L’edilizia sociale e quella residenziale pubblica tornano al centro dell’attenzione come risposte al caro affitti e alla crisi abitativa
Il Piano Casa Italia, presentato nella bozza della Manovra 2025, è un progetto studiato per organizzare e rilanciare il sistema abitativo nazionale. In attesa della pubblicazione del testo ufficiale, ciò che sappiamo finora sono le tre direttive che la misura dovrebbe seguire. In dettaglio:
- contrastare il disagio abitativo recuperando il patrimonio edilizio;
- supportare l’edilizia residenziale pubblica e sociale riabilitando gli immobili privati invenduti (previo accordo con i proprietari);
- realizzare progetti di edilizia residenziale pubblica tramite operazioni di partenariato pubblico-privato.
Con questi obiettivi, il Piano si propone di trovare una strategia a medio-lungo termine per risolvere l’emergenza abitativa in Italia. Salvo novità, l’iniziativa dovrebbe essere approvata entro giugno 2025.
Indice
Un problema ancora in ballo
Il caro affitti e la crisi abitativa non sono temi nuovi nel nostro Paese. Tuttavia, sono emersi con maggior evidenza durante la protesta degli studenti nel 2023. La prima stesura del Piano Casa risale infatti tra la fine del 2023 e gli inizi del 2024, quando si sono tenute le riunioni del Tavolo Tecnico per riorganizzare l’edilizia residenziale e sociale italiana.
Dopo i primi confronti, e sebbene sia stato incluso anche nella Legge di Bilancio 2024, il Piano Casa ha subito una battuta d’arresto. A sostituirlo sono stati i lavori per il Decreto Salva Casa, che comunque sta aiutando a rimettere nel mercato tanti immobili prima considerati abusivi.
Con l’art. 71 del ddl Bilancio 2025, l’edilizia residenziale e quella sociale tornano sotto i riflettori. Il Piano Casa Italia mira a coinvolgere gli enti territoriali e sviluppare una sinergia per dare slancio al settore delle costruzioni, senza dimenticare l’housing sociale.
Il programma, però, non ammetterà fondi aggiuntivi a quelli già stanziati. La cifra disponibile resta la stessa indicata precedentemente nella Legge di Bilancio 2024: 100 milioni di euro, ripartiti in ugual misura tra 2027 e 2028. Con questa mossa, il Piano Casa Italia non graverà ulteriormente sulle casse dello Stato.
Lo stato dell’arte
Le disposizioni contenute nella nuova Manovra invitano a sperimentare modelli innovativi di edilizia residenziale pubblica anche all’edilizia sociale. In questo modo sarebbe possibile includere una maggiore varietà di soluzioni abitative per fasce più ampie della popolazione, con l’intenzione di fronteggiare il disagio abitativo.
Da diverso tempo l’edilizia sociale si presenta come una valida soluzione al problema abitativo. Nello specifico si tratta di un’iniziativa di un privato, sovvenzionato con un ente pubblico, che riserva alcune unità abitative a canone agevolato all’interno di un complesso residenziale.
Il programma è stato supportato dal PNRR, che ha stanziato 3 miliardi di euro da utilizzare in lavori di edilizia sociale. Oltre ad aumentare il patrimonio residenziale pubblico, questo tipo di interventi favorisce anche la rigenerazione di centri urbani e delle periferie.
Attualmente la piattaforma OpenPNRR dichiara che gli interventi completati sono circa la metà. Entro fine dell’anno dovrebbe essere completato l’80% dei lavori, su un totale di 907 progetti finanziati.
L’edilizia sociale in Europa
L’Italia non è il solo Paese UE colpito dall’emergenza abitativa e anche Francia, Germania e Spagna stanno adottando strategie mirate. Per assicurare lo sviluppo di questi interventi, il Presidente del Consiglio Europeo Ursula von der Leyen ha nominato il primo Commissario dedicato alle politiche abitative e per l’energia, Dan Jørgensen.
In ogni caso, ci sono già alcuni esempi positivi. Uno è rappresentato dalla città di Vienna, che grazie al modello dell’housing sociale ha permesso a circa 7 mila persone di affittare casa a prezzi contenuti. Questo meccanismo permette di tenere più bassi anche i costi degli effetti nel mercato privato.
Come riporta Orizzonti Politici, nel 2021 i viennesi che vivevano in alloggi privati hanno speso in media il 26% del proprio reddito al netto delle imposte per pagare affitto e costi energetici. Quelli che vivevano in case pubbliche o sovvenzionate ancora meno, il 22%. A Milano, nello stesso periodo, l’affitto ha rappresentato in media il 51,6%.
Nel nostro contesto, il Piano Casa Italia è chiamato a soddisfare la domanda di housing sociale e generare comunità urbane rinnovate e solidali. Per raggiungere questo scopo, sarà necessario adottare strategie coordinate a tutti i livelli istituzionali, con meccanismi di finanziamento in linea con un abitare sostenibile e rigenerativo.
Fonti:
- Edilportale, “Edilizia residenziale e sociale pubblica, arriva il ‘Piano Casa Italia’” di Rossella Calabrese;
- Rinnovabili, “Cos’è il Piano Casa Italia per il contrasto al disagio abitativo”;
- Ediltecnico, “Piano Casa Italia: cosa prevede la Legge di Bilancio 2025” di Simona Conte;
- La Gazzetta del Mezzogiorno, “Nel «Piano Casa Italia» il nuovo paradigma dell’abitare sostenibile” di Francesco Manfredi e Dario Costi;
- Orizzonti Politici, “Crisi abitativa: quale è la situazione italiana?” di Riccardo Bisato.