Sotto il segno del terremoto, tra ricostruzione e prevenzione

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Parlare di terremoto potrebbe sembrare uscire dal tema di questo blog, ma purtroppo, in Italia soprattutto, edilizia ed eventi sismici sono quanto più collegati.

I terremoti in particolare fanno parte della storia del nostro Paese dall’alba dei tempi. La storia delle nostre città è costellata di distruzioni.

Quello di Messina del 1908, che causò la morte di 120 mila persone è ancora oggi ricordato anche da chi non l’ha vissuto.

Ancora più vicini sono gli eventi sismici della Valle del Belice, nel 1968; delle Alpi Giulie, nel 1976; e ancora l’Irpinia, nel 1980. Fino ad arrivare al terremoto in Abruzzo del 2009 e al sisma che distrusse il Centro Italia nel 2016.

Da luglio 2001 le vittime sono 705. Le ultime 29 morte nel crollo dell’hotel di Rigopiano il 18 gennaio 2017.

Questi dati servono a far comprendere quanto un approccio più concreto, sia ricostruttivo che preventivo, sia quanto mai necessario.

Incentivi come il Sismabonus, seppur con le sue criticità, o i fondi predisposti ai Comuni per la messa in sicurezza degli edifici pubblici o ancora i programmi di riqualificazione dell’edilizia scolastica, sono tutti progetti volti alla prevenzione. Ma la ricostruzione?

Alla fine di gennaio 2018, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’Ordinanza 47/2018, è stato predisposto il partenariato pubblico-privato, e sono state stabilite le modalità di attuazione degli interventi finanziati con le donazioni al numero solidale 45500 e con i versamenti sul conto corrente della Protezione civile.

Inoltre, l’arrivo dei fondi, per più di un miliardo di euro, per finanziare delle opere pubbliche distrutte dal terremoto dell’agosto 2016 sembra essere imminente. 

E, mentre alle Regioni sono già stati assegnati i fondi, non è stato ancora indicato un cronoprogramma. Il Piano di intervento sul dissesto idrogeologico delle zone terremotate resta ancora indefinito.

Ma tutto questo per quanto riguarda le opere pubbliche. E i privati?

L’Ordinanza 46/2018, entrata in vigore il 12 gennaio, ha stabilito nuovi termini per le richieste di riedificazione a seguito del terremoto del 24 agosto 2016.

I professionisti potranno presentare richiesta per la ricostruzione dei danni lievi 8strutture temporaneamente inagibili) fino al 30 aprile. Mentre per i danni pesanti (immobili distrutti) si avrà tempo fino al 31 ottobre.

Con questa nuova modalità l’importo del contributo presumibile dovrà essere indicato già nel modulo al momento della presentazione, in modo da snellire la procedura burocratica.

Si potrà chiedere un contributo anche per porzioni di edifici, come stalle e magazzini, che erano stati esclusi in precedenza.

L’architetto Anna Marzoli originaria di Castelsantangelo sul Nera, intervistata il 4 febbraio 2018 da amatelarchitettura.com, si augura che non si ripetano nella ricostruzione gli errori del 1997.

In quel caso, infatti, le case ristrutturate si sbriciolarono completamente  nonostante si presumesse fossero state state messe in opera in maniera antisismica.

Non possiamo che pensarla come lei.

 

Foto Credits: Angelo_Giordano

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