Edilizia, l’innovazione indispensabile per non soccombere

1599

Tante le tematiche sul tavolo in questi giorni, il mondo dell’edilizia è in pieno fermento: la richiesta di Confindustria e dell’Ance di rivedere il Codice Appalti; il progetto Scuole Innovative che finalmente va avanti; e poi ancora questioni sull’equo compenso e l’annoso problema del ritardo dei pagamenti nella Pubblica Amministrazione.

Insomma una serie infinita di considerazioni sentite e risentite che in realtà portano a una sola soluzione possibile: bisogna proporre un cambiamento generalizzato dell’intero settore.

La resistenza a qualsiasi tipo di evoluzione, purtroppo, è una condizione che colpisce indistintamente dall’Inghilterra alla Nuova Zelanda. Mark Farmer, leader internazionale dell’industrializzazione edilizia nonché imprenditore e consulente del Governo inglese, ritiene che “l’Italia abbia la possibilità di sfruttare l’eccellenza del settore manifatturiero anche nell’ambito delle costruzioni”.

È questo infatti l’oggetto della relazione che terrà a Riva del Garda il 29 e il 30 Maggio in occasione del REbuild.

Farmer, che è anche l’autore di un report molto “crudo” sullo stato delle costruzioni dal titolo “Modernize or Die“, ha in mente alcune possibilità per uscire dalla crisi che le costruzioni stanno attraversando, una tra tutte l’edilizia off-site.

Ne aveva parlato già il Sole24Ore in un articolo del 22 giugno 2017 e noi ne prendiamo per buona la definizione: “Si produce in fabbrica e il cantiere diventa il luogo dell’assemblaggio finale delle parti prodotte industrialmente. Va in questa direzione il mondo dell’edilizia più evoluta. “Off-site” è la parola chiave di chi guarda con interesse al digitale e all’industrializzazione, e di chi applica soluzioni ispirate all’automazione robotizzata e all’artigianato evoluto”.

Bisogna dare “una sveglia per il settore, affinché decida se vuole continuare come ha sempre fatto o trovare un modo nuovo e migliore di fare business“, questo l’obiettivo, la vera sfida sarà nell’attuazione di un programma di cambiamento a livello di settore che includa nuovi modelli di appalti e che abbia anche il sostegno del Governo”.

Sembra tutto già sentito vero? Eppure per la prima volta al REbuild verranno sottoposte alla Community una serie di progetti, come quelli di NH Hotels e Coima, con l’intento di raccogliere soluzioni innovative.

Tre le sfide lanciate per generare vantaggi in termini di competitività e attrattività:

  • il concetto di prefabbricazione degli elementi edilizi;
  • l’uso di materiali e prodotti certificati Cradle-to-Cradle (C2C);
  • Attuare principi di economia circolare.

Non ci sono al momento ristrutturazioni o progetti che si basino su questi principi che, secondo quanto affermano gli esperti del Gruppo NH Hotel, sarebbero capaci di ridurre costi e tempistiche di cantiere, grazie a strumenti tecnologicamente avanzati.

Il nodo da sciogliere è quello del capire come tutto questo si possa applicare su molti building esistenti e non solo su nuove costruzioni.

Bisogna ripensare in generale tutto il “modo di abitare”, ai requisiti ormai indiscutibili di sicurezza, accessibilità e sostenibilità si aggiungono nuove sfide culturali e progettuali. Vedremo come andrà a finire.

NESSUN COMMENTO

SCRIVI UNA RISPOSTA