“Ancora oggi in Italia manca una pianificazione, un progetto complessivo fatto di interventi strutturali per mettere in sicurezza il costruito, definendone le priorità e le azioni sinergiche per disseminare conoscenza e consapevolezza tra i cittadini, che ancora non percepiscono il rischio sismico in tutta la sua serietà, per favorirne best practices e perseguire davvero l’auspicata ‘prevenzione civile’ che continua ad essere solo un auspicio”.
È con queste parole che Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale Geologi ha presentato in conferenza stampa il convegno “L’Aquila 2009-2019 – Dieci anni di esperienze, studi e criticità”, che si terrà a L’Aquila il 12 aprile prossimo.
Sono già passati dieci anni da quel terribile sisma del 6 aprile 2009, che ha distrutto L’Aquila e tutta la valle dell’Aterno, lasciano in ginocchio un territorio più e più volte interessato da eventi sismici devastanti, causando la morte di 309 persone e un considerevole danno al patrimonio storico ed architettonico dei luoghi.
Il Presidente dell’Ordine dei Geologi Abruzzo Nicola Tullo ha sottolineato, come si legge su edilportale.com, che “il terremoto del 2009 ha avuto un impatto sociale ed economico enorme, ha messo in ginocchio un intero territorio che stenta a riprendersi. E poi c’è da considerare che in alcuni centri storici dell’aquilano la ricostruzione procede ancora con estremo rilento e le macerie sono ancora lì. Questa volta, dopo la tragedia dell’Aquila, qualcosa è cominciata a cambiare, anche se lentamente e con molta fatica, sono stati avviati i primi passi verso una politica di prevenzione per la riduzione del rischio sismico. E l’evento per quanto drammatico ha costituito un’occasione straordinaria di ricerca scientifica e tecnologica che ha coinvolto tutta la comunità nazionale e internazionale delle Scienze della Terra” ha concluso il geologo abruzzese.
“A dieci anni dal sisma che sconvolse L’Aquila e i territori limitrofi si continuano a registrare tante criticità e questioni irrisolte – ha sostenuto invece Francesco Peduto – L’Aquila, ma più recentemente anche Amatrice e Ischia, sembrano non aver insegnato nulla: anche se, nel tempo, alcune cose importanti sono state indubbiamente fatte, di terremoto in Italia si continua a morire e forse rischio sismico e prevenzione avrebbero meritato una maggiore centralità nell’azione dei governi negli anni”.
Ciò che si è evidenziato più di tutto è che in Italia manca una pianificazione antisismica di ampio respiro che possa far comprendere ai cittadini la vera portata di una riqualificazione antisismica. Lo ha dimostrato per ultimo in ordine di tempo anche il terremoto dell’Etna dello scorso dicembre.
Il convegno del 12 aprile 2019 sarà un’occasione per fare il punto sulle attività geologiche svolte dopo questo evento sismico e per illustrare le esperienze, gli studi eseguiti e le criticità riscontrate fino ad oggi. Sperando che il Governo possa recepirne l’importanza e programmare un’azione che possa davvero far cambiare rotta al Paese sul piano della prevenzione antisismica.
Foto credit: Angelo Giordano