Piano Casa, il Ministero presenta linee guida e tavoli di lavoro

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Case
Foto di Luiz Costa da Pixabay

La strategia affronta i temi dell’edilizia residenziale pubblica e sociale e della promozione dei modelli abitativi sperimentali, così come indicati dalla Legge di Bilancio 2024

Il Piano Casa come strumento di politica abitativa torna al centro dell’attività del Governo. A conclusione del secondo incontro del Tavolo Tecnico, tenutosi il 16 gennaio 2024, il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini ha dichiarato quelli che saranno gli obiettivi e le linee guida su cui verrà realizzato il progetto.

Il nuovo documento sarà utile a riordinare la normativa esistente, ma anche a definire dei modelli sperimentali di edilizia residenziale pubblica, così come previsti dalla Legge di Bilancio 2024 per contrastare il disagio abitativo in alcune aree del territorio nazionale. Si tratta, infatti, di migliorare la qualità del patrimonio immobiliare pubblico con soluzioni abitative accessibili ai redditi medi-bassi, con particolare attenzione per studenti, lavoratori fuori sede e famiglie in condizioni disagiate.

Il Piano Nazionale di Edilizia Abitativa dovrà essere adottato entro il 2025. Anche se non è stata ancora comunicata la data del terzo incontro, il Ministro Salvini è all’opera per definire i tavoli di lavoro in cui coinvolgere gli enti interessati, secondo le competenze. Nel dettaglio, i sottogruppi saranno organizzati in base alle seguenti tematiche:

  • ricognizione dei programmi abitativi pubblici e sociali: partendo dall’analisi dei programmi esistenti, sarà possibile capire le lacune e i fabbisogni del settore per individuare aree di miglioramento e ottimizzazione delle risorse;
  • riordino e semplificazione delle procedure: questo punto include la valorizzazione e il recupero degli immobili pubblici dismessi per promuoverne il riuso per l’edilizia residenziale e sociale;
  • individuazione delle linee guida per gli enti regionali: in questo modo potrà essere garantito un approccio coordinato e omogeneo in tutto il territorio nazionale;
  • coinvolgimento delle cooperative edilizie e degli enti previdenziali: il dialogo sarà fondamentale per verificare le condizioni necessarie a rilanciare i programmi abitativi.

Il ruolo dell’edilizia sociale

Protagonista della discussione, insieme all’edilizia residenziale pubblica, è l’edilizia sociale o social housing. Questa, oltre a fornire alloggi, si pone come mezzo per combattere la disuguaglianza sociale e si rivolge a quanti non riescono a sostenere i costi di affitto o acquisto di una casa, soprattutto nelle grandi città.

A questo proposito, in occasione dell’ultimo Tavolo Tecnico, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha ribadito l’urgenza di sviluppare un piano di medio-lungo periodo per interventi di ristrutturazione e realizzazione di alloggi. La prima mossa da fare, secondo il CNI, sarebbe quella di quantificare il numero di potenziali destinatari, ricordando che possono beneficiarne le famiglie svantaggiate, ma anche i lavoratori e gli studenti fuori sede.

Proprio gli studenti hanno recentemente sollevato la questione, puntando il dito sul problema del caro affitti. Il CNI sostiene infatti che l’Italia non sia mai riuscita a soddisfare del tutto la richiesta di alloggi di edilizia pubblica a prezzi contenuti: ancora oggi esiste una domanda inevasa di almeno 650.000 alloggi, che corrisponderebbero alle esigenze di più o meno un milione di persone.

Cosa dice la Legge di Bilancio 2024

Una volta individuata la platea dei beneficiari, occorre rintracciare gli edifici pubblici inutilizzati che è possibile riconvertire in alloggi sociali. In tema di social housing, la Manovra prevede un decreto ministeriale – da approvare entro il 30 aprile 2024 – per promuovere la sperimentazione di modelli innovativi di edilizia residenziale pubblica. Contestualmente, si parla anche di un Fondo per il disagio abitativo del valore di 100 milioni di euro, che saranno divisi equamente nel biennio 2027-2028.

Le linee guide indicate nella Legge di Bilancio riguardano tre filoni di attività:

  • recupero del patrimonio immobiliare esistente e riconversione di edifici pubblici per realizzare nuovi alloggi;
  • utilizzo di unità immobiliari private rimaste invendute per soddisfare la domanda di edilizia residenziale pubblica e sociale;
  • realizzazione di progetti di edilizia pubblica attraverso operazioni di partenariato pubblico-privato volte al recupero o alla riconversione del patrimonio immobiliare esistente, oppure alla realizzazione di nuovi edifici.

Per ognuna di queste attività, il decreto ministeriale di cui sopra dovrà individuare:

  • le modalità di assegnazione, erogazione e revoca dei finanziamenti;
  • la predisposizione, la realizzazione e il monitoraggio degli interventi di edilizia residenziale, che devono essere identificati da un codice unico di progetto e corredati di cronoprogramma procedurale e di realizzazione;
  • le modalità per favorire forme di collaborazione interistituzionale tra i soggetti proponenti e modalità e i limiti della partecipazione di eventuali operatori economici privati.

In attesa dei prossimi sviluppi sul tema e a conclusione del Tavolo sul Piano Casa 2024, come riporta Il Sole 24 Ore, il ministro Salvini ha ribadito la sua attenzione per l’edilizia sociale e ha assicurato l’intenzione di acquisire spunti e proposte anche per la revisione del Testo Unico sull’Edilizia, sul quale il Governo sta già lavorando.

Fonti:

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