Quartieri degli artisti per riqualificare immobili pubblici inutilizzati

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Decreto Francescini: 15 milioni di euro destinati alla riqualificazione di immobili pubblici inutilizzati

Finanziamenti e incentivi per riqualificare e riconvertire immobili pubblici abbandonati e trasformarli così in “quartieri degli artisti”. Questo è solo uno dei punti presentati nel ddl turismo, correlato alla Legge di Bilancio 2020, in discussione alla Camera.

Nonostante, infatti, sia ancora un disegno di legge alcune delle proposte del decreto Franceschini sono già trapelate alla stampa.

Per esempio, con lo scopo di rivitalizzare e favorire le imprese turistiche e le attività commerciali sono state presentate alcune iniziative specifiche per il settore, tra le quali:

  • la proroga del credito d’imposta per la riqualificazione le strutture ricettive;
  • la riconversione di immobili pubblici inutilizzati e la creazione di “quartieri degli artisti”

Per il primo caso, il limite di spesa pare sia fissato a 100 milioni di euro l’anno, mentre per il secondo a 15 milioni.

Quartieri degli artisti, quali incentivi

Che nasca un Montmartre in ogni città d’Italia noi ce lo auguriamo, ma vediamo quali sono i provvedimenti pensati per rivitalizzare le imprese turistiche e le attività commerciali. Specialmente in emergenza Coronavirus.

Probabilmente puntare sulla riqualificazione è ancora una volta la strada migliore da intraprendere. Riconvertire immobili pubblici inutilizzati sembra essere la soluzione.

Il disegno di legge prevede, infatti, che i comuni con più di 100 mila abitanti possano individuare delle zone franche da riconvertire. Con lo scopo di migliorare il decoro delle città e prevenire e contrastare fenomeni di degrado urbano e disagio sociale.

Per le imprese che poi decidano di trasferirsi in queste zone franche, riporta Edilportale, sarà possibile:

  • Ottenere l’esenzione dalle imposte sui redditi e sulle attività produttive, ma solo per i primi cinque periodi di imposta.
  • Essere esonerati dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali. Con esclusione dei premi per l’assicurazione obbligatoria infortunistica, a carico dei datori di lavoro, e sulle retribuzioni da lavoro dipendente.
  • Ottenere un comodato con obbligo di manutenzione per gli edifici pubblici non utilizzati.

    Comodato con obbligo di manutenzione: quali condizioni

In sostanza, sarà possibile di ricevere in comodato beni immobili di proprietà dello Stato, non utilizzati per fini istituzionali. Ma solo nei Comuni con popolazione inferiore ai 1000 abitanti.

Il comodato avrà una durata massima di 10 anni. In quest’arco di tempo il comodatario avrà l’onere di effettuare sull’immobile, a proprie cura e spese, gli interventi di manutenzione per mantenere la funzionalità dell’immobile.

Se gli edifici, poi, servissero allo svolgimento di attività culturali, sarà possibile ottenere a titolo gratuito beni immobili statali abbandonato o in grave stato di sottoutilizzazione da almeno tre anni. Sempre per un massimo di 10 anni.

In questo caso, però, il concessionario avrebbe l’onere di effettuare a proprie cura e spese, gli interventi di manutenzione e gli altri interventi necessari a mantenere la funzionalità dell’immobile.

Infine, gli enti locali che volessero dare in concessione o in locazione i beni immobili di loro proprietà che richiedono interventi di restauro, potranno farlo richiedendo un canone agevolato, determinato dalle amministrazioni interessate, ai fini della riqualificazione e riconversione dei beni tramite interventi di recupero, restauro, ristrutturazione a spese del concessionario, anche con nuove destinazioni d’uso.

Credit Foto: Teatro di posa a Detroit, USA – Urbex – Dagospia

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