Il 70% del mercato edile è rappresentato dalle ristrutturazioni

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Le ristrutturazioni rappresentano circa il 70% del mercato per il settore edile. Sono, infatti, 9 milioni gli interventi di recupero edilizio realizzati dal 1998 ad oggi, 2,5 milioni quelli di efficientamento energetico dal 2007.

A dirlo sono i dati del quarto Rapporto dell’Osservatorio congiunto su Innovazione e Sostenibilità nel Settore Edilizio “Costruire il futuro”, redatto da Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil e Legambiente e presentato lo scorso 28 gennaio.

Lo studio sostiene che nel nostro Paese sono presenti tutte le condizioni perché il settore edilizio esca dalla crisi, mettendo al centro delle politiche le città e la rigenerazione energetica e statica del patrimonio esistente. A dimostrarlo sono gli stessi cambiamenti subiti dal settore in questi anni difficili: è evidente che il baricentro si sia spostato verso il recupero, che oggi rappresenta il 70% del mercato complessivo.

Sono le politiche europee, oggi, ad aiutarci a individuare la rotta per i prossimi anni. – si legge nel comunicato di Legambiente – Una strada, peraltro, tracciata chiaramente dall’accordo sulla riduzione delle emissioni di CO2 uscito dalla COP21, che porterà l’Unione Europea a rivedere obiettivi e strumenti per accelerare la transizione. A motivare il cambio radicale delle priorità è l’idea che l’edilizia rappresenti davvero oggi un settore strategico per l’economia e lo sviluppo e che il suo profilo debba essere ridefinito per migliorare non solo qualità e prestazioni degli edifici, ma anche per scongiurare i rischi crescenti per le persone e il territorio legati ai cambiamenti climatici”.

I dati dimostrano anche che intervenire sulle prestazioni energetiche degli edifici produce non soltanto vantaggi locali, in termini di riduzione dell’inquinamento, ma anche per l’economia, riducendo la spesa energetica delle famiglie, che ogni anno si aggira in media sui 1.500/2.000 euro a famiglia.

Obiettivi primari individuati dallo studio saranno, quindi, superare gli ostacoli alla riqualificazione del patrimonio edilizio, incentivare la riqualificazione dei condomini, promuovere un progetto industriale per il settore delle costruzione.

“In particolare – si legge ancora nel comunicato di Legambiente – occorre semplificare gli interventi, dare certezze agli investimenti e rendere strutturali le detrazioni fiscali legandole alla classe energetica degli edifici, premiare il miglioramento delle prestazioni, introdurre controlli e sanzioni per garantire i cittadini sulle prestazioni energetiche e la sicurezza degli edifici. E’ nell’interesse delle famiglie che ogni edificio si doti di un libretto unico del fabbricato antisismico, energetico, del rumore”.

Per quanto riguarda la necessità di un vero e proprio progetto industriale per il settore, l’obiettivo è quello di aprire i cantieri della rigenerazione edilizia attraverso soluzioni standardizzate e replicabili di retrofit che permettano di ridurre tempi e costi a fronte di prestazioni garantite in termini energetici e di sicurezza antisismica. Una sfida che incrocia la ricerca sui materiali e le tecniche di intervento con l’organizzazione delle imprese e la formazione dei lavoratori.

A mancare è un’idea chiara su chi si debba occupare di guidare questi processi, c’è in merito una grande confusione: di efficienza energetica si occupano ad oggi, infatti, il Ministero delle Infrastrutture, quello dello Sviluppo Economico, quello dell’Ambiente, oltre ad Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile).

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