Parla l’ANCE: 2023 positivo per l’edilizia, atteso calo nel 2024

2002
Impalcatura cantiere
Foto di Josh Sorenson su Pexels

L’Osservatorio conferma la crescita del settore edile per il terzo anno consecutivo, ma le previsioni per il 2024 parlano di una flessione del -7,4% degli investimenti

L’analisi dello stato di salute del comparto edile per il 2023, presentato da ANCE il 30 gennaio 2024, fotografa un aumento dei livelli produttivi del settore pari al +5% su base annua. L’edilizia si riconferma ancora in crescita: in soli tre anni, infatti, gli investimenti sono aumentati quasi di 75 miliardi di euro, somma che ha recuperato in grande parte il gap di produzione ancora legato alla crisi del 2008.

Nello specifico la crescita sarebbe stata trainata dagli investimenti per la riqualificazione abitativa, opera dei bonus edilizi, e dal comparto delle opere pubbliche, sul quale hanno inciso in modo positivo il PNRR e la chiusura dei fondi strutturale 2014-2020.

Il quadro per il 2024 si presenta però diverso. Le previsioni esposte nell’Osservatorio congiunturale parlano di uno scenario macroeconomico incerto, influenzato dalla tensioni geopolitiche, dall’inflazione e dalla politica monetaria. Secondo ANCE il comparto edile sarebbe molto sensibile a tale contesto e per questo che nell’anno in corso ci si aspetta una riduzione del -7,4% degli investimenti nelle costruzioni.

Il risultato risentirà del mancato apporto della manutenzione straordinaria, legato allo stop della cessione del credito e dello sconto in fattura. Così, se nell’ultimo triennio la manutenzione straordinaria ha rappresentato il 40% del mercato, nell’anno in corso, sempre secondo l’ANCE, subirà una flessione del 27%.

D’altro canto, però, la previsione per il 2024 considera ancora in crescita gli investimenti in opere pubbliche (+20%), legati alla necessaria accelerazione degli investimenti del PNRR, sempre più centrale per il sostegno all’economia e al settore delle costruzioni.

Un trend ancora positivo

Anche nel 2023 l’influenza dei bonus è stata evidente. Gli incentivi per la riqualificazione energetica e sismica del patrimonio immobiliare hanno giocato un ruolo di primo piano per lo sviluppo delle costruzioni e per l’economia in generale. Secondo le analisi Enea-MASE, infatti, entro fine anno le agevolazioni edilizie hanno generato investimenti superiori ai 44 miliardi di euro, più di quanto osservato nel 2022 (il totale ammontava a circa 35,4 miliardi).

Un contributo importante è stato fornito dai bonus ordinari, come ristrutturazioni, Sismabonus, barriere architettoniche, che nei primi undici mesi del 2023 hanno mosso un giro d’affari di oltre 38 miliardi. A onore del vero, però, la cifra, sebbene elevata, registra un lieve calo (-5%) rispetto ai livelli dello stesso periodo del 2022.

Infine, ricorda l’Osservatorio congiunturale, il settore delle costruzioni è centrale nelle politiche di sviluppo dell’economia definite nel PNRR, sia per l’ammontare di investimenti pubblici in infrastrutture, che per le riforme previste, che interessano ambiti prioritari per l’edilizia. Questi investimenti e riforme, infatti, potranno servire a innescare una crescita sostenibile e di lungo periodo.

I comparti di settore e la spinta dei bonus

L’aumento dei livelli produttivi indicato dall’ANCE per gli investimenti edilizi nel 2023 è generalizzato a tutti i comparti, a partire dalla nuova edilizia residenziale, per cui è stato rilevato un aumento del +1,3% in termini reali su base annua (la stima è legata all’andamento positivo dei permessi di costruire in atto dal 2016).

Gli investimenti in recupero abitativo, che rappresentavano già il 40% del totale di settore, hanno osservato nel 2023 un ulteriore aumento del +0,5% in termini reali. È importante ricordare che su questo comparto incidono ancora gli incentivi fiscali previsti per la riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente. Nel caso della manutenzione abitativa, infatti, dal 2008 al 2020 è stato possibile registrare un progressivo aumento dei livelli produttivi.

Anche nel biennio post-pandemico, con il Superbonus 110% e le opzioni di cessione del credito e sconto in fattura, il recupero abitativo ha svolto ruolo decisivo per lo sviluppo per il settore. Nel corso del 2023, complice la scadenza del Superbonus 110% fissata al 31 dicembre, i lavori conclusi hanno osservato una forte accelerazione. Allo stesso tempo, la cessione del credito e lo sconto in fattura hanno limitato l’impegno finanziario da parte dei cittadini e hanno coinvolto una platea più ampia di soggetti.

Rispetto al comparto non abitativo, gli investimenti privati in costruzioni non residenziali segnano una crescita del +5,0% che conferma il trend positivo in atto dal 2016, di cui fa eccezione solo il 2020. La stima considera i permessi di costruire per l’edilizia non residenziale e dati ancora positivi del credito all’edilizia strumentale che nel corso dei primi nove mesi del 2023 ha mostrato, secondo i dati di Banca d’Italia, un aumento dell’11,5% su base annua.

Anche le costruzioni non residenziali pubbliche evidenziano un +18% nel 2023 rispetto all’anno precedente. Un simile andamento si spiega principalmente da due fattori: il PNRR e la chiusura, al 31 dicembre 2023, della programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali europei.

Oltre ai dati evidenziati, per la Presidente ANCE Federica Brancaccio il 2024 chiuderà in negativo, anche se “per il 2025 si prevede di nuovo un aumento del settore edile”, a patto che si giochi bene il PNRR.

Fonti:

CONDIVIDI

NESSUN COMMENTO

SCRIVI UNA RISPOSTA