Le costruzioni impiegano 1,3 milioni di addetti e sono un importante volano per la crescita del nostro Paese, eppure il numero degli infortuni continua a crescere. Qualità, formazione e controlli sono ciò di cui l’Italia ha bisogno
Il primo trimestre del 2023 ha registrato 144.586 infortuni sul lavoro, secondo quanto riportato da INAIL. Di questi, 1.142 interessano solo il comparto edile, dove si osserva un aumento del 6,2% rispetto allo stesso periodo nell’anno precedente. Complessivamente, il numero delle denunce risulta in calo rispetto ai primi tre mesi del 2022 (-25,5%), ma occorre purtroppo osservare che gli infortuni con esito mortale sono aumentati del 3,7%.
Nel settore delle costruzioni non si tratta di una novità e, anzi, si teme che il 2023 possa superare i numeri dell’anno prima. Già nel 2022 l’edilizia è stato il reparto più colpito, con quasi 20 mila infortuni nei primi sette mesi (contro i 16 mila registrati nel 2021 nello stesso lasso di tempo). Stesso andamento anche per i decessi: 131 infortuni mortali nel 2022, 87 nel 2021 e 73 nel 2020.
Trasporto di carichi pesanti, lavoro in posizioni scomode, ambienti poco agevoli e condizioni climatiche avverse non sono le uniche cause. Le denunce dei lavoratori edili sono certamente correlate al tipo di mansioni svolte, ma il dato è influenzato anche dal livello di organizzazione e gestione dei cantieri, per cui l’Italia presenta ancora qualche pecca.
Già a ottobre 2022 un’operazione straordinaria di vigilanza, nell’ambito del programma “110 in sicurezza”, aveva messo in luce le irregolarità dei cantieri italiani. I controlli dello scorso marzo 2023 non risultano da meno: oltre l’80% dei 334 cantieri ispezionati sono risultati irregolari e nel 35% di questi l’ispezione ha evidenziato una rilevante presenza di lavoratori a nero.
Quali sono le cause
L’analisi dell’Osservatorio Infortuni Gravi e Mortali osserva che gli incidenti in cantiere hanno a che vedere con:
- l’attività svolta dal lavoratore coinvolto (36,3%);
- l’utilizzo di utensili, macchine e impianti (24,2%);
- l’adeguatezza dei dispositivi di protezione individuale (19%).
Rispetto al primo fattore, quello sul lavoro svolto, è emerso che solo nel 65% delle ispezioni l’addetto stava svolgendo l’attività abituale al momento dell’incidente. Lo studio ha inoltre evidenziato che nel 53% di questi casi il problema della sicurezza era rappresentato da errori di procedura, che non possono essere attribuiti unicamente a motivazioni comportamentali e che spesso sono il risultato di problematiche e dinamiche più ampie.
Per quanto riguarda l’utilizzo di utensili, macchine e impianti, il problema si lega a quello della mancanza o dell’inadeguatezza delle protezioni che dovrebbero garantire la sicurezza degli operatori. Un’osservazione degli infortuni nei cantieri evidenzia, ancora oggi, che molti degli episodi accadono per carenza di pianificazione della sicurezza e di organizzazione del cantiere in tutte le sue fasi produttive.
Al di là delle considerazioni puramente pratiche, sulla vita di cantiere, si ricorda che l’aumento degli infortuni sul lavoro nel 2023 è in parte dovuto alla ripresa del settore delle costruzioni. Come sappiamo, la pandemia da Covid-19 ha messo un freno all’intera industria ed era chiaro che la fase di rilancio, spinta da Superbonus e PNRR, avrebbe comunque fatto registrare un numero di infortuni più alto.
Cosa serve per un cantiere più sicuro?
Una formazione regolare, programmi di sicurezza pertinenti e un impegno a livello organizzativo e individuale. I cantieri diventano via via più complessi e i rischi per i lavoratori aumentano, ma gli sforzi delle aziende non sembrano ancora sufficienti.
Le imprese di costruzione spendono il 3,6% del loro budget per gli infortuni e solo il 2,6% per la formazione sulla sicurezza, senza riuscire a istituire dei corsi su base regolare. Informare i dipendenti sul tema della sicurezza è utile per tutelarli, ma ha un tornaconto anche sui profitti. A tal proposito, ad esempio, la Construction Safety Association of Ontario ha rilevato che le aziende che investono budget in procedure sulla sicurezza sono riuscite ad aumentare i profitti dal 4 al 7% per progetto, con un tasso di incidenti nettamente minore.
Una strada altrettanto importante è quella perseguita dalle strategie di costruzione innovative come l’edilizia off-site. Questo approccio prevede che gli elementi vengano prefabbricati lontano dal cantiere. I moduli sono poi assemblati direttamente in loco e le aziende possono così lavorare in un ambiente sicuro e controllato. A differenza degli ambienti spesso caotici dei cantieri, le impostazioni di prefabbricazione e modularizzazione sono controllate con maggiore attenzione. Ne risulta che l’ambiente nei cantieri ambiente, oltre ad “pulito e snello”, richiede meno personale e riduce al minimo il rischio di incidenti sul lavoro.