Rifiuti speciali, i non pericolosi soprattutto da costruzioni e demolizioni

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Nel 2015 è aumentata la produzione nazionale dei rifiuti speciali. Il settore edile, tra costruzioni e demolizioni, ha contribuito per il 43,9% sull’incremento di quelli non pericolosi.

I dati arrivano dall’annuale Rapporto Rifiuti Speciali dell’ISPRA.
Ciò che emerge è che i rifiuti speciali sono aumentati nel 2015 del 2,4% rispetto all’anno precedente, attestandosi intorno ai 132,4 milioni di tonnellate. I rifiuti non pericolosi crescono del 2,3%, mentre quelli pericolosi del 3,4%

Il settore delle costruzioni e delle demolizioni contribuisce a questa crescita in maniera molto consistente, producendo il 43,9% dei rifiuti speciali non pericolosi. Mentre a far aumentare la produzione di rifiuti speciali pericolosi è il settore manifatturiero con il 32,9% del totale.

Gli scarti da costruzione e demolizione sono costituiti per lo più da terre e rocce da scavo (il 69,3% del totale), seguiti da rifiuti misti (18,4%) e da altre tipologie di rifiuti (12,3%).

I maggiori valori di produzione totale dei rifiuti speciali, tenuto conto delle dimensioni territoriali e della distribuzione del tessuto produttivo, si concentrano nel nord Italia con 76,2 milioni di tonnellate nel 2015 (pari, in termini percentuali, al 57,6% del dato com- plessivo nazionale). La produzione del Centro si attesta a 24,5 milioni di tonnellate (18,5% del totale nazionale), mentre quella del Sud a quasi 31,7 milioni di tonnellate (23,9%) (Ta- bella 2.5, Figure 2.15 e 2.16).

Il dato interessante è che nel 2015 dei 136 milioni di tonnellate di rifiuti speciali gestiti in Italia, il 65,1% viene gestito con recupero di materia, seguito da altre operazioni di smaltimento come trattamenti chimico-fisici e biologici, raggruppamento preliminare e ricondizionamento preliminare.

Il numero di tonnellate riutilizzate è interessante perché aumentato di oltre 5 milioni di tonnellate rispetto al 2014.

Il settore delle costruzione vede il 77,5% dei rifiuti non pericoli smaltito in discariche di rifiuti inerti, il 20% in discariche per rifiuti non pericolosi e il restante 2,5% in discariche per rifiuti pericolosi. I rifiuti pericolosi, invece, sono costituiti per il 73,3% da rifiuti contenenti amianto, per l’11,1% da altri materiali isolanti e il restante 15,6% è rappresentato da altre tipologie di rifiuti.

Foto credit: Nicolàs Boullosa

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