Lapideo

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Storia dei materiali – 
L’uso della pietra, dalla preistoria ad oggi.

Le pietre naturali sono una presenza costante nell’architettura. Il loro utilizzo nelle costruzioni ha caratterizzato opere di grande rilievo e importanza storica. Per secoli sono state utilizzate senza che vi fosse mai stata l’esigenza di dover documentare origini o proprietà. Negli ultimi anni, invece, in un’ottica di salvaguardia e rivalutazione dei beni storico-artistici e monumentali, l’interesse scientifico è aumentato, portando il materiale ad essere studiato in ambito tecnico.

L’uso della pietra risale all’età preistorica, quando si realizzavano strutture religiose come i Menhir, blocchi di pietre isolate piantante al suolo; e i dolmen, sistemi trilitici formati da un blocco di pietra orizzontale sostenuto da due verticali. Con la scoperta del ferro si cominciarono a costruire utensili che permisero di lavorare la pietra e quindi poterla modellare dando luogo a vere e proprie costruzioni murarie fatte da blocchi lavorati grossolanamente.

I greci cominciarono ad utilizzare il marmo pentelico estratto dalle cave del monte Pentelico, vicino ad Atene, che fu utilizzato per costruire gli edifici dell’Acropoli. Grazie infatti alle caratteristiche di levigatura e lavorabilità, il materiale raggiunse la sua perfezione nel Partenone. I Romani utilizzarono la pietra in diversi modi: prima esclusivamente come elemento strutturale e poi come materiale da rivestimento, dove si cominciarono ad impiegare pietre pregiate insieme ai raffinatissimi marmi.

Tra i materiali lapidei più frequentemente utilizzati dai romani nella costruzione degli edifici, vi fu il travertino, pietra estratta dalle cave di Tivoli. 
Il Colosseo, gli archi trionfali e le colonne celebrative, simboli significativi della Roma imperiale, furono costruiti con questo materiale. Nella prima parte del Medioevo la tradizione romana dominò incontrastata con le sue opere in pietra.

Bisogna giungere al periodo gotico per avere la perfetta sintesi tra risultati strutturali ed intenzioni estetiche, che si manifestarono con il nuovo modo di utilizzare la pietra. Gli elementi portanti delle strutture gotiche divennero al tempo stesso elementi decorativi dell’ambiente interno ed esterno. Rispetto alle grandiose strutture lapidee romane, si configurava come un’architettura caratterizzata da pietre di piccole dimensioni, e di facile trasporto.

Le pietre di Palazzo Pitti a Firenze
Le pietre di Palazzo Pitti a Firenze

Nell’età rinascimentale, con la costruzione dei grandi palazzi della nobiltà italiana, la pietra trovò il suo utilizzo nel rivestimento di tali edifici. Si affermò quindi l’uso del bugnato, sistema che lascia visibili le connessure tra concio e concio. Fra gli esempi più interessanti, Palazzo Pitti e Palazzo Rucellai a Firenze, dove la durezza della pietra è resa raffinata dalla tecnica di lavorazione utilizzata.

Nel Seicento si sviluppò una maggiore libertà compositiva: gli edifici persero il loro carattere di rigida geometria per articolarsi in forme curve e ondulate, così il materiale lapideo fu lavorato per dare forma concreta alle invenzioni degli architetti del tempo.

Nel Settecento, nonostante prevalesse la muratura laterizia intonacata, l’uso della pietra non venne mai abbandonato. La sua funzione fu legata al rivestimento di zoccolature, cornici di portali o finestre. Con l’avvento dell’industrializzazione furono i nuovi materiali ad attrarre l’attenzione dei progettisti: in primis il ferro e poi il cemento armato.

Grande eccezione, nel periodo dell’Art Nouveau, fu l’architetto Antonio Gaudì, che fece largo utilizzo creativo del materiale lapideo, nelle sue rivoluzionarie costruzioni catalane. Nel Novecento invece, Frank Lloyd Wright utiizzò la pietra nella progettazione organica.

Esempio di uso della pietra come rivestimento esterno.
Esempio di uso della pietra come rivestimento esterno

Oggi la pietra è utilizzata soprattutto come rivestimento e nella pavimentazione, in forma di massello, lastre segate, lastre naturali e cubetti. I rivestimenti esterni odierni impiegano lastre di spessore solitamente non più superiore ai 4 cm.
Per i rivestimenti interni, le rocce impiegate sono quelle adatte ad essere lucidate o finemente scolpite. La scelta dipende dall’aspetto estetico-decorativo e dalla necessità di avere un’elevata resistenza alle sollecitazioni esterne.

I materiali lapidei vivono oggi una nuova stagione di successo grazie alle moderne tecnologie di lavorazione e all’offerta di prodotti innovativi che li rendono competitivi con i moderni materiali, sia per esigenze costruttive sia per quelle puramente decorative.

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