Edilizia in Italia +3,3% rispetto al 2017

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In Europa l’edilizia riprende a camminare, lo ha rilevato Eurostat, l’ufficio statistico dell’UE, che fornisce un servizio informativo statistico di elevata qualità, con dati comparabili tra Paesi e regioni.

Nei paesi dell’eurozona il mese di aprile di quest’anno ha fatto segnare un progresso medio del +1,8% dopo un primo trimestre tutto in negativo.

E se in Italia la percentuale di “neet”, i giovani tra 18 e 24 anni che non hanno un lavoro né studiano, è la più alta d’Europa con un rapporto di 1 su 4, il settore edile dà qualche soddisfazione in più.

Il secondo trimestre del 2018 fa segnare una ripresa del +3,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. (Fonte ANSA)

Dati che però, in un quadro generale, non segnano ancora un reale miglioramento. Rispetto al 2010, infatti, in Italia il calo è del 36,7%. Come si può osservare dai grafici realizzati da Jodi.Graphics.

Ed è questo probabilmente il motivo per il quale si fatica a percepire un cambio di rotta. Il settore delle costruzioni fa segnare trend realmente positivi sono in alcune aree ben delimitate. Paesi come la Slovenia (+9,8%), l’Ungheria (+6,5%) e la Germania (+3,3%), sembrano davvero essere usciti dalla crisi. Opposta invece è la situazione di Spagna (-3,6%), Belgio (-1,8%) e Slovacchia (-1,4%).

Ne abbiamo più volte parlato, non ci sono soluzioni che possano essere “estratte dal cilindro”, ma alcune certezze da cui partire sì.

Innanzitutto bisogna proporre un cambiamento generalizzato dell’intero settore, per usare le parole e il suggerimento che Mark Farmer, leader internazionale dell’industrializzazione edilizia nonché imprenditore e consulente del Governo inglese, ha dato al Rebuild 2018, tenutosi a Riva del Garda qualche settimana fa.

In secondo luogo, bisognerebbe porre l’attenzione verso l’edilizia pubblica che, come avevamo scritto qualche tempo fa, registra un lieve incremento dal 2015.

Questo minimo miglioramento è stato generato dai segnali positivi sul mercato immobiliare, da attribuirsi ai mutui erogati alle famiglie per l’acquisto della prima casa, e alla pubblicazione di bandi di gara per lavori pubblici.

Insomma un percorso difficile che ancora non si è concluso.

Noi, purtroppo sperando in reali buone notizie, aspettiamo la prossima puntata.

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