Equo compenso: via libera dalla Camera, tocca al Senato

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Ddl equo compenso: le novità per i liberi professionisti

Il nuovo disegno di legge, nato dalle proposte di Fratelli d’Italia e Lega, stabilisce le specifiche che un compenso deve avere per essere ritenuto equo

253 voti a favore e nessun contrario: è così che Montecitorio ha approvato all’unanimità il ddl sull’equo compenso per regolarizzare la posizione dei liberi professionisti. Tra le proposte nella bozza, anche l’introduzione di sanzioni per i lavoratori che accettano paghe inferiori o sottodimensionate rispetto alle reali prestazioni rese.

L’equo compenso prevede, infatti, che la retribuzione dovuta al libero professionista sia proporzionata alla qualità e alla quantità del lavoro svolto. Lo specifico onorario viene calcolato anche tenendo conto del contenuto e delle caratteristiche della prestazione occasionale.

Il testo attende ora il vaglio al Senato, che ha ufficialmente aperto il dibattito l’1 febbraio 2023. Se approvata, la legge sull’equo compenso sarebbe uno strumento utile per tutelare i liberi professionisti del nostro Paese, che rappresentano il 28,5% del lavoro indipendente.

I termini del disegno di legge

Secondo l’iter previsto dalla bozza, un compenso equo deve rispettare i decreti emanati ogni due anni dai Ministeri competenti, su proposta degli ordini professionali. È poi compito del tribunale ordinario stabilire i casi in cui il corrispettivo non risulta in linea con la normativa.

Le regole del ddl sono valide per il compenso dei professionisti che svolgono attività di prestazione di opera intellettuale e che trovano fondamento in convenzioni. L’onorario dei lavoratori è fissato dai decreti ministeriali e tutti gli accordi e i patti che prevedono una retribuzione sproporzionata sono da considerare nulli.

La bozza non reputa validi quei contratti che:

  • vietano al professionista di pretendere acconti nel corso della prestazione;
  • impongono al lavoratore l’anticipazione delle spese;
  • attribuiscono al committente o al cliente vantaggi non adeguati rispetto alle caratteristiche del servizio svolto.
Equo compenso: quanti sono i liberi professionisti in Italia - Infografica 2022
Credit foto: Confcommercio

La grande novità del testo riguarda l’introduzione della sanzione per il lavoratore, che scatta qualora il professionista accetti di ricevere un compenso non equo. In questo caso saranno direttamente gli ordini e i collegi professionali a stabilire adeguate norme deontologiche.

A dover riconoscere la retribuzione proporzionata sono i cosiddetti contraenti forti, ovvero Pubbliche Amministrazioni, banche, compagnie di assicurazione e imprese che contano più di cinquanta dipendenti e un fatturato superiore ai 10 milioni di euro. Le aziende possono decidere di adottare dei modelli standard di convenzioni, da concordare con gli ordini e i collegi professionali.

Il disegno di legge prevede inoltre l’istituzione di un organo apposito, l’Osservatorio Nazionale sull’Equo Compenso, incaricato di vigilare sul rispetto della norma. La commissione sarà formata dai rappresentanti dei vari consigli nazionali degli ordini professionali.

Cosa dicono i professionisti

Prima firmataria del provvedimento sull’equo compenso è il Premier Giorgia Meloni, che già prima del suo mandato aveva tentato di avviare il ddl Meloni-Morrone-Mandelli sul tema delle retribuzioni.

In attesa del giudizio di Palazzo Madama, il mondo delle professioni si divide già in favorevoli e contrari. Per Angelo Domenico Perrini, Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI), “il ddl sull’equo compenso restituisce dignità al professionista. Ma soprattutto ne valorizza il ruolo economico, sociale ed istituzionale.

È dello stesso avviso anche il Presidente di Inarcassa, Franco Fietta, che ad Ansa ha dichiarato: “Per gli architetti e ingegneri liberi professionisti, questa legge significa finalmente poter invertire una rotta che stava diventando pericolosa. Ci riferiamo a quelle tipologie di bandi di gara indetti dalle Pubbliche Amministrazioni per affidamenti di incarichi professionali a titolo gratuito che hanno il solo effetto di piegare il mercato della progettazione, impoverirlo sotto il profilo della qualità con il rischio di compromettere la sicurezza delle opere e, di conseguenza, l’incolumità dei cittadini”.

ASSO, l’associazione di categoria di ingegneri e architetti, definisce invece il ddl sull’equo compenso “una trappola per professionisti, dannosa e sbagliata” perché, tra gli altri, introduce una discriminazione tra chi è iscritto a un ordine e chi non lo è.

Secondo quanto riportato sul Fatto Quotidiano, infatti, la legge sull’equo compenso rischia di escludere i 3,5 milioni di lavoratori autonomi non iscritti agli ordini professionali e penalizza i professionisti che per necessità accettano una parcella inferiore a quella che sarebbe ritenuta equa.

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