Prevenzione antisismica del costruito: il punto sull’Italia

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Panorama urbano con case vetuste
Foto di Tom Van Dyck via Pedels

Negli ultimi 50 anni in Italia si sono verificati 7 terremoti gravi. Per una corretta prevenzione dei danni serve un sistema di interventi pregressi, programmati e futuribili, da integrare con le moderne tecnologie

Nell’area del Mediterraneo il nostro Paese è uno dei più suscettibili al rischio sismico, lo abbiamo detto in altre occasioni. Come ricorda la Protezione Civile, in 2.500 anni la penisola italiana è stata interessata da oltre 30.000 terremoti di media e forte intensità e da circa 560 eventi sismici di magnitudo superiore all’VIII grado della scala Mercalli.

L’elevata sismicità del nostro territorio è legata alla specifica posizione geografica, proprio sopra una zona di convergenza tra la placca africana e quella eurasiatica. Scontrandosi, le due zolle provocano forti spinte compressive e causano l’accavallamento dei blocchi di roccia.

Anche se la Mappa del rischio sismico ideale è uno strumento molto utile, predire con esattezza i terremoti non è possibile. La soluzione migliore è quella di fare prevenzione negli edifici. Eppure, per l’esperto di sistemi antisismici Dr. Ing. Alessandro Martelli, in Italia non siamo abbastanza preparati ad evitare i disastrosi effetti dei terremoti.

Secondo l’Ingegner Martelli, oltre il 70% dell’edificato civile nazionale è sismicamente insicuro e ancora oggi non facciamo la prevenzione necessaria. È vero che l’Italia è stata uno dei primi Paesi ad implementare i sistemi antisismici moderni (come quelli di isolamento), ma è anche vero che adesso procediamo a rilento sulle nuove applicazioni.

Indice

Tecnologie antisismiche: il punto della situazione

Per sensibilizzare sul tema della sicurezza contro i terremoti, l’AICO (Associazione italiana compositi per le costruzioni) ha organizzato a Bologna un seminario a cui hanno preso parte oltre 90 professionisti tra ingegneri, amministratori pubblici e tecnici.

L’incontro, che si è svolto il 25 gennaio 2024 presso l’Accademia delle Scienze, ha presentato le tecnologie contemporanee per la prevenzione antisismica delle costruzioni, con focus su criteri e tecniche di ricostruzione di beni storici ed edifici crollati o sismolesi. Per il Professor Angelo Di Tommaso, accademico emerito e Chairman dell’evento, è importante divulgare le tecnologie disponibili a tutti i professionisti e agli amministratori tecnici, così da farne conoscere potenzialità e campi di applicazione.

Prevenzione antisismica: il seminario a Bologna
Foto via SismoCell

I dispositivi antisismici, infatti, sono impiegati per modificare e migliorare la risposta ai terremoti negli edifici sia nuovi che esistenti. Se ne distinguono tre tipologie in base alla funzione e al comportamento in caso di sisma:

  • isolatori (elastomerici o a scorrimento): limitano le accelerazioni trasmesse alla struttura dal terreno;
  • dissipatori: disperdono parte dell’energia del sisma trasmessa alla struttura;
  • dispositivi di vincolo temporaneo (a fusibile o di tipo dinamico): entrano in funzione, o interrompono la loro funzione di vincolo, in presenza di azioni sismiche.

Si tratta di sistemi economici e facili da installare, eppure gli ingegneri faticano ancora ad implementarli. Le motivazioni sono essenzialmente due: da un lato perché comportano la necessità di adattare le modalità di calcolo; dall’altro per installare questi dispositivi occorre inserire elementi meccanici in un ambito di competenze di ingegneria civile.

A questo proposito, sempre in occasione del convegno a Bologna, il Professore Di Tommaso ha ricordato l’importanza dei materiali compositi. “Il mondo della tutela delle costruzioni storiche interloquisce con le nuove tecnologie e talvolta non le accetta” ha affermato l’esperto. “Tuttavia, non si potrà prescindere dalla loro applicazione per avere risultati davvero efficaci e certamente vi è stata una rivoluzione con l’introduzione dei materiali compositi”.

Soluzioni per il rinforzo strutturale: Quakeproof System

Tra i partecipanti al seminario sulla prevenzione antisismica figura anche G&P Intech, azienda leader nel consolidamento strutturale e partner di Tradimalt nella realizzazione del Sistema Quakeproof.

Quello che abbiamo sviluppato con G&P Intech è un catalogo completo di soluzioni, prodotti e assistenza per supportare i professionisti di fronte ad ogni esigenza di rinforzo strutturale. Per questo proponiamo tre diversi sistemi compositi:

  • CRM, Composite Reinforced Mortar: una tecnologia poco invasiva, capace di migliorare le caratteristiche meccaniche della struttura muraria, in particolare per valori di resistenza a taglio anche superiori al 250%;
  • FRP, Fiber Reinforced Polymer: compositi che si presentano sotto forma di elementi preformati, oppure come fogli o tessuti impregnati direttamente in situ.
  • FRCM, Fibrereinforced Cemenitious Matrix: una tecnica di rinforzo che prevede l’uso di reti in fibra di varia natura, applicate attraverso matrici inorganiche a base di malta di cemento, di calce o bastarda.

Richiamare l’attenzione sulla sicurezza sismica e sull’urgenza di fare prevenzione, così come fatto al seminario a Bologna, e come anche noi di Tradimalt ci impegniamo a fare, significa proporre strumenti e tecnologie all’avanguardia che migliorano il nostro patrimonio edilizio e, di riflesso, la vita della comunità. Attraverso questi metodi, infatti, è possibile arrivare a una “resilienza sostenibile” che intercetta aspetti economici, sociali e ambientali che meritano di essere tutelati con la massima tempestività.

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