Non sono state poche le polemiche all’indomani dell’arrivo della proposta progettuale di Renzo Piano per la ricostruzione del ponte Morandi, donata al Governatore della Liguria.
La proposta di un ponte senza stralli né tiranti, una struttura leggera costituita da una striscia di asfalto sorretta da pilastri, è stata criticata soprattutto da Inarsind, Associazione di intesa sindacale di Ingegneri e Architetti, e non nel merito contenutistico, quanto per la gratuità del dono da parte dell’archistar alla città di Genova. Di “un lavoro a titolo gratuito, in continuità con quello che lo studio ha fatto per Genova, a partire dalle Colombiadi” aveva infatti parlato il senatore Piano presentando la sua idea di ricostruzione del ponte Morandi.
“In Italia ci sono migliaia di architetti ed ingegneri competenti in materia, senz’altro meno famosi di Renzo Piano, ma ciò non toglie che abbiano tutti lo stesso diritto di sviluppare un’idea sulla ricostruzione – o meno – del ponte sul Polcevera e di partecipare ad un idoneo concorso di idee per la rinascita dell’area ferita dal recente crollo – si legge in un comunicato di Inarsind – Quello che appare un dono alla città è in realtà un danno ai colleghi e, ci perdoni, anche alla collettività, che ha diritto ad una scelta accurata della soluzione che deve derivare dall’esame di più proposte, solamente dalla molteplicità possono emergere le idee migliori, dando al contempo a tutti la possibilità di esprimere la propria professionalità.”
“La creatività di un architetto è una cosa da condividere” aveva dichiarato in un’intervista di qualche giorno fa, lo stesso Renzo Piano. E il suo dono progettuale a Genova si inseriva perfettamente in questa visione dell’architettura. Così come quella di puntare sui talenti, come emerge dalla stessa intervista.
“Non si comprende quindi quale sia il senso di presentarsi ad un incontro con il Governatore Toti con un plastico già realizzato: un suggerimento? E come andrebbe concretizzato? Con una gara per l’appalto della progettazione di dettaglio sulla base di quanto proposto? Dove viene chiamata in causa la creatività dei giovani in questo modo? – critica ancora Inarsind – Come Senatore ed architetto, uomo delle istituzioni e professionista soggetto ad un codice deontologico, non era forse il caso di portare avanti un progetto di tipo diverso, un progetto per il paese che contemplasse e, di più, valorizzasse il ruolo di architetti ed ingegneri consentendo a tutti i colleghi di mettere a disposizione il meglio delle proprie competenze, in base a procedure che amplino il più possibile la platea di partecipanti a tutti i soggetti qualificati anziché mettersi personalmente in prima linea con una proposta, peraltro a titolo gratuito?”
Le evoluzioni della vicenda del ponte Morandi sono ancora tutte da vedere, quel che è certo è che le polemiche non mancano, sia sul versante dell’attribuzione delle responsabilità per la tragedia, sia su quello della ricostruzione, a dimostrazione di quanto la tragedia imponga delle riflessioni collettive, soprattutto di settore, ma non solo.
Foto credit: Michele Ferraris e Columbia GSAPP