Città metropolitane, firmata la Carta di Reggio Calabria

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L’Istituto Nazionale di Urbanistica e l’Ordine provinciale degli architetti hanno siglato lo scorso 18 luglio per mano dei loro presidenti, Silvia Viviani e Paolo Malara, la “Carta di Reggio Calabria”, un documento dedicato alle nascenti Città Metropolitane e alle istituzioni in generale.

Si tratta della sintesi finale del Festival delle Città Metropolitane, la tre giorni di approfondimenti e dibattiti che si è svolta nella città calabrese, ma anche di una serie di iniziative portate avanti nei mesi passati.

Le Città Metropolitane rappresentano una grande opportunità di cambiamento nella pianificazione, un cambiamento che metta al centro le relazioni tra persone, la qualità della vita e la sostenibilità ambientale. Tra gli impegni richiesti attraverso il testo, infatti, emergono: un vincolo di spesa del 20% da destinare alle politiche ambientali, la realizzazione di un grande parco metropolitano, piani di gestione dei centri storici e di tutti i beni culturali, sistemi di mobilità multimodale, iniziative per la comprensione della domanda di progetto espressa dalle cittadinanze autoctone e straniere per la formazione della città interculturale, la creazione di nuovi paesaggi urbani e territoriali salubri ed ecologici, la valorizzazione dei capitali socio-territoriali per favorire uno sviluppo locale in grado di autosostenersi.

Inoltre il documento propone che per l’elezione dei sindaci sia fatto esplicito riferimento alle proposte politiche metropolitane nei programmi elettorali, che si istituisca la Conferenza Stato / Città Metropolitane e che le Città Metropolitane facciano da veicolo per la costituzione delle macroregioni.

“L’abbiamo detto più volte in questi giorni – ha evidenziato la presidente dell’Inu Silvia Viviani secondo quanto pubblica Edilportalele Città Metropolitane non devono essere intese come una mera sostituzione delle Province, bensì come organismi completamente nuovi nelle finalità e nella struttura, che sappiano superare l’attuale logica politica dei ‘compartimenti stagni’ per abbracciare in una visione più ampia l’organizzazione degli spazi urbani e dei processi socio – economici”.

Paolo Malara ha, invece, promesso che la Carta sarà sottoposta “a tutte le istituzioni ai vari livelli, dal Governo centrale alle nascenti città metropolitane. Quello che proponiamo è un modo nuovo di guardare al territorio, recuperando una visione d’insieme per puntare a nuovi modelli di sviluppo sostenibile”.

 

Foto credit: Nicolò Lazzati

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