Nona edizione della rassegna di architettura, all’interno del Parco Archeologico per il quale Tradimalt è stata partner tecnico nel corso della campagna di restauro del 2014
L’Architettura in Italia “non gode di buona salute”. È questo il giudizio netto espresso dallo storico e critico Luigi Prestinenza Puglisi nel corso della rassegna Architects meet in Selinunte, giunta quest’anno alla sua nona edizione. Il peso decadente dell’Architettura – e di riflesso della professione di architetto – rappresenta ormai una costante, dovuta alla mancanza di valore – prosegue Prestinenza Puglisi – concessa al progetto, alle opere pubbliche e alla scelta del concorso di progettazione come strumento selettivo qualificato.
Architects meet in Selinunte nasce nel 2011 su iniziativa dello stesso Prestinenza Puglisi e dell’Associazione Italiana di Architettura e Critica (AIAC) con un duplice scopo: riportare l’Architettura (e gli architetti italiani e internazionali) in Sicilia per promuovere le sue numerose bellezze e fare un bilancio annuale sullo stato di questa disciplina, stretta nella morsa della crisi economica e delle norme – o insufficienti o incredibilmente vincolanti.
Ogni edizione è stata tematizzata guardando al futuro, ricercando il senso e il peso che le identità possono avere all’interno del progetto di architettura, ponendosi interrogativi sui limiti e le potenzialità della crisi della disciplina.
L’evento si snoda su un doppio focus: sull’architettura italiana e su quella siciliana. Nelle ultime edizioni, gli invitati (oltre 200 nel 2019) sono stati chiamati a promuovere progetti e realizzazioni in linea con il tema attraverso brevi video o presentazioni, alternati a lectio magistralis e lectures tenute da ospiti illustri.
L’evento ospita anche una summer school (nata a Selinunte e poi trasferita a Ostia) aperta a giovani studenti di architettura, impegnati in workshop su temi trasversali come la fotografia, la sostenibilità, l’auto-costruzione a misurarsi con tutor di fama mondiale; inoltre il meeting, ogni due anni, si affaccia sul mondo in contemporanea alla Biennale di Architettura di Venezia, spostandosi in Laguna con una rassegna esclusivamente in lingua inglese.
Infine la rassegna è anche occasione per assegnare il Premio Internazionale Selinunte, nato non solo per riconoscere il talento e la carriera, conferito quest’anno allo spagnolo Francisco Mangado (premiati in passato Libeskind, Bellini, Alsop, Perrault, Benedetta Tagliabue, solo per citarne alcuni) ma anche per valorizzare Selinunte-Castelvetrano come “laboratorio di cultura architettonica nazionale e internazionale”.
Quest’anno l’evento si è svolto dal 13 al 16 giugno tra il Parco Archeologico e il Baglio Florio, attorno al tema La crisi dell’architettura è crisi delle idee? sviluppato nella cornice dell’Interior Landscape, ovvero in quel complesso sistema di significati che assume nel campo dell’Architettura del nostro Paese – si pensi all’altissimo valore territoriale della cosiddette aree interne che scontano oggi anni di assenza di strategie per contenere o invertire i fenomeni di abbandono e degrado; il richiamo, tuttavia, è anche agli “interni” intesi come luogo fisico dell’architettura che rappresentano – forse – una frontiera poco valorizzata e raccontata delle sperimentazione del progetto.
Non poteva mancare un approfondimento sui concorsi, più croce che delizia, delle pubbliche amministrazioni e metodologia di scelta sempre più utilizzata anche dai grandi committenti privati. Ospite d’onore è stato il critico britannico William J. R. Curtis.
La rassegna, promossa da PresSTfactory, in collaborazione con lo Studio la Monaca, con il patrocinio del Parco Archeologico di Selinunte e Cave di Cusa, Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti, Conservatori della Provincia di Trapani, Fondazione Architetti nel Mediterraneo di Trapani “Francesco La Grassa” e con il sostegno della Fondazione Sicilia ha assegnato anche i seguenti premi: Premio Speciale Fondazione Sicilia a Alberto Cecchetto, Premio Speciale Design a Massimo Iosa Ghini, Premio alla Carriera a Franco Zagari, Premio Nazionale a Camillo Botticini e alla rivista IO Arch.
Sono stato felice di aver partecipato all’evento.