Miglioramento sismico: prima di consolidare occorre accertare

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Il problema del miglioramento sismico è un tema molto delicato, specialmente nel nostro Paese.

Riportiamo a tal proposito i tratti salienti dell’intervento del nostro ingegnere responsabile del settore Ricerca e sviluppo di Tradimalt, Francesco Grungo, durante la seconda tappa del ciclo di seminari “La progettazione nasce dalla conoscenza del danno del sisma – Un viaggio nei luoghi dei più grandi terremoti italiani”.

Sarà possibile in ogni caso vedere l’intero contributo a questo link.

Bisogna sottolineare come un buon consolidamento parta dall’accertamento delle capacità prestazionali dell’edificio esistente.

Partendo dall’esempio del terremoto di Messina, sorge spontaneo chiedersi come mai molte costruzioni, che in passato avevano superato sismi più deboli non hanno poi resistito a quello del 1908.

Intervengono tre fattori, che poi sono quelli da tenere in considerazione in qualsiasi intervento di consolidamento:

  1. Le strutture invecchiano e col tempo non riescono più a rispondere alle sollecitazioni sismiche a cui vengono sottoposte.
  2. Gli edifici non mantengono la stessa destinazione d’uso nel tempo, palazzi signorili nel centro storico sono, ad esempio, diventati locali commerciali, e questo, inevitabilmente, produce un aumento dei carichi dell’edificio.
  3. I materiali usati in costruzione spesso non hanno le giuste qualità chimico fisiche per garantire resistenza e deformabilità della muratura.

Il discorso è un po’ diverso quando si parla di edifici storici, intervenire con tecnologie moderne non è sempre possibile.

Uno dei più frequenti interventi di consolidamento sismico è stato, negli ultimi anni, l’intonaco armato, che ad oggi è dimostrato non essere una soluzione duratura.

L’utilizzo di intonaci cementizi armati con reti metalliche elettro saldate costituisce una rilevante fonte di danno per le costruzioni storiche in quanto incrementa la rigidezza a causa degli elevati moduli elastici del betoncino utilizzato.

Spesso questi quadri fessurativi presentano dei distacchi e delle espulsioni derivanti dall’aumento di volume, generato dalla corrosione, delle armature. Inoltre può capitare che i supporti murari siano, dal punto di vista chimico fisico, incompatibili con il cemento Portland.

Tanto è vero che il 12 ottobre 2007 il Presidente del Consiglio dei Ministri ha emanato una Direttiva che dichiara l’intonaco armato “invasivo e non coerente con i principi di conservazione”.

Per cercare la compatibilità con il supporto storico una buona soluzione è quella di sostituire la rete metallica con reti in fibra di vetro AR (alcali resistente) coniugata con una malta a base di calce idraulica meglio se naturale. Questo sistema garantisce anche una reversibilità degli interventi, indispensabile quando si parla di edifici storici.

L’impiego di malte idrauliche formulate con calce idraulica naturale, come le nostre della linea Magistra, soddisfano requisiti di compatibilità fisico chimica e meccanica nei confronti delle vecchie murature in pietra o laterizio, conservando le condizioni storico filologiche della fabbrica rinforzata.

 

Credits Foto: Marco Crupi, progetto fotografico “Messina Ieri e Oggi”.

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