerciale e varia)

Si tratta di quasi 29 milioni di unità, detenute per quasi il 90% dalle persone fisiche. La maggior parte (il 62%) di questi immobili è rappresentata dalle unità in categoria C/6, prevalentemente box e posti auto, e dalle unità in categoria C/2 (28,2%), prevalentemente cantine e soffitte. I negozi (C/1) rappresentano quasi il 7% del totale. Rispetto al 2021 lo stock relativo a questo gruppo è aumentato dell’1,5%.

Cosa si legge nel progressivo aumento del patrimonio immobiliare italiano

L’aumento dell’1% registrato tra il 2021 e il 2022 è il più significativo degli ultimi anni, che hanno sempre segnato una crescita costante: tra il 2017 e il 2021, infatti, il patrimonio immobiliare è aumentato, in media, dello 0,68%. 

Se, da un lato, questo dato è un segnale positivo per il settore delle costruzioni e per quello immobiliare, non bisogna dimenticare che la crescita dello stock abitativo si accompagna spesso al consumo di suolo che, nel nostro paese, aumenta al preoccupante ritmo di circa 19 ettari al giorno.

Fonti: Agenziaentrate.gov, Edilportale.com

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