L’edilizia in sciopero: basta morti sul lavoro

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Hanno incrociato le braccia e sono scesi in piazza questa mattina a Montecitorio i lavoratori edili, in occasione dello sciopero nazionale di un’ora in tutti i cantieri, proclamato da Cgil, Cisl e Uil per dire basta alla strage di morti bianche.

“Dai nostri dati, il bilancio provvisorio degli infortuni mortali nelle costruzioni per il 2016 è terribile – è quanto hanno dichiarato i sindacati nel proclamare lo sciopero, secondo quanto pubblicato da Adnkronoscon un incremento delle vittime ad oggi di oltre il 27% rispetto al 2015, e a questo dato drammatico si aggiunge quello relativo alle vittime over 60 il cui numero è più che raddoppiato rispetto all’anno precedente”.

I lavoratori si sono riuniti in assemblee in tutta Italia, quelli dei cantieri di Roma e Lazio hanno poi raggiunto piazza Montecitorio, dove con striscioni, cori, bandiere e un flash mob hanno denunciato una situazione ormai inaccettabile e sottolineato l’esigenza di sensibilizzazione su sicurezza e infortuni sul lavoro.

I morti sul lavoro non sono figli del caso, ma degli effetti di una incultura di impresa che negli anni è stata favorita dal legislatore – è quanto ha dichiarato Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil, secondo quanto pubblica il sindacato stesso – Con la crisi, anziché rafforzare ogni strumento utile a far crescere la regolarità del lavoro e gli investimenti in sicurezza, si è scelta una strada diversa, che ha generato mostri: penso ai voucher, al massimo ribasso negli appalti, al depotenziamento del Documento Unico di Regolarità Contributiva, alla liberalizzazione delle Partite IVA nei cantieri. Penso alla scelta di mettere in soffitta la patente a punti, strumento fondamentale per selezionare le imprese che investono meglio e di più sulla regolarità del lavoro e sulla sicurezza. Penso all’indebolimento dei servizi ispettivi e del sistema dei controlli. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti: crescono gli infortuni mortali rispetto al 2015. E crescono gli operai over 60 coinvolti in incidenti gravi e mortali, un dato terribile, più che raddoppiato. Il governo ha sempre detto che era sbagliato che un operaio edile potesse stare su un impalcatura o alla guida di una gru a 63 o 65 anni, e allora perchè inserire per l’Ape agevolata a 63 anni solo chi avrà 36 anni di contributi e almeno 6 anni continuativi, cioè un traguardo impossibile per gli edili? Dei circa 20mila operai over 60 registrati alle Casse Edili forse qualche centinaio ha la fortuna di avere quei requisiti, gli altri continueranno a rischiare la vita sulle impalcature. Insistiamo quindi nel chiedere al Governo e al Parlamento di ridurre i 36 anni e togliere il riferimento alla continuità del lavoro, allora sì che avremo salvato la vita a qualche migliaio di operai anziani.

 

Foto credit: Evan Blaser

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