È un momento di grande fermento in merito alla riscoperta e valorizzazione delle tante infrastrutture dismesse presenti su tutto il territorio nazionale.
È da pochissimo stato attivato il primo bando di gara per la riqualificazione delle prime 30 case cantoniere sulla rete stradale Anas, frutto di un programma di collaborazione tra il gestore della rete stradale ed autostradale italiana e l’Agenzia del Demanio e i ministeri per i Beni Culturali e delle Infrastrutture e dei Trasporti. Un bando che ha lo scopo di destinare questi immobili abbandonati a nuovi utilizzi, con finalità turistiche, ma anche culturali, di ristorazione e ospitalità. Destinatari i singoli imprenditori, i consorzi, le aziende, le associazioni, le cooperative e le start-up.
Le start-up sono destinatarie anche di un altro progetto di cui promotori sono ancora l’Agenzia del Demanio con la Fondazione ItaliaCamp, che hanno firmato un accordo di collaborazione per il riuso del patrimonio immobiliare pubblico allo scopo di creare occupazione e contribuire allo sviluppo del territorio.
Si avvieranno progetti di recupero e valorizzazione di beni pubblici abbandonati al fine di restituirli alla collettività con nuove finalità economiche e sociali. Sarà così possibile da un lato annullare i costi generati dal “non-utilizzo” e promuovere la cura dei beni comuni, dall’altro favorire la nascita di start-up e nuove iniziative a sostegno del mercato del lavoro per le nuove generazioni.
Altro progetto che viaggia in parallelo è quello destinato al recupero dei fari.
L’Agenzia del Demanio, questa volta in cooperazione con il Ministero della Difesa e con gli altri Enti territoriali interessati, affiderà i fari in disuso a chi si aggiudicherà l’assegnazione tramite bando per farne alberghi, resort, ristoranti, rifugi, luoghi di cultura e spazi di formazione per lo sport e non solo.
“I fari sono beni di proprietà dello Stato situati in contesti di assoluta bellezza e carichi di suggestione – specifica l’Agenzia secondo quanto pubblica tekneco.it– Questi immobili possono essere recuperati e riutilizzati non solo a fini turistico-ricettivi, nel rispetto degli ecosistemi nei quali sono inseriti, ovvero alcuni tra i più straordinari territori costieri italiani. L’obiettivo è quello di valorizzare questi beni partendo da un’idea imprenditoriale innovativa e sostenibile a livello ambientale, come avviene già in Europa, negli USA, in Canada e in Australia”.
Sembra essersi riattivato anche il percorso di recupero delle ferrovie dimenticate: la Confederazione Mobilità Dolce (Co.Mo.Do) ha pubblicato una nota con gli aggiornamenti in merito al testo sulla mobilità dolce in discussione alla VIII commissione Ambiente della Camera dei Deputati.
Infine numerosi sono i progetti in campo per il recupero dei borghi che versano in situazioni abbandono e degrado, sempre nell’ottica di vederli rinascere e promuovere sviluppo sostenibile.
Foto credit: Filippo Gini