Dopo la dichiarazione dello stato d’emergenza, il governo vara il “Decreto Ischia” in aiuto delle popolazioni colpite dalla frana del 26 novembre scorso. Il decreto stanzia ulteriori 10 milioni di euro e prevede alcune misure a favore dei cittadini di Casamicciola e Lacco Ameno.
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 3 dicembre, il “Decreto Ischia” contiene misure urgenti per la gestione dell’emergenza e l’aiuto alle popolazioni colpite dalla frana del 26 novembre. Le misure contenute nel decreto si aggiungono alla dichiarazione dello stato di emergenza nel territorio dell’isola (che durerà per almeno un anno) e ai 2 milioni di euro stanziati per far fronte ai primi interventi di soccorso e assistenza alla popolazione e di ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture.
Cosa prevede il Decreto Ischia
Il Decreto Ischia contiene misure a favore della popolazione dei due comuni ischitani più colpiti: Casamicciola e Lacco Ameno. Le misure intervengono a livello civile, penale, amministrativo, tributario, militare e contabile. Nel dettaglio, il decreto dispone:
- la sospensione dei termini relativi agli adempimenti e versamenti tributari, contributivi o di pagamento delle cartelle di pagamento per i residenti delle zone colpite fino al 30 giugno 2023;
- la sospensione, fino al 31 dicembre 2022, dei termini processuali e dei giudizi civili e penali presso il Tribunale di Ischia o di altri Tribunali nel caso in cui la parte o il difensore siano residenti nella zona colpita dall’evento alluvionale;
- la sospensione, fino al 31 dicembre 2022, per i giudizi amministrativi, contabili, tributari e militari;
- la proroga al 31 dicembre 2023 del termine per la cessazione della Sezione distaccata insulare di Ischia, attualmente fissata al 31 dicembre 2022.
Sicurezza del territorio, cosa (non) si è fatto in passato e cosa è possibile fare in futuro
Ad oggi, la situazione ad Ischia è al limite. Gli edifici interessati dalla frana sono circa un migliaio; tra questi, molti sono inagibili o a rischio. Il 49% del territorio ischitano è classificato a pericolosità elevata o molto elevata e oltre 13.000 persone risiedono in aree in aree a maggiore pericolosità per frane. Il dissesto idrogeologico è un problema che riguarda tutta Italia. Secondo l’ultimo rapporto ISPRA, il 93,9% dei comuni italiani è a rischio per frane, alluvioni e/o erosione costiera,1,3 milioni di abitanti sono a rischio frane e 6,8 milioni di abitanti a rischio alluvioni.
Per contrastare il rischio idrogeologico e riparare ai danni che ha causato in diverse parti del Paese, negli ultimi anni sono state stanziati diversi finanziamenti. Uno di questi è riconducibile al progetto “Proteggi Italia” del 2019, che aveva destinato oltre 10 miliardi di euro alla sicurezza del territorio, da spalmare nel triennio 2019-21. Eppure, poche di queste risorse sono state effettivamente utilizzate, incastrate tra la mancanza di progettualità e la burocrazia che troppo spesso si incontra, a vari livelli.
In ogni caso, i finanziamenti servono a poco, senza un’adeguata strategia di prevenzione, supportata da strumenti efficienti di monitoraggio. Per questo è fortemente atteso il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC), ancora fermo al 2018. Dopo la tragedia di Ischia, sembra che qualcosa stia tornando a muoversi. Il governo ha promesso che il testo verrà pubblicato entro dicembre per poi essere sottoposto ad una consultazione pubblica e, prevedibilmente entro il prossimo marzo, varato definitivamente. Un’attesa lunghissima che speriamo si concluderà entro pochi mesi.
Fonti: Teknoring.com, Ediltecnico.it, Repubblica.it