Crollo cantiere Firenze: l’ennesimo caso di mancata sicurezza

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Foto via Canva

Cedono tre solai nel cantiere per la costruzione di un supermercato. Travolta una squadra di 8 operai: il bilancio è di 5 vittime e 3 feriti

La mattina del 16 febbraio 2024, nel cantiere fiorentino di via Giovan Filippo Mariti, una trave di cemento armato ha ceduto ed è caduta giù. L’asse, lunga 15 metri per oltre 5 tonnellate di peso, faceva parte dello scheletro del nuovo supermercato Esselunga e nel crollo ha trascinato con sé tre piani della struttura in costruzione.

Nel momento della tragedia erano 50 gli operai al lavoro in quel cantiere, ma 8 sono stati i lavoratori coinvolti nell’incidente. I soccorsi, arrivati tempestivamente sul posto, sono riusciti ad estrarre vivi tre operai dalle macerie in poco più di un’ora. Tutti e tre sono originari della Romania e sono stati trasportati all’ospedale Careggi di Firenze. Nonostante i traumi da schiacciamento riportati, nessuno di loro è in pericolo di vita.

Invece, sono cinque le vittime dichiarate il giorno dopo l’accaduto: Luigi Coclite, 59enne livornese; Mohamed El Ferhane, marocchino di 24 anni; Mohamed Toukabri, tunisino di 54 anni, Taofik Haidar, 45enne marocchino e Bouzekri Rahimi, marocchino di 56 anni.

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Le indagini e le prime ipotesi

Poche ore dopo il crollo, la Procura di Firenze ha aperto un fascicolo senza indagati per omicidio colposo plurimo e crollo colposo. Le domande a cui rispondere sono tante, ma tre sono quelle che si impongono con particolare urgenza: la trave è stata progettata male? Posata male? È stata realizzata con materiale di scarsa qualità?

La Procura ha aperto le indagini interrogando l’azienda che ha progettato e costruito la trave. Si tratta di un’impresa abruzzese nota nel settore dei capannoni prefabbricati industriali, la Rdb Italprefabbricati, che la mattina dell’incidente ha consegnato in cantiere la trave che si sarebbe poi spezzata.

La Polizia Postale ha preso parte alle indagini esaminando le carte dell’appalto con Esselunga. Nella sede a Pescare di Rdb sono state inoltre eseguite delle verifiche sul materiale prodotto, ma non sembrano essere risultate anomalie. I vertici della Rdb, quindi, al momento non sono indagati.

Sulla base delle prime ricostruzioni dell’incidente, si ipotizza che la caduta della trave sia stata provocata da un fattore umano, un errore nel coordinamento delle ditte che seguivano la costruzione. Secondo quanto riportato dalla Nazione, sembra infatti che al momento del crollo la trave fosse solo appoggiata e non ancora fissata. Il crollo sarebbe stato causato da una colata di cemento, ad opera di un’altra ditta, all’ultimo piano della struttura: la trave non stabilizzata non ha retto il peso e si è spezzata.

Il labirinto dei subappalti

L’evento impone un’analisi approfondita anche sulla filiera dei subappalti a cascata. Come evidenzia il Corriere della Sera, 61 sono le imprese che hanno avuto accesso al cantiere di via Mariti, alcune anche solo per un giorno. In più, la metà delle ditte registrate sono individuali: sarà necessario, adesso, sbrogliare la matassa e capire chi si è occupato di cosa.

La catena dei subappalti nei cantieri privati, infatti, è potenzialmente infinita. Proprio per questo, da diverso tempo, sia i sindacati che l’Ance chiedono di introdurre anche nei cantieri privati la certificazione Soa e un unico contratto per tutti coloro che ci lavorano, così da garantire una retribuzione e soprattutto una formazione adeguata.

Foto via La Nazione

Commentando la tragedia di via Mariti, non potevano che essere dure le parole del leader della Cgil Maurizio Landini. Le ha riportare La Repubblica: Nel 2023 ci sono stati mille morti sul lavoro e spesso questi incidenti sono prodotti dal sistema del subappalto e della logica degli appalti al massimo ribasso. Voglio ricordare però che è stato questo governo a modificare il codice degli appalti e a reintrodurre il subappalto a cascata. È necessario che ci sia una reazione immediata”.

Nel frattempo, Cgil e Uil, insieme alle categorie degli edili e dei metalmeccanici, hanno dichiarato due ore di sciopero a livello nazionale per mercoledì 21 febbraio e hanno invitato tutte le altre categorie a programmare nella stessa giornata iniziative di mobilitazione e assemblee nei luoghi di lavoro.

Il problema del lavoro nero

Subito dopo la tragedia gli inquirenti hanno confiscato il registro di cantiere, dove sono annotati i movimenti, gli ingressi e le uscite di persone e mezzi. Stando alle prime indagini, uno degli operai coinvolti nel crollo non aveva il permesso di soggiorno. Anche se non si tratta di un indizio fondamentale nell’inchiesta sulla caduta della trave, questo dettaglio mette a fuoco le irregolarità contrattuali. Senza il permesso di soggiorno, infatti, la vittima non può che aver lavorato in nero.

A quanto sembra, poi, non si trattava dell’unico dipendente non in regola. Un altro lavoratore si era visto respingere la domanda di protezione internazionale nel gennaio 2023 e da allora risulta ancora pendente dopo aver fatto ricorso.

Sono ancora in corso gli accertamenti della Asl sulle mansioni dei singoli operai, ma pare inoltre, dalle denunce dei sindacati, che molti dei lavoratori di cantiere di via Mariti non fossero inquadrati con contratti del settore edile. Sarebbero stati assunti con un contratto da metalmeccanici, meno impegnativo soprattutto rispetto ai corsi di formazione obbligatori.

Un maxi-progetto contestato

Attualmente il cantiere della nuova Esselunga di via Mariti è sotto sequestro e i lavori sono stati sospesi: un altro tassello che si aggiunge alla tormentata vicenda di quest’area, da anni al centro di progetti immobiliari, polemiche, proteste e mobilitazioni dei residenti.

La zona che dovrebbe ospitare il supermercato rientra nell’opera di riqualificazione dell’ex Panificio Militare nel quartiere di Rifredi, tra via Mariti e via Ponte di Mezzo. La struttura, costruita nel 1923, è rimasta a deposito e con funzioni militari fino agli Anni ‘70, quando è stata dismessa e isolata dal resto del quartiere.

I lavori per la riqualificazione del complesso sono cominciati solo nel luglio 2021. Nel progetto sono previsti più di 5.200 mq di aree ad uso pubblico (suddivise tra un giardino e un parcheggio alberato a raso) e anche due livelli interrati destinati a parcheggio di servizio. Esselunga, inoltre, si è assunta un impegno complessivo di oltre 4 milioni di euro in opere di urbanizzazione della zona, che prevedono anche la realizzazione di una pista ciclabile.

Render del progetto del supermercato Esselunga
Foto via La Nazione

Alla luce di quanto accaduto lo scorso 16 febbraio, però, c’è chi afferma che questo supermercato non serviva a nessuno. Le indagini, intanto, proseguono. Saranno gli inquirenti a stabilire le cause del crollo della trave, ma i primi risultati sembrano annunciare un’amara verità che sotto sotto conosciamo già tutti: anche stavolta la tragedia poteva essere evitata.

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