Fondi Europei: tutte le possibili opportunità per i progettisti

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L’Unione Europea mette a disposizione risorse che spesso non vengono utilizzate, come aiutare i progettisti ad accedere ai fondi europei?

A questa domanda ha provato a rispondere il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC) con un rapporto dedicato alla programmazione europea 2014 – 2020.

La strategia Europa 2020, il programma dell’UE per la crescita e l’occupazione per il decennio in corso mette l’accento su una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva come mezzo per superare le carenze strutturali dell’economia europea, migliorarne la competitività e la produttività e favorire l’affermarsi di un’economia di mercato sociale sostenibile.

Se inizialmente i professionisti erano esclusi dai Fondi europei, oggi, in base alla raccomandazione 2013/361/CE della Commissione, del 6 maggio 2013, e all’articolo 2, punto 28), del regolamento UE 1303/2013, possono invece accedere ai finanziamenti sia erogati direttamente dall’Unione Europea sia attraverso i bandi erogati dalle Regioni nell’ambito dei POR FEESR e FSE.

Le normative europee sono state recepite In Italia con la Legge di stabilità 2016, che all’art. 1, comma 821, equipara i liberi professionisti alle piccole e medie imprese nell’accesso ai Piani Operativi POR e PON.

Secondo le rilevazioni del Cnappc la Regione Toscana è l’unica nel territorio che ha esperienza nella nuova collocazione dei liberi professionisti come destinatari dei Fondi Comunitari.

Come si legge su Edilportale, è la sola Regione in Italia che, nel 2017, “ha emesso una delibera di recepimento che definisce dettagliatamente i requisiti di accesso ai bandi, ha previsto nel Comitato di sorveglianza una rappresentanza specifica delle professioni sia ordinistiche sia non ordinistiche e ha inoltre emesso bandi FSE specificatamente rivolti ai liberi professionisti”.

Nelle altre regioni si prevede la presenza nei Comitati di Sorveglianza di rappresentanti dei liberi professionisti, soprattutto attraverso Confprofessioni, almeno a titolo consultivo.

In generale, sulla base della nuova normativa, i bandi FESR destinati alle piccole e medie imprese sono aperti anche ai liberi professionisti. In presenza di codici ATECO coerenti con quanto previsto dai bandi, i professionisti possono quindi partecipare anche se non espressamente indicati tra i beneficiari.

Tuttavia, secondo il Cnappc, si rileva ancora un ritardo nella qualità e finalizzazione dei bandi che spesso non prevedono azioni specifiche per i liberi professionisti.

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