Dissesto idrogeologico: mancano gli interventi, non le risorse

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I soldi per avviare i lavori dei cantieri per la messa in sicurezza e manutenzione del territorio contro il dissesto idrogeologico ci sono, ma non vengono spesi. Si tratta di circa 1,6 miliardi di euro, l’80% dei fondi messi a disposizione per il piano nazionale straordinario per la mitigazione del rischio idrogeologico lanciato nel 2009.
A denunciare la situazione #DissestoItalia, la grande inchiesta multimediale sul dissesto idrogeologico realizzata da un gruppo di giornalisti indipendenti di Next New Media e presentata il 7 febbraio a Roma da Ance, Architetti, Geologi e Legambiente. Una raccolta di analisi, immagini, dati e testimonianze raccolte in un webdoc che verrà diffuso per la sensibilizzazione di politici, istituzioni e opinione pubblica sulla preoccupante situazione nazionale.
Sono oltre 1.000 i cantieri che dovrebbero già essere al lavoro per la tutela ambientale contro erosione, rischio frane e alluviani. Le stesse cause di situazioni drammatiche nelle ultime settimane in Liguria, Toscana e Lazio e di qualche mese fa in Sardegna.
Tra le ragioni del mancato avvio all’attuazione del piano addotte dai costruttori, il timore sulla disponibilità di risorse nazionali disponibili e l’assenza di una regia statale. Una situazione paradossale dato che i fondi ci sarebbero e la cui spesa è stata già autorizzata dall’ultima Legge di Stabilità.
L’Ance, cogliendo l’occasione della presentazione del report di #DissestoItalia, ha stilato un piano in sette punti per la via d’uscita a questa situazione di stallo che preoccupa non poco tutto il settore:
1. Rapido utilizzo dei 1,6 miliardi di euro disponibili, già autorizzati in termini di cassa con la Legge di stabilità
2. Nuove risorse per la riduzione del rischio idrogeologico, utilizzando i fondi europei e il fondo sviluppo e coesione del 2014-2020
3. Esclusione degli investimenti per la prevenzione dal Patto di stabilità interno degli enti territoriali
4. Forte regia centrale: il Governo ha il diritto/dovere di verificare il tempestivo utilizzo dei fondi da parte egli enti finanziati e deve mettere in competizione i progetti
5. Tempi rapidi e certi per l’utilizzo delle risorse: appalti entro 60 gg per i progetti pronti e attribuzione dei fondi ad un altro soggetto attuatore in caso di inadempienza
6. Gare trasparenti e veloci
7. Ricostituzione del tessuto imprenditoriale specializzato

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