Il gesso, il materiale che ha costruito la storia

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Rocce di gesso
Foto di Kateryna Mashkevych via Canva

Il gesso è un minerale di colore bianco o grigiastro, composto da solfato di calcio biidrato. In natura si trova sotto forma di cristalli o rocce sedimentarie, nei laghi salati o nei mari evaporati. Può avere però anche un’origine artificiale, quando la pietra da gesso viene lavorata con fuoco e acqua. 

Secondo una vecchia leggenda, infatti, a scoprire questo materiale fu un ortolano parigino nell’Ottocento: per cuocere il suo pasto sulla collina di Montmartre, aveva improvvisato un focolare con delle pietre del luogo. Una volta spento il fuoco con l’acqua si accorse che le pietre erano diventate un blocco unico: il gesso. Come vedremo tra poco, però, la scoperta di questo materiale sembra collocarsi ancora più indietro nel tempo.

Nei secoli il gesso trovò impiego in arte, medicina, agricoltura e, soprattutto, in edilizia. Dai primi utilizzi come elemento costruttivo, si è esteso poi a nuovi campi di applicazione fra cui quello delle materie plastiche, degli elementi prefabbricati per costruzione e dell’isolamento termo-acustico.

Le (possibili) origini

Il gesso è uno dei materiali da costruzione più antichi, insieme alla terra, all’argilla e alla calce. Si calcola che il suo primo utilizzo in edilizia risalga a oltre 5.000 anni fa, per mano degli Egizi. Infatti, nel tempo sono state trovate tracce di gesso crudo e cotto negli intonaci delle pareti delle tombe e in altri elementi decorativi.

Eppure, la maestria con cui gli Egizi utilizzavano il gesso fa supporre che questo materiale abbia un’origine ancora più remota. Le analisi sul materiale della piramide di Cheope dimostrano che la malta cementizia contiene l’83% di gesso. Questo dato sarebbe una prova della conoscenza e dell’uso del del materiale come prodotto perfezionato nel tempo e tecnicamente adoperato, quindi non più conosciuto solo nelle sue caratteristiche rudimentali.

Forse, in effetti, il gesso era noto persino agli uomini primitivi. A contatto con il fuoco, infatti, la pietra si trasforma in polvere. Se mischiata con acqua, la polvere diventa una pasta morbida e poi, solidificandosi, il gesso assume di nuovo la sua durezza originaria. Abitando in grotte scavate tra rocce gessose e avendo a disposizione sia il fuoco che l’acqua, possiamo immaginare che anche i nostri più antichi antenati conoscessero questo materiale.

La piramide di Cheope
Foto di kosmos111 via Canva

L’epoca romana

A diffondere l’uso del gesso, approfondendone la lavorazione e scoprendone i segreti, furono i Romani. Sin dal 300 a.C. impiegarono il gesso in edilizia, come malta affine alla calce, e anche per decorazioni ed elementi architettonici.

Questo tipo di utilizzo è documentato nelle opere di Giovene, Vitruvio e Plinio, ma anche dai resti di antichi monumenti ritrovati a Ercolano e Pompei, nella stessa Roma e in altri paesi dell’Impero. 

Plinio evidenziò le caratteristiche del gesso nell’Albarim Opus, che illustrava l’utilizzo romano della scagliola, un gesso fine che si prestava sia all’edilizia che alla scultura. Ancora grazie a quest’opera, sappiamo che Nerone edificò un tempio alla Dea Fortuna realizzato con pietra da gesso, dove dai muri traspariva la luce anche quando le aperture erano chiuse.

Fino ai nostri giorni

Dopo l’epoca romana la conoscenza della pietra da gesso è andata perduta. Solo dal 1200 si potranno trovare in Italia, soprattutto nell’area bolognese, i segni del suo impiego come materiale per stucco e da costruzione.

Solo per un periodo, quando il vetro non era ancora conosciuto, il gesso venne usato anche in forma di lastre trasparenti per la fabbricazione di finestre nei templi nelle abitazioni signorili. Tali lastre presero il nome di Seleniti, perché la luce che le attraversava ricordava quella della luna. Ancora oggi le finestre del cortile di Santo Stefano a Bologna sono testimonianza di questo impiego (anche se, più recentemente, sono state rinnovate con altra selenite perché quella originaria si era consumata).

In tempi più vicini a noi, il gesso in edilizia serve per la realizzazione di cartongessi, intonaci e stucchi, ma non solo. Con l’aumento delle applicazioni, le tecniche di trasformazione delle pietre si è via via affinata. Oggi è possibile trovare sul mercato una vasta gamma di gessi capaci di adattarsi alle svariate lavorazioni a cui sono destinati.

Grazie all’acqua contenuta nella sua struttura, è usato anche come materiale ignifugo per rivestire strutture in acciaio e cemento, così da aumentarne la sicurezza in caso di incendio. Inoltre, il si rivela anche un buon isolante termico e acustico, capace di migliorare il comfort degli edifici e ridurre la dispersione di calore e i rumori tra stanze.

A garantire ancora oggi il successo del gesso in edilizia sono la semplicità dei mezzi, l’economicità della mano d’opera e la grande versatilità di questo antico materiale, che riesce a soddisfare esigenze tecniche sempre crescenti.

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