Professionisti e imprese bocciano il nuovo Superbonus

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Mancato confronto con le imprese, cessione dei crediti irrisolta, nessun periodo transitorio. Gli operatori dell’edilizia bocciano il nuovo Superbonus che prende forma insieme al Decreto Aiuti Quater, mentre Ance paventa un blocco totale del settore.

Il Superbonus è destinato a cambiare ancora. Il Decreto Aiuti Quater, approvato lo scorso 12 novembre dal consiglio dei ministri, ma non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale, riscrive le regole del Superbonus. L’aliquota scenderebbe al 90% nel 2023 e verrebbe introdotto il nuovo sistema del reddito di riferimento. 

Un cambiamento che non piace ai professionisti e alle imprese del settore che fanno sentire la propria voce attraverso le associazioni di categoria. Ance, RTP (Rete delle Professioni Tecniche), Federcostruzioni e ANIMA (associazione di Confindustria che rappresenta le aziende della meccanica varia e affine) condividono le loro preoccupazioni e chiedono che i loro punti di vista vengano presi in considerazione dal governo.

La posizione di Ance sulle novità del Decreto Aiuti Quater

«Siamo consapevoli della necessità del Governo di tenere sotto controllo la spesa, ma cambiare le regole del superbonus in 15 giorni significa penalizzare soprattutto i condomini che sono partiti per ultimi, […] quelli delle periferie e delle fasce meno abbienti che per far partire i lavori hanno avuto bisogno di tempi più lunghi e della necessità di vedere interamente coperti finanziariamente gli interventi».
Sono le parole della presidente di Ance, Federica Brancaccio, che non ha mai nascosto le proprie preoccupazioni sul continuo cambiamento delle regole e delle prospettive del bonus.

Il rischio è il caos, per le imprese e per i cittadini: tempistiche poco chiare, cantieri bloccati, mancanza di liquidità per le imprese. Senza contare l’apertura di innumerevoli contenziosi: il passaggio dal 110% al 90%, infatti, potrebbe comportare l’annullamento dei contratti giù firmati, giustificato dal cambiamento delle condizioni economiche. 
Si prospetta una situazione allarmante che, oltre a condizionare il presente, si riverserebbe inevitabilmente sul futuro. «Se si cambiano le regole in corsa adesso, chi si fiderà più, investendo denaro in questi lavori?», dice Brancaccio.

RPT e ANIMA prevedono forti ripercussioni sulla riqualificazione energetica ed edilizia

Anche la Rete Professioni Tecniche esprime la propria preoccupazione per le modifiche alla disciplina dei bonus edilizi, sottolineando le ripercussioni economiche e ambientali di un cambiamento così immediato. 

«Senza un piano di riqualificazione energetica degli edifici appare impensabile centrare gli obiettivi di risparmio energetico e di lotta ai cambiamenti climatici», si legge nella nota diffusa da RPT. La Rete ha annunciato inoltre la presentazione di una ricerca commissionata al Censis, una valutazione sui bonus edilizi che confermerà la piena sostenibilità degli incentivi. 

Dello stesso parere ANIMA: «La restrizione dello strumento e la possibile eliminazione della cessione del credito d’imposta potrebbero avere effetti devastanti. La cessione del credito, in particolare, è uno strumento fondamentale che ha dimostrato di poter portare i contributi più rilevanti alla riqualificazione del parco edilizio».

Federcostruzioni: “Necessario un regime transitorio”

La Presidente di Federcostruzioni, Paola Marone, non nasconde il proprio sconforto a proposito delle ultime decisioni in merito al Superbonus, prese senza un confronto con le categorie interessate.

«Si tratterebbe tra l’altro di una modifica in corso, senza prevedere un regime transitorio, che getterebbe definitivamente il mercato nel caos con centinaia di famiglie e imprese gravemente danneggiate». Un’ulteriore aggravante alla situazione che le imprese edili stanno già vivendo, strette tra la crisi di liquidità, la crescita dell’inflazione e il caro materiali ed energia. 

Il nodo della cessione del credito e la richiesta di un periodo transitorio

Resta da sciogliere il nodo delle cessioni, con i cassetti fiscali pieni di crediti che le imprese non riescono a liquidare. Una questione su cui imprese e professionisti chiedono da tempo notizie più chiare e che rischia di paralizzare il meccanismo dei bonus, di qualunque percentuale essi siano.

La richiesta al governo, sulla revisione del Superbonus e sulle cessioni, è di fermarsi a ragionare. Per concludere con le parole di Federica Brancaccio, bisognerebbe «aprire un tavolo di confronto per definire un quadro di regole chiaro e stabile che consenta all’Italia di non arretrare nel percorso di crescita e di raggiungimento degli obiettivi di risparmio e di autonomia energetica che la maggioranza di governo ha sempre dichiarato di voler perseguire».

Fonti: Ance.it, Teknoring.com, IlSole24Ore.com

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