Una nuova fase per il mercato delle costruzioni: le previsioni del Cresme

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Riqualificazione edilizia in frenata, cassetti fiscali pieni, mercato immobiliare al rilento, opere pubbliche in espansione. L’ultimo rapporto Cresme fa luce sui trend del mercato delle costruzioni.

Quattro tendenze nazionali, inserite e influenzate da un contesto globale in rapida evoluzione. Il XXXIV Rapporto Congiunturale elaborato dal Cresme, che verrà presentato il prossimo 27 giugno, analizza l’insieme dei trend che interessano il mercato delle costruzioni.

La prima tendenza che salta all’occhio è la frenata del mercato della riqualificazione edilizia. Dopo un primo trimestre ancora positivo, gli interventi sul patrimonio esistente mostrano i primi segnali di arresto. Sentiamo già gli effetti nel 2023, ma lo avvertiremo con maggiore intensità nel 2024.

A questo trend si collega il nodo dei crediti derivanti dai bonus edilizi. Gli ingenti importi ancora bloccati nei cassetti fiscali hanno provocato una contraddizione di fondo. I fatturati delle imprese risultano fortemente in crescita nel 2022, ma è una crescita che viene registrata soltanto su carta, perché le stesse imprese si ritrovano ad affrontare enormi problemi di liquidità.
Una situazione pericolosa che rischia di provocare un aumento dei fallimenti, soprattutto nell’anno a venire, e una crescita del contenzioso tra imprese e utenti finali, con ripercussioni negative su tutta la filiera delle costruzioni.

Anche il mercato immobiliare mostra segni di rallentamento. La crescita dell’inflazione e dei tassi di interesse frena la domanda, soprattutto quella legata all’edilizia residenziale che soffre l’aumento dei costi dei mutui. 
Il mercato immobiliare è scosso anche dalla questione degli affitti: l’offerta di case in affitto sembra diminuire e gli aumenti dei canoni sono fuori controllo in molte città italiane.

In controtendenza rispetto a questi due movimenti del mercato c’è l’eccezionale fase espansiva delle opere pubbliche, ma anche qui l’Italia gioca una partita complessa. Il settore delle opere pubbliche è in forte accelerazione, ma le risorse stanziate (e qui è impossibile non menzionare il PNRR) mettono a dura prova la capacità progettuale e soprattutto realizzativa del nostro Paese

Siamo davanti a una grande occasione di crescita e di modernizzazione che, se mal gestita, avrebbe un impatto molto negativo sulla fiducia e sui conti del Paese.

Sostenibilità e innovazione cambieranno il mercato delle costruzioni 

Il cambiamento climatico e le sue conseguenze hanno importanti ripercussioni sul settore delle costruzioni. Lo abbiamo visto con i catastrofici eventi che hanno colpito diverse regioni italiane. Solo per citarne alcuni: l’alluvione nelle Marche (settembre 2022,) la frana che ha colpito Ischia (novembre 2022), l’alluvione in Emilia Romagna (maggio 2023).
L’edilizia è chiamata a ripensare il proprio modo di progettare, di costruire e ricostruire per far fronte a questi eventi e prevenirne le conseguenze nel miglior modo possibile. 

Un’altra sfida che l’edilizia dovrà affrontare è quella della digitalizzazione
Come riporta anche Edilportale.it, la transizione digitale nel settore è in grave ritardo. L’edilizia soffre di un basso livello di internazionalizzazione, di una cultura del management ancora poco diffusa, di un ricambio generale difficoltoso. Siamo di fronte a un tema che non può più essere rimandato: con la transizione digitale in edilizia aumenterebbe la produttività, si ridurrebbero gli sprechi e i processi diventerebbero più sostenibili ed efficienti.

Il rapporto del Cresme si chiude delineando lo scenario più auspicabile: “Interoperabilità, trasparenza, filiere collaborative, trasferimento di tecnologie, riduzione del costo dell’errore si tradurranno in un aumento di produttività; la capacità di misurare i propri modelli di offerta, i processi produttivi e i propri prodotti sul piano della sostenibilità ambientale ed economico-sociale si trasformerà in uno standard di mercato sempre più ampio”. 

Abbiamo davanti un periodo di grandi cambiamenti e trasformazioni. Per affrontarlo al meglio, occorre proiettarsi sia nel breve che nel lungo termine: bisognerà pensare a cosa accadrà nei prossimi due-tre anni ma, soprattutto, a cosa accadrà nei prossimi dieci.

Fonti: Cresme.it, Edilportale.it

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