Il cappotto serve anche d’estate

6675

Nell’attuale panorama energetico – ambientale è stato ampiamente riconosciuto che il consumo energetico per la climatizzazione degli edifici è la causa principale del riscaldamento globale.
A tal riguardo l’Unione Europea è l’area geopolitica che ha finora proposto l’adozione delle misure più ambiziose per contrastare tali cambiamenti, introducendo il concetto di “efficienza energetica” degli edifici, rapportata a tutti i tipi di consumo energetico (per climatizzare, per produrre acqua calda sanitaria), e istituendo il nuovo parametro di “consumo energetico dell’edificio”, misurato in chilowattora per anno per metro quadrato di superficie utile [kWh/m2/anno].

Efficienza energetica e sistemi isolanti a cappotto

Realizzare case a basso consumo energetico con un buon isolamento termico significa costruire abitazioni con un fabbisogno di calore per il riscaldamento minore di 50 kWh/m² anno. La maggior parte degli edifici esistenti consuma mediamente da 120 kWh/m² per anno a 150 kWh/m² per anno.

Dal 2006 i sistemi isolanti a cappotto sono un elemento costruttivo determinante per la riduzione del consumo energetico degli edifici. Tale soluzione viene utilizzata come rivestimento all’esterno o all’interno di facciate nuove o in ristrutturazione allo scopo di ottimizzare la prestazione termica dell’edificio, migliorare di conseguenza le condizioni di comfort abitativo, ridurre i costi energetici ed economici per il riscaldamento ed il raffrescamento.

Isolamento termico per ogni stagione

Il problema dell’isolamento termico degli edifici viene da sempre visto quasi esclusivamente con riferimento alle dispersioni di calore ed alla necessità di mantenere una temperatura stabilita per la stagione invernale. Minore attenzione è data, invece, al problema opposto, cioè garantire anche un buon comportamento dell’edificio nella stagione estiva. Poiché, soprattutto alle nostre latitudini, il consumo energetico durante le stagioni estive è più elevato, sarebbe estremamente riduttivo concepire la necessità di isolare un edificio solo in funzione delle basse temperature invernali piuttosto che per quelle più alte dei mesi più caldi.
Un involucro per potersi definire efficiente deve, pertanto, essere in grado di proteggere gli ambienti interni tanto dal freddo quanto dal caldo.

Come si definisce un buon isolante?

I parametri che entrano in gioco per poter distinguere un buon isolante da un cattivo isolante sono pochi e di facile comprensione.

Relativamente al periodo invernale i parametri che definiscono le prestazioni di un materiale isolante sono principalmente la sua conducibilità termica l, ovvero la sua tendenza a farsi attraversare dal calore, e la trasmittanza U che definisce, ancora una volta, la capacità di un elemento costruttivo stratificato di farsi attraversare dal calore.

D’estate, però, le condizioni cambiano e i parametri che rendono performante un materiale piuttosto che un altro sono diversi, quali ad esempio lo sfasamento d e il fattore di attenuazione fa. Lo sfasamento rappresenta il ritardo di tempo che intercorre tra l’impatto dell’onda termica sulla superficie esterna della parete perimetrale ed il suo arrivo, con intensità smorzata dal fattore di attenuazione, sulla sua faccia interna. Per cui le prestazioni di un involucro saranno tanto migliori quanto più elevati saranno tali due parametri.

Tuttavia il cappotto è un sistema di isolamento che, oltre ai pannelli, si compone di molteplici prodotti che devono essere qualitativamente eccellenti, come la malta adesiva per il fissaggio dei pannelli isolanti, le malte e le reti di armatura, gli intonaci e i rivestimenti, gli elementi per il fissaggio e i prodotti per la sigillatura dei giunti, ecc.

Schermata 2014-07-03 a 10.34.12La ricerca Tradimalt

Dal canto suo la Tradimalt spa da anni conduce una ricerca specialistica sui “sistemi a cappotto” più vantaggiosi per la nostra clientela. Una soluzione che tenga conto dei tanti aspetti determinanti e peculiari per le zone climatiche meridionali.

Nasce cosi Thermosys di Tradimalt: quattro soluzioni, ulteriormente personalizzabili, in grado di risolvere qualsiasi necessità di isolamento termico nel sud Italia.

Tale linea prevede la possibilità di scegliere fra quattro pannelli isolanti diversi. La scelta più frequente è quella dei pannelli in polistirolo espanso sinterizzato (sigla EPS, secondo la norma UNI EN 13163) stampata goffrata con tagli rompi tratta per isolamento termico a cappotto. La goffratura permette una migliore adesione tra il pannello ed il collante/rasante cementizio.

Una valida alternativa è rappresentata dai pannelli in sughero espanso tostato, prodotto naturale che ha subito un processo termico di cottura. Si tratta di un’ottima opzione per l’estate data la sua elevata inerzia termica che lo rende particolarmente efficace per lavorare ad alte temperature.

Le altre due soluzioni sono il pannello in lana di vetro che trattato con speciali leganti a base di resine termoindurenti o con altri componenti si mostra idrorepellente e il pannello Spaceloft a base d’Aerogel nanoporoso con elevatissime proprietà termiche che consentono di impiegare pannelli di spessori molto limitati recuperando spazio nelle applicazioni edilizie, commerciali e residenziali.

Il fissaggio dei pannelli

Per quanto concerne il collante/rasante, Tradimalt ha sviluppato un prodotto denominato “Thermoplus” impiegato per l’incollaggio e la rasatura, in interno e esterno, di pannelli termoisolanti, per sistemi di isolamento a cappotto.

Una volta trattate le superfici, asciutte e stagionate, onde eliminarne le eccessive asperità e verificatane la coesione e planarità, si potranno fissare i pannelli utilizzando la tecnica a cordolo perimetrali e punti. Stendendo con la cazzuola una striscia perimetrale larga 5 cm e disponendo tre punti di collante, delle dimensioni di un palmo di mano ed equidistanziati al centro del pannello.

L’applicazione come rasante, invece, andrà fatta in due strati nell’arco della stessa giornata lavorativa e rifinita a spugna. Il prodotto andrà applicato con spatola metallica direttamente sui pannelli termoisolanti con uno spessore massimo di 2÷3 mm per mano incorporando, sullo strato ancora fresco, la rete in fibra di vetro, resistente agli alcali, avendo cura di sormontare i giunti di almeno 10 cm ed evitando la formazione di bolle e/o piegature.

In definitiva i sistemi a cappotto Tradimalt rappresentano interventi che generano un’immediata ed effettiva riqualificazione economica dell’immobile, si ripagano rapidamente nel tempo e, pertanto, rispetto ad altri tipi di intervento tradizionali possono essere considerati veri e propri investimenti.
Senza dimenticare che la maggior parte della nostra vita si svolge al chiuso per cui l’ambiente interno è fondamentale per la nostra salute ed il nostro benessere.

CONDIVIDI

NESSUN COMMENTO

SCRIVI UNA RISPOSTA