La memoria del danno del sisma: il punto di partenza di una progettazione consapevole

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È partito da Palermo il tour in 11 tappe organizzato da INGENIO e sponsorizzato da Tradimalt. Un percorso formativo e di confronto che, proprio dai luoghi dei grandi terremoti italiani, coinvolgerà professionisti ed esperti per affrontare un tema così delicato e attuale, specialmente nel nostro Paese, come quello della prevenzione dei danni derivati dagli eventi sismici.

Nel corpo docente anche il nostro Francesco Grungo, ingegnere e responsabile del settore Ricerca e sviluppo di Tradimalt. Mentre Massimo Mariani, consigliere del Consiglio Nazionale degli Ingegneri e uno dei più grandi esperti in campo di consolidamento e restauro, terrà la key lection in ogni tappa.

L’idea di fondo di tutto il progetto è quella di innestare un approfondimento e un confronto di esperienze e idee che permetta, al termine del viaggio, di poter scrivere un racconto utile per tutti coloro che si occupano di questi temi.

Il terremoto del 1908, uno degli eventi più catastrofici del XX secolo, è stato al centro del dibattito del 10 aprile.

“Le immagini dei disfacimenti epocali prodotti dai terremoti del passato ci hanno insegnato che il comportamento di questi sismi è stato per tutti simile, indipendentemente dalla scala”. Come ha dichiarato lo stesso Mariani in un’intervista rilasciata a Stefania Alessandrini.

“Il confronto tra questi eventi distruttivi ha evidenziato che le murature sono state sempre disgregate, sono franate su se stesse invadendo tanto i propri sedimi originari, che gli àmbiti  esterni. I paesi distrutti non mostrano più le proprie caratteristiche urbanistiche, i loro tracciati viari originari: le macerie sono sparse ovunque, invadendo tutto”.

“Ciò evidenzia le necessità di approdare ad una lettura di questi fenomeni in maniera diversa da quella del passato, così da poter giungere, attraverso una maggiore conoscenza del comportamento dei sismi, alla progettazione del consolidamento strutturale degli edifici danneggiati o del loro rinforzo anche nei periodi di “quiete dinamica”.

Secondo le osservazioni di Mariani il terremoto infatti non è imprevedibilità assoluta, ma risponde a regole e principi di una geometria “non Euclidea”. 

L’obiettivo dev’essere comprendere i processi, le regole e gli eventuali algoritmi che permettano di individuare tutte le possibili sollecitazioni sulle strutture o confermino quelle attualmente applicate.

“Le strutture murarie, scosse dal sisma, subiscono processi caotico-dissapativi di carattere sempre deformativo-plastico. Ogni scuotimento e ogni impulso producono effetti irreversibili sulle strutture esistenti, estranei sempre o quasi all’elasticità”.

Ogni lieve movimento della terra genera sugli edifici alterazioni che rappresentano una sorta di “memoria del danno” subìto, un’ereditarietà per la quale ciò che avviene non dipende dall’espressione fisica del momento in cui si esplicita il fenomeno, ma da quella che esso ha assunto in istanti precedenti.

In questo ciclo di seminari si vorrà puntare l’attenzione sul concetto di “rigenerazione muraria”, cioè sulle tecniche d’intervento utili a ridare alle strutture una capacità inerziale efficace.

Come ha ben sottolineato Mariani: “Questi nostri appuntamenti serviranno per confrontarci e trasferirci esperienze, opinioni e soprattutto per suscitare dubbi perché, paradossalmente, proprio i dubbi sono sempre alla base del progresso della conoscenza.  Dobbiamo diffidare di chi possiede sempre certezze”.

Una riflessione sarà dedicata agli edifici monumentali, in particolare alle chiese che sono maggiormente vulnerabili perché contenitori vuoti, privi di pareti interne collaboranti, e generalmente alti con strutture portanti snelle.

Insomma argomenti “caldi” e importanti spunti di riflessione verranno toccati, molti gli ospiti che parteciperanno. Una serie di appuntamenti da non perdere, il calendario completo è disponibile sul sito di Euroconference.

Ci vediamo a Napoli il 19 aprile.

 

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