Il crollo del Ponte Morandi è ancora una faccenda aperta. Oltre le 43 vittime, i 9 feriti, le centinaia di sfollati e le numerose imprese in ginocchio si è ancora in attesa di una definizione.
È di poche ore fa la notizia, riportata da Il Secolo XIX e da molte altre importanti testate, della decisione, presa dal commissario Giovanni Toti e dalle istituzioni liguri, di demolire il troncone est del viadotto Polcevera entro un mese.
“Abbiamo incontrato Società Autostrade che ci ha illustrato osservazioni preliminari del piano demolizione Ponte Morandi. Non abbiamo parlato di ricostruzione. Il piano è preliminare perché serviranno altri accessi nell’area posta sotto sequestro dalla Procura“.
Queste le parole con le quali Toti ha aperto la conferenza stampa dopo l’incontro tra istituzioni e Autostrade.
In base alle perizie tecniche fornite, dunque, solo il troncone est verrà demolito, quello ovest invece verrà smontato pezzo per pezzo.
Per quanto riguarda la ricostruzione, invece, per ora solo supposizioni: obiettivo della struttura commissariale è quello di riuscire ad ottenere un provvedimento di legge che le permetta di avere capacità decisionali sia sulla demolizione che sulla ricostruzione.
“Se unifichiamo demolizione e ricostruzione in una sola struttura saremo più veloci – ha proseguito ancora Toti – Mi auguro che il governo ascolti la mia richiesta. Il piano che proporremo potrebbe comunque essere soggetto a modifiche da parte di Procura piuttosto che ministero dei Trasporti“.
L’idea del nuovo ponte Morandi, donata alla città da Renzo Piano, ha avuto l’effetto di avvicinare le parti coinvolte dalla ricostruzione del viadotto. Perfino Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, presto incontrerà l’architetto genovese.
Il Progetto di Piano: il crollo del ponte Morandi al centro del messaggio del nuovo viadotto.
L’idea progettuale è quella di un ponte senza stralli né tiranti, una struttura leggera simbolica ed elegante. Una striscia di asfalto sorretta da pilastri, che ricordano vagamente la prua di una nave, che andrà a sostituire il vecchio ponte.
Il progetto, presentato con un plastico donato alla Regione Liguria, è un abbozzo dello stesso Renzo Piano, che fin dai primi giorni dopo la tragedia, si era mostrato desideroso di collaborare alla ricostruzione.
“La creatività di un architetto è una cosa da condividere” aveva dichiarato in un’intervista di qualche giorno fa. E il suo dono a Genova è l’atto pratico di questo modo di vedere l’architettura.
Il nuovo ponte sarà un inno alla memoria: 43 lampioni, una per ogni vittima, illumineranno il nuovo viadotto con un fascio di luce. Questi 43 steli proietteranno una luce a forma di vela per ricordare coloro che hanno perso la vita il 14 agosto 2018.
Il progetto, descritto nei dettagli, verrà diffuso nelle prossime settimane.
Pierangelo Pistoletti: basta calcestruzzo il futuro è l’acciaio
Completamente diversa era invece la proposta avanzata dall’Ingegnere Pierangelo Pistoletti, uno dei massimi progettisti di ponti in acciaio, contattato da Autostrade per l’Italia.
La sua visione era quella di un ponte più vicino nella forma e nella struttura a quello crollato: un viadotto realizzato in acciaio che richiamasse però le soluzioni estetiche e formali di quello precedente.
Niente calcestruzzo per l’ingegnere pisano, se non forse nelle solette. Il nuovo ponte avrebbe potuto ricordare quello di Morandi con tramite una parte strallata, nello stesso punto dove era strallato il Viadotto Polcevera, alla quale sarebbe seguita una parte più continua verso Ponente.
Edoardo Cosenza: non serve demolire basta ripristinare
Di diverso avviso invece l’Ingegnere Edoardo Cosenza che riteneva non necessario realizzare un nuovo ponte a Genova.
La sua opinione infatti era quella che nonostante il degrado della rimanente parte del Ponte Morandi fosse evidente, l’iconica struttura di Genova poteva essere recuperata.
La sua proposta era quella di un Ponte della Memoria che conservasse il ricordo del ponte realizzato da Riccardo Morandi e che contemplasse, per il tratto di ponte crollato, la ricostruzione secondo le tecniche ingegneristiche più moderne.
Secondo Cosenza la struttura progettata da Riccardo Morandi poteva essere rinforzata. Sul suo profilo Facebook ha scritto:
- Che gli elementi subverticali della struttura potevano essere trattate e ripristinate con malte e materiali fibrorinforzati per aumentare il confinamento. Più resistente e più durevole.
- Gli stralli danneggiati potevano semplicemente essere sostituiti.
- Le travate e le solette sono degli interventi standard e se fosse stato necessario irrigidirle per problemi dinamici col ponte non in esercizio non sarebbe stato difficile.
Secondo l’ingenere Cosenza l’abbattimento è un modo per sprecare altro denaro. Mentre le attività di ricostruzioni (fantasiose o no) devono seguire le tecniche più moderne.
Insomma di sicuro ormai c’è solo il crollo del ponte Morandi, l’abbattimento di un troncone e lo smantellamento dell’altro. Per tutto il resto c’è ancora da aspettare anche se sembra chiaro che Regione e Comune abbiano già scelto, investendo di fatto Renzo Piano del ruolo di consulente delle amministrazioni locali per la realizzazione del nuovo ponte, come confermato ieri sera in conferenza stampa.
Credit Foto: Marco E. Pelizza – Maurizio Boi –