Una soluzione economicamente fattibile, a basso impatto ambientale e sismicamente sicura. È il tunnel sottomarino dell’architetto Angelo Renna per Messina e Villa San Giovanni
I tunnel sottomarini non sono una novità (il Tunnel della Manica è stato inaugurato nel 1994), ma negli ultimi tempi sembrano essere diventati la soluzione infrastrutturale preferita degli architetti. È chiaro che la scelta va ponderata di caso in caso, ma le motivazioni a favore delle gallerie sommerse sarebbero di natura logistica, ambientale e paesaggistica.
Anche in Italia si parla di infrastrutture sottomarine da qualche tempo. Attualmente il progetto più ambizioso è quello del tunnel sommerso di Genova, che sarà il primo in Europa per diametro. Di recente, però, è stato ripreso anche il progetto della galleria sottomarina tra la Toscana e la Sardegna ed è stata avanzata pure un’idea per il Ponte sullo Stretto di Messina.
E se fosse il Tunnel dello Stretto?
La soluzione approvata per lo Stretto di Messina è il ponte a campata unica, che dovrà avere una lunghezza di oltre 3,5 km. Eppure, l’architetto fiorentino Angelo Renna ha proposto alternativa: un tunnel sottomarino di 6 km, posizionato a una profondità di 50 m per non interferire con il traffico navale.
Nelle intenzioni di Renna, il tunnel sottomarino tra Sicilia e Calabria potrebbe risolvere la lunga discussione tra chi ritiene il Ponte un’opera fondamentale e chi la reputa un anno per l’ambiente e l’ecosistema marino. Come ha dichiarato ad Artribune, Renna sa già che l’iter decisionale del ponte a campata unica è a uno stato avanzato, ma questo non gli impedirà di sottoporre il progetto a chi di competenza.
L’architetto invita infatti a considerare, nella scelta, “l’elevata sismicità locale, l’ecosistema marino, la fattibilità economica e l’impatto di un’opera così grande sulle persone che vivono lungo la costa”. Una soluzione di questo tipo, infatti, potrebbe avere anche ripercussioni sulla questione degli espropri legati alla realizzazione del Ponte e delle sue opere collaterali.
La galleria sarebbe divisa in due livelli. Quello superiore sarebbe adibito al transito dei treni, nella corsia centrale, e di auto e camion sulle corsie laterali. Il livello inferiore, invece, ospiterebbe una pista ciclabile immersa in terrari con piante e alberi per migliorare la qualità dell’attraversamento.
Renna, in team con Kittan Kodijat, esclude ogni perforazione del fondale marino. Il tunnel sarà ancorato a dei pontoni galleggianti superficiali, come piccole isole di un arcipelago, distanti circa 500 m l’una dall’altra. In questo modo il progetto prevede di tutelare la flora e la fauna terrestri e marine. Le piante e la superficie erbosa sulle isolette farebbero da habitat per uccelli e microorganismi; la porzione sommersa aiuterebbe alla conservazione della biodiversità sottomarina.
La struttura verrebbe poi realizzata con elementi prefabbricati. Al termine del suo ciclo di vita, quindi, potrebbe facilmente essere rimossa senza avere grandi ripercussioni sull’ambiente.
Tunnel sott’acqua Vs. Ponte sospeso
Per attraversare un corso d’acqua di grandi dimensioni esistono due possibili soluzioni: passarvi sopra o sotto. A livello strutturale, il ponte si regge soprattutto grazie alla sua resistenza e alla capacità di trasferire i carichi alle fondazioni. Il tunnel sommerso, invece, si serve dell’aiuto della spinta idraulica (la spinta di Archimede). Mentre il ponte tenderebbe ad abbassarsi per effetto del proprio peso e di quello dei carichi, il tunnel sommerso, invece, tenderebbe ad alzarsi grazie alla controspinta dell’acqua.
Le gallerie sottomarine sembrano coniugare tutela del territorio e rapidità degli spostamenti. Gli esempi a disposizione dei professionisti sono diversi, come il Ponte di Øresund tra Danimarca e Svezia, l’Eurasia Tunnel sullo Stretto del Bosforo e la giapponese Galleria Seikan.
A differenza dei ponti, i tunnel sommersi permettono di salvaguardare l’ambiente e hanno il vantaggio di proteggere le strade dalle intemperie. Infatti, non sono ovviamente intaccati da vento o pioggia, e non risentono delle correnti marine.
A livello logistico, le gallerie permettono comunque il passaggio delle imbarcazioni, che invece può essere ostacolata dai ponti. Nel caso di ponti più bassi sono infatti necessari un’apertura o un sistema girevole, che però potrebbero limitare la scorrevolezza del traffico.
Tuttavia, i tunnel sott’acqua hanno costi di costruzione maggiori rispetto ai ponti e per questo possono essere più convenienti solo per coprire lunghe distanze. Inoltre, in termini di sicurezza, le gallerie presentano un rischio di incendio elevato. Il pericolo, però, potrebbe essere diminuito vietando il passaggio ai mezzi che trasportano merci combustibili (che potrebbero raggiungere l’altra sponda con i traghetti).
Fonti:
- Artribune, “E se il ponte sullo Stretto di Messina diventasse un tunnel sottomarino?” di Valentina Silvestrini;
- Libero, “Stretto di Messina, il ponte c’è ma non si vede: il progetto che zittisce i “noPonte”” di Nicoletta Orlandi Posti;
- OUTPUMP, “Un tunnel sottomarino nello Stretto di Messina”;
- Motor1.com, “Tunnel sottomarini Vs ponti: quali sono i vantaggi, i costi e i limiti” di Filippo Einaudi;
- Soteco Italia, “Le gallerie sottomarine: vantaggi e usi principali”.