Il Sud dimenticato dagli investimenti per l’edilizia scolastica

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L’edilizia scolastica, è noto, soffre di rilevanti carenze ormai da tempo. Sono numerosissimi gli edifici che necessiterebbero interventi urgenti, 27.920 quelli che ricadono in aree ad elevato rischio sismico, più del 50% gli edifici costruiti prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica, secondo le stime di Legambiente.

Il Ministero dell’Istruzione ne aveva preso atto nel gennaio 2014, quando l’allora Ministro Maria Chiara Carrozza lo aveva messo nero su bianco in un atto di indirizzo in cui sosteneva tra l’altro che ” nonostante gli investimenti per l’edilizia scolastica, non sufficienti ma comunque non irrisori (circa 1miliardo e 900mila euro negli ultimi dieci anni), l’edilizia scolastica continua a presentare una situazione di estrema difficoltà”.

L’interesse verso la grave situazione si era poi confermato all’indomani dell’insediamento del nuovo governo Renzi con lo stanziamento di 2 miliardi e mezzo di euro.

Sono in questi giorni finalemte arrivati i primi finanziamenti del “Fondo unico per l’edilizia scolastica” che integreranno il più ampio programma di ristrutturazione previsto per le scuole di 27 enti locali che ne hanno fatto richiesta.
Questa prima tranche di interventi ha a disposizione 36 milioni di euro che saranno investiti sia per interventi di ristrutturazione di vecchie strutture, che per la costruzione di nuovi edifici. Il piano completo prevede la spesa di 186 milioni di euro.

Progetti importanti se si considera che in Italia il 40,7% degli edifici scolastici è stato costruito tra il 1941 e 1974 e sorgono in zone a forte rischio sismico.

Gli investimenti di questa prima fase, però, sembrano viaggiare in un’unica direzione regionale: destinatari di fondi maggiori sono Toscana, Emilia Romagna, Marche e Lombardia. In coda, Calabria, Lazio, Campania e Friuli Venezia Giulia.
Il Nord riceverà, quindi, il 48% dei 36.788.058 euro disponibili, il Centro il 47%, il Sud (Calabira e Campania) solo il 5%. Colpa, probabilmente, anche della negligenza degli amministratori locali che non hanno rispettato la tempistica prevista dal Bando per l’accesso alle risorse.

Prossimo passo sarà dare seguito all’ accordo siglato il 6 febbraio in Conferenza Unificata Stato Regioni http://www.istruzione.it/allegati/2014/accordo_anagrafi_edil_scol_approvato.pdf con cui si avvia un nuovo Sistema nazionale delle anagrafe dell’edilizia scolastica (Snaes), un monitoraggio che l’Italia aspetta dal 1996.

Foto credit: Leo-Seta

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