La sezione “Portfolio 2014” non poteva che aprirsi con una copertina come questa, ad introdurre la fortunata collaborazione con il Parco archeologico di Selinunte e Cave di Cusa nel recupero dei templi di Selinunte, patrimonio mondiale dell’umanità.
Un lavoro che esce dai canoni classici, che riempie di orgoglio e responsabilità coronando – da solo – l’impegno profuso nella creazione di un brand come Magistra.
A questa collaborazione dedichiamo uno speciale, reso possibile soprattutto grazie al contributo dell’arch.Alessandro Carlino, consulente scientifico del Parco e già coinvolto nella campagna di restauro dei templi di Agrigento, nel donarci una preziosa rilettura storica degli interventi di
recupero del Tempio “C”, corredata da interessanti immagini d’epoca.
La storia
In quella che oggi è comunemente conosciuta come Castelvetrano (TP), nel VII secolo a.C. nasceva Selinunte, una colonia greca che avrebbe conosciuto il massimo splendore culturale ed economico tra il VI e il V secolo a.C., per poi essere occupata, saccheggiata e distrutta nel 409 a.C.
L’antica città subì inoltre notevoli danni a causa di ripetuti terremoti in epoca medievale.
La storia di Selinunte torna a vivere nel XVI secolo, quando furono ritrovati i resti dell’antica polis. Da quel momento l’ex colonia greca acquista sempre più rilevanza e il suo notevole interesse culturale contagia anche la comunità internazionale.
Selinunte però rimane anche un esempio “ambiguo” nel panorama dei beni culturali italiani, dal momento che i vari interventi di anastilosi (restauro che rimette insieme, elemento per elemento i pezzi originali di una costruzione distrutta) che si sono succeduti nel tempo hanno portato a risultati relativamente soddisfacenti e duraturi.
L’opera di ricostruzione infatti, se da un lato ha permesso una valutazione più adeguata dell’architettura e dei suoi elementi costitutivi, dall’altro – secondo alcuni – si è spinta talvolta in integrazioni improprie o comunque inadatte a reggere l’usura determinata del tempo e del clima.
I lavori di restauro avviati a maggio 2014, finanziati dall’Unione Europea con il progetto “Restauro pilota dell’architettura dorica dell’Occidente Greco”, puntano finalmente a un completo e corretto ripristino dell’area, con l’obiettivo di far tornare a splendere le meraviglie greche del parco archeologico più grande in Europa e di renderlo un polo sempre più attrattivo per turisti provenienti
da tutto il mondo.