Tra i settori maggiormente colpiti dalla crisi c’è sicuramente quello delle costruzioni, con circa 700mila posti di lavoro persi in 8 anni e centinaia di imprese fallite. Al contempo è, però, anche uno dei settori che più potrebbero rappresentare il motore della ripresa e dello sviluppo. Parole d’ordine: riqualificazione e manutenzione del patrimonio edilizio italiano.
È proprio quello della riqualificazione il comparto che, infatti, continua a crescere: +20% dal 2008 al 2014, il 65% sul totale del mercato delle costruzioni, secondo le stime dell’Ance.
A dimostrarlo è anche l’indagine “Costruire il futuro 2014”, terzo rapporto dell’Osservatorio Innovazione e Sostenibilità nel Settore Edile (Oise) di Legambiente, Fillea Cgil, Feneal Uil, Filca Cisl, presentato a Roma lo scorso 27 novembre.
“La strada per tornare a creare lavoro esiste – ha dichiarato il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – e in altri Paesi ha portato a creare molti più occupati della gestione tradizionale, perché è una strada che punta su una innovazione in edilizia che incrocia il tema energia e la nuova domanda di qualità delle abitazioni e di spazi adatti alle nuove famiglie. Una volta tanto l’Europa ci fornisce sollecitazioni ed indicazioni non solo per l’austerità, ma anche per im-boccare un possibile sviluppo e, in questo caso specifico, rilanciare il settore, non più occupando suolo agricolo, ma riqualificando le città in funzione dei bisogni diffusi dei suoi abitanti e quindi creando un nuovo mercato, compatibile con la salvaguardia del territorio e dei suoi delicati equilibri. È quanto ci dice la Direttiva europea 2012/27 che prevede impegni chiari e vincolanti da parte degli Stati per fare dell’efficienza energetica la chiave per una riqualificazione diffusa e ambiziosa del patrimonio edilizio. Come la nuova programmazione dei fondi europei 2014-2020 che vincola una quota significativa dei finanziamenti proprio per questo tipo di interventi. Come, ancora, i programmi per le Smart city e gli ecoquartieri”.
La priorità è, secondo l’Osservatorio, creare una cabina di regia nazionale per l’efficienza energetica in edilizia, peraltro prevista dal Decreto Legislativo 102/2014, per il coordinamento degli interventi necessari tra competenze sparse su più ministeri e diversi livelli istituzionali, per ridare centralità alle politiche urbane, rilanciando gli interventi dentro le città, ripensando gli edifici e riqualificando gli spazi urbani.
“In questi anni si è perso troppo tempo – ha dichiarato Walter Schiavella, segretario ge-nerale della Fillea Cgil – I governi hanno agito o nella direzione di favorire il rafforzamento di una idea di edilizia speculatrice e divoratrice di territorio (le logiche delle sanatorie, dell’abbassamento dei vincoli edificatori e delle regole) o, nel migliore dei casi, con poco coraggio, come dimostra la legge di stabilità in discussione in Parlamento (incentivi non strutturali e assenza di una politica industriale capace di sostenere un processo di riconversione alla sostenibilità delle imprese del settore). Occorre un vero e proprio salto di qualità per trasformare la crisi strutturale e congiunturale che sta attraversando il settore in opportunità concreta per rimetterlo sul binario della regolarità, della legalità e della sostenibilità ambientale e sociale. Un salto che sarà possibile solo se tutti gli attori faranno la propria parte”.
“Serve una politica industriale per le costruzioni che sia basata sugli obiettivi di efficientamento energetico e a sostegno dell’innovazione, così come avviene in tutti i maggiori paesi europei. – ha sostenuto, invece, Giovanni Carapella, Direttore del Formedil nazionale – Senza degli obiettivi e dei traguardi da raggiungere sarà difficile che il nostro Paese e le costruzioni possano ripartire perseguendo un modello di viluppo nuovo e sostenibile». “Il sistema formativo delle scuole edili che fa capo al Sistema bilaterale delle costruzioni costituisce una rete fondamentale per adeguare il settore ai nuovi obiettivi strategici della sostenibilità, garantendo percorsi conoscitivi sul fronte dell’innovazione. È essenziale che ci sia consapevolezza che questo sistema va sicuramente riformato e razionalizzato, ma allo stesso tempo valorizzato”.
Quattro secondo il rapporto le questioni urgenti per riattivare il mercato dell’edilizia:
1. Legare incentivi, prestazioni, controlli.
2. Certezze per orientare il futuro: ecobonus; Fondo per l’efficienza energetica; modifica dell’accordo di partenariato con le Regioni, che vieta l’accesso alle risorse europee per gli interventi da parte di privati; escludere dal patto di stabilità gli interventi che permettono di realizzare interventi certificati e verificati di riduzione dei consumi energetici degli edifici.
3. Muovere la riqualificazione dei condomini.
4. Controlli e sanzioni per garantire i cittadini sulle prestazioni energetiche e la sicurezza degli edifici.