La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il 18 dicembre, del DPCM, approvato lo scorso 27 ottobre, dà di fatto inizio alla realizzazione di edifici scolastici d’avanguardia in dieci Regioni italiane, quelle cioè che avevano manifestato il loro interesse al Miur entro il termine fissato del 20 gennaio 2017.
Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Piemonte, Sardegna e Umbria potranno usufruire dei 100 milioni messi a disposizione dall’INAIL nell’ambito del progetto #scuolainnovativa, per il quale sono previsti altri 50 milioni di euro dalla Legge di Bilancio 2018, che dovrebbe essere approvata in questi giorni.
Le risorse sono state assegnate in misura proporzionale rispetto alle richieste fatte: al Piemonte andranno quasi 22 milioni di euro, alle Marche e al Friuli Venezia-Giulia quasi 15 milioni ciascuna, ad Abruzzo ed Emilia Romagna circa 11 milioni, alla Sardegna 7 milioni, all’Umbria 6,5 milioni e alla Campania 5,5 milioni. In coda Basilicata e Liguria, rispettivamente con 4 e 3 milioni di euro.
Si aspettano ora dall’INAIL, come si legge nell’articolo del Sole 24 Ore, e più in generale dal coordinamento in capo alla struttura di missione di Palazzo Chigi per l’edilizia scolastica guidato da Laura Galimberti, le “modalità e le tempistiche per la valutazione sulla compatibilità tecnica, economica e finanziaria degli investimenti proposti”.
Lo stanziamento di fondi è infatti integrato nell’ambito degli investimenti immobiliari dell’Istituto Nazionale, quindi l’INAIL acquisterà le aree oggetto degli interventi di costruzione e realizzerà le scuole, mentre il Miur pagherà i canoni di locazione per trent’anni con fondi messi a disposizione dalla legge Buona Scuola.
Le risorse potranno essere utilizzate anche per la realizzazione di edifici scolastici innovativi nelle aree interne, che saranno individuate da uno specifico Comitato tecnico.
Gli edifici dovranno essere innovativi da ogni punto di vista: architettonico, impiantistico e tecnologico. Non solo quindi dovranno essere sicuri dal punto di vista strutturale e antisismico, ma soprattutto dovranno essere progettati in modo da caratterizzare nuovi ambienti di apprendimento, capaci di supportare una serie di operazioni diversificate sfruttando la flessibilità degli arredi e la mobilità dei dispositivi tecnologici. Tutto questo tenendo sempre d’occhio l’efficenza energetica.
È l’idea di una scuola nuova che si integra in un più ampio contesto di riqualificazione territoriale, nel quale scuola e territorio si coinvolgono e si migliorano a vicenda.
Le Regioni dovranno adesso confrontarsi con gli Enti locali sia per la scelta delle zone edificabili sia per scegliere con quali procedure affidare le progettazioni.
Credit Foto: Wilhelm Joys Andersen