Novità e sfide del 2023 per il settore dell’edilizia

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Come si prospetta il nuovo anno per i professionisti e i tecnici del settore edile? Di certo ci si dovrà confrontare con il Codice Appalti, le rinnovate regole del Superbonus e gli investimenti previsti dal PNRR, mentre l’emergenza climatica chiede con urgenza nuove soluzioni.

Il 2023 sarà un anno ricco di cambiamenti per chi lavora nell’edilizia. Alcune novità già annunciate diventano certezze: il nuovo Codice Appalti entrerà in vigore l’1 aprile prossimo, sostituendo il vecchio, mentre il Superbonus cambia regole e scadenze. Alcuni temi restano però irrisolti e sappiamo già che saranno ampiamente dibattuti anche quest’anno: tra questi, la realizzazione del Ponte sullo Stretto e la spesa dei fondi allocati dal PNRR, pari a 108 miliardi di euro di investimenti.

Nel frattempo, l’emergenza climatica rientra tra quelle questioni che non possono più essere rimandate. Abbiamo visto quanto possano essere tragiche le sue conseguenze e non avere una strategia per affrontarle fa emergere tutta la fragilità del nostro Paese.

Il nuovo Codice Appalti

Le novità introdotte dal nuovo testo, in vigore dall’1 aprile 2023, sono numerose. Ne abbiamo già parlato in questo articolo e, in sintesi, riguardano la riduzione dei termini per la progettazione, la previsione di un meccanismo di superamento del dissenso, l’introduzione dell’appalto integrato e del subappalto a cascata, l’obbligo di inserimento delle clausole di revisione prezzi.

Le reazioni dei professionisti dell’edilizia non si sono fatte attendere. Particolarmente aspre le critiche attorno all’appalto integrato, una formula che rischia di relegare la fase di progettazione a un ruolo marginale, con la qualità dell’opera messa in secondo piano.

Le nuove regole del Superbonus

I cambiamenti a cui è stato più volte sottoposto il Superbonus sembrano destinati a fermarsi. Il DL Aiuti Quater prevede che l’aliquota del bonus sarà ridotta dal 110 al 90% e pone vincoli e scadenze più stringenti. 

Nel frattempo, il numero di passaggi per la cessione del credito d’imposta passa da 4 a 5. Dopo la prima cessione, che resta libera, si potranno operare 3 cessioni a favore di banche, intermediari finanziari e assicurazioni. Le banche potranno sempre cedere i crediti ai clienti con Partita Iva.
Inoltre, è stato previsto che SACE (società controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze) potrà offrire alle banche garanzie sui finanziamenti alle imprese edili che si sono ritrovate in crisi di liquidità a causa degli intoppi nel meccanismo della cessione dei crediti.

Le opere del PNRR

A un anno e mezzo dall’avvio del PNRR, che vede il settore delle costruzioni coinvolto nella realizzazione di 108 miliardi di euro di investimenti, la programmazione e la ripartizione dei fondi è quasi completa (siamo circa all’89%). Le regioni che ospitano i maggiori investimenti sono la Lombardia e la Campania con 11,5 miliardi di euro, la Sicilia con circa 9 miliardi di euro e il Veneto con 8,5 miliardi. 

Se la ripartizione dei fondi è avvenuta rapidamente, la loro spesa sta riscontrando alcune difficoltà, accumulando grossi ritardi, imputabili al caro materiali, alla complessità delle procedure richieste dal PNRR e alle capacità amministrative e progettuali degli enti pubblici. Diventa quindi urgente accelerare sull’attuazione del Piano e sulla progettazione delle opere, soprattutto al Sud, dove soltanto il 36% delle amministrazioni competenti è impegnato nella fase di redazione del progetto esecutivo.

Il Ponte sullo Stretto di Messina

Definito dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, come “un’opera di preminente interesse nazionale”, il Ponte sullo Stretto è tornato al centro del dibattito pubblico e politico.
Storicamente si tratta di un tema ampiamente discusso, in cui si mescolano argomenti di carattere ingegneristico, ambientale, burocratico, politico, finanziario, sociale. 

Ne abbiamo parlato in uno dei nostri ultimi articoli, adesso staremo a vedere se non si tratti di propaganda politica o di effettiva volontà a vedere realizzata l’infrastruttura italiana più discussa di sempre. 

L’emergenza climatica e il PNACC

I cambiamenti climatici rappresentano e rappresenteranno in futuro una delle sfide più rilevanti da affrontare, a livello globale e in Italia. Il nostro Paese si trova nel cosiddetto “hot spot mediterraneo”, un’area particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici, oltre che soggetta a rischi naturali come fenomeni di dissesto, alluvioni, erosione delle coste e carenza idrica.

Si apre con questa premessa il Piano Nazionale di adattamento al Cambiamento climatico, finalmente aggiornato a fine dicembre 2022, dopo circa quattro anni di silenzio. L’obiettivo principale del PNACC è fornire un quadro di indirizzo nazionale per l’implementazione di azioni finalizzate a ridurre al minimo i rischi derivanti dai cambiamenti climatici e migliorare la capacità di adattamento dei sistemi naturali, sociali ed economici.
Sembra un importante passo per evitare il ripetersi di eventi tragici come quelli, per citare i più recenti, che hanno coinvolto le Marche e Ischia.

Fonti: Teknoring.com, Ance.it, Mite.gov.it

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