Fondi europei: la proposta dell’Ance per un miglior utilizzo

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L’utilizzo efficace dei fondi europei 2014 – 2020 rappresenta una sfida fondamentale per la ripresa economica del Paese e per il rilancio del settore delle costruzioni.
A sostenerlo, l’Ance nel corso del seminario sulla programmazione dei fondi strutturali europei tenutosi a Roma mercoledì 2 marzo 2016.

Il seminario ha messo in evidenza l’importanza acquisita dai fondi comunitari per l’apertura di uno spiraglio per l’edilizia, soprattutto sul fronte dei lavori pubblici. Un’importanza dimostrata dal fatto che già nel 2015 si è assistito ad un incremento dei bandi di gara proprio per l’accelerazione della spesa dei fondi in programmazione 2007 – 2013 in chiusura.
Per molte istituzioni nazionali e locali, infatti, i fondi europei rappresentano quasi l’unica fonte di finanziamento certa, grazie alla quale poter strutturare le politiche di sviluppo e di investimento.

Secondo quanto stima l’associazione, circa il 40% delle risorse destinante ogni anno ad opere pubbliche deriva dai fondi per la politica di coesione territoriale.
Si tratta di fondi che hanno un carattere trasversale, la cui valenza non si esaurisce alla sola componente infrastrutturale, ma si estende anche a misure dirette all’impresa.

Proprio per tali ragioni l’Ance suggerisce un cambio di rotta: anziché partire, come fino ad ora è stato fatto, dai fondi disponibili, attendendo passivamente i bandi, partire dai progetti che corrispondono alle esigenze e ai bisogni delle città e dei territori.
L’idea è quella, quindi, di superare il mero inserimento di interventi nell’elenco di opere da finanziare con fondi già preassegnati ai vari territori, ma mettere prima di tutto le esigenze e i progetti.

Il suggerimento dell’associazione, inoltre, è quello di costruire partenariati istituzionali e promuovere il dialogo tra i diversi attori.
“E’ bene mettere insieme gli interessi – ha sostenuto il presidente dell’Ance Claudio De Albertis, secondo quanto pubblica strategieamministrative.it – attraverso un confronto tra tutti i potenziali attori della progettazione territoriale e urbana, per definire una visione dello sviluppo a livello locale in grado di assicurare il coinvolgimento dei capitali privati. E le risorse pubbliche a disposizione vanno viste non più come mere opportunità di lavoro, ma come un elemento catalizzatore dei processi di sviluppo territoriale e di riqualificazione urbana”.

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