Dall’Ance due proposte per salvare l’edilizia con la riforma fiscale

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Un’imposta unica patrimoniale e la diminuzione della pressione fiscale sul possesso degli immobili: ecco le due proposte che arrivano dall’Ance per il rilancio del settore delle costruzioni.

Giuliano Campana, presidente dell’Associazione nazionale costruttori edili, in audizione alla Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, ha dato parere positivo sulle detrazioni per ristrutturazioni e la riqualificazione energetica, ma ha lamentato l’aumento del gettito fiscale derivante dalla tassazione di possesso degli immobili.

Si è, infatti, passati da 9,8 miliardi di euro di gettito nel 2011, quando esisteva l’imposta comunale sugli immobili (ICI), a 24,5 miliardi di euro nel 2015 con l’imposta municipale unica (IMU) e la tassa sui servizi indivisibili (TASI), secondo quanto pubblica edilportale.com.

L’idea dell’Ance è quella di una riforma complessiva della fiscalità locale, che superi le attuali distorsioni e le incertezze applicative.

La riforma dovrebbe prevedere una imposta unica patrimoniale che sia stabile nel tempo e prima ancora un intervento urgente sulla disciplina IMU – TASI che preveda l’esenzione per le aree edificabili e i fabbricati costruiti o ristrutturati per la vendita.

Tra le altre proposte: la proroga fino al dicembre 2019 della detassazione del 50% dell’IVA per l’acquisto di abitazioni nuove o riqualificate (in classe A o B); l’eliminazione della disparità tra acquisto dalle imprese e acquisto da privati; l’introduzione di una misura fissa per la tassazione di registro e di ipo-catastali pari a 200 euro; l’eliminazione dei vincoli dell’attuale regime fiscale, con l’introduzione di un regime fiscale premiale a misura fissa; una riforma del catasto, che corregga le sperequazioni delle attuali rendite, senza incidere ulteriormente sul carico fiscale e garantendo l’invarianza del gettito.

 

Foto credit: Agostino Zamboni 

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