La viabilità in Sicilia tra vecchi ritardi e nuovi finanziamenti

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Viabilità in Sicilia: disagi sulla SP12 in provincia di Palermo
Credit foto: FilodirettoMonreale.it

Strade fatiscenti, cantieri abbandonati, progetti mai realizzati e una burocrazia lunga e complessa: ecco come si presenta il panorama delle infrastrutture in Sicilia, già pesantemente provata dall’insularità

“La condizione delle infrastrutture legate alla viabilità siciliana è tra le peggiori d’Europa. Così inizia la lettera aperta che CNA Fita ha indirizzato al Presidente della Regione, Renato Schifani.

Diverse sono le cause dell’arretratezza, prima tra tutte l’essere un’isola. In una ricerca pubblicata dalla Regione Siciliana, intitolata “Stima dei costi dell’insularità per la Sicilia”, si legge infatti che “un’isola sconta uno svantaggio naturale che non mette in condizioni di pari opportunità con gli altri abitanti della penisola. […] L’insularità è spesso un fattore limitante delle opportunità di crescita, nella misura in cui produce ritardi di sviluppo sociale ed economico”.

La lentezza dei cantieri e i prezzi più alti dei servizi mettono a dura prova la viabilità e incidono negativamente sullo sviluppo della Sicilia, relegata ai margini di ogni classica (non ultima quella di Pendolaria 2023, che elegge la tratta Catania-Caltagirone-Gela tra le peggiori linee ferroviarie d’Italia).

I finanziamenti, però, ci sono e altri ancora arriveranno nel corso di quest’anno. In occasione della tavola rotonda “Sicilia Domani: trasporti e infrastrutture per un sistema efficiente di mobilità dei cittadini e di movimentazione merci”, il segretario della Fit Cisl Sicilia Dionisio Giordano ha ricordato che la Regione ha a disposizione circa 20 miliardi di euro per la realizzazione delle grandi opere.

Quello che serve alla Sicilia, ha spiegato Giordano, è la realizzazione di un Osservatorio Regionale per le infrastrutture e i trasporti che coinvolga tanto le parti sociali quanto le istituzioni e le aziende, al fine di accelerare lo sviluppo delle opere ferroviarie, stradali e portuali.

Più facile a dirsi che a farsi, forse. Una volta sul campo, infatti, le parole si scontrano spesso con le difficoltà di realizzazione che contraddistinguono ogni cantiere.

L’iter di realizzazione delle opere pubbliche

In un’intervista al Quotidiano di Sicilia, Fabio Finocchiaro, direttore delle Politiche comunitarie e fondi strutturali al Comune di Catania, ha tracciato il lungo e tortuoso percorso per la costruzione delle opere pubbliche.

Facendo riferimento al Codice Appalti attualmente in corso (il nuovo testo entrerà in vigore l’1 aprile 2023), il primo passo prevede l’inserimento del progetto nel “Piano triennale delle opere pubbliche” qualora i lavori interessino l’amministrazione comunale. Nel caso in cui, invece, fossero di carattere nazionale, il documento di riferimento è la “Programmazione triennale dei lavori pubblici”.

Se il progetto rispetta i requisiti di base (diversi in entrambi i casi), può essere inserito nel piano triennale. A questo punto servirà trovare i finanziamenti utili: solo così l’opera entrerà a far parte dell’elenco annuale dei lavori che è necessario attuare e si potrà passare alla fase progettuale.

Quest’ultima comprende tre step:

  • lo studio di fattibilità tecnico-economico;
  • il progetto definitivo;
  • il progetto esecutivo.

Se supera queste fasi, l’intervento può andare in gara. Il progetto esecutivo deve essere verificato da enti terzi che lo passano al vaglio e lo certificano: solo adesso il lavoro può essere cantierato.

Il passaggio successivo prevede la gara d’appalto e l’affidamento dei lavori, con annesso contratto relativo a tempi e costi. Si arriva così, infine, alla parte esecutiva delle opere, al collaudo tecnico amministrativo e alla definitiva consegna ai fruitori.

Gli interventi promossi dal PNRR

Dei 55 miliardi di euro stanziati dal PNRR per le infrastrutture, quasi 17 miliardi sono destinati esclusivamente alla Sicilia. Di questi, 2,7 miliardi di euro sono da investire in ferrovie, porti e Zes, ovvero Zone economiche speciali volte a promuovere lo sviluppo produttivo e occupazionale di aree svantaggiate nell’isola.

Per il potenziamento delle linee ferroviarie, che in Sicilia scontano un importante gap di competitività, sono previsti 2,2 miliardi di euro che serviranno a efficientare soprattutto la direttrice Messina-Catania-Palermo e i collegamenti ferroviari con gli aeroporti Vincenzo Bellini di Catania e Birgi di Trapani. Altri 154 milioni saranno dedicati all’adeguamento delle stazioni, che al momento si presentano perlopiù obsolete e inefficienti.

Alle infrastrutture portuali saranno invece destinati 330 milioni di euro del PNRR. L’obiettivo è migliorare una rete che per la Sicilia ha un’importante incidenza sulle esportazioni e sul turismo: secondo i dati Istat, il 70% delle merci in ingresso e in uscita dalla regione viene trasportato su gomma, così come è sempre più significativo il ruolo economico legato alle presenze turistiche.

Tra i lavori già in cantiere o cantierabili ricordiamo:

  • il consolidamento di diversi moli del porto di Palermo, come Piave, Santa Lucia e Arenella;
  • l’efficientamento energetico dei porti di Termini Imerese, Trapani, Porto Empedocle e Gela;
  • l’elettrificazione delle banchine nei porti di Augusta e Siracusa;
  • il consolidamento della mantellata della diga foranea nel porto di Catania.

Alle Zes, infine, toccano 118,5 milioni di euro. I fondi saranno utili a sviluppare i collegamenti tra il porto di Trapani e l’area industriale e quelli presenti nelle zone portuali di Augusta, Termini Imerese, Gela e Licata.

I progetti per la rete stradale

Non restano escluse le strade: attualmente Anas, che in Sicilia gestisce 3.918 km di rete (di cui 433 di autostrade e raccordi autostradali e 3.485 di strade statali), ha già finanziamenti per circa 5,2 miliardi di euro tra lavori in corso, opere di prossimo avvio e interventi di manutenzione programmata.

La società ha dichiarato che sono previsti ulteriori lavori per la realizzazione di opere nuove per un ammontare di oltre 10 miliardi di euro.

Della somma già finanziata, i lavori attualmente in corso interessano:

  • la Strada degli Scrittori, lungo l’itinerario Agrigento-Caltanissetta;
  • l’itinerario Palermo-Agrigento;
  • l’itinerario Nord-Sud per potenziare il collegamento con la A19 Palermo-Catania dei principali centri dell’Ennese e realizzare l’itinerario S. Stefano di Camastra-Gela;
  • l’itinerario Bronte-Adrano, che dovrebbe essere ultimato entro dicembre 2023.

Una pianificazione precisa e puntuale è ciò che serve alla Sicilia per avanzare lungo la strada del progresso. Ne dà conferma anche Finocchiaro, che dichiara: “Sicuramente, una prima causa dei ritardi delle tempistiche di realizzazione e consegna di un’opera pubblica è connessa alla qualità del progetto di riferimento. Se quest’ultimo è completo in ogni sua parte e rispondente alle esigenze, i lavori potranno scorrere in maniera più fluida e i tempi si accorciano notevolmente. Alle spalle di un iter veloce vi è un progetto preciso.

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