Francesco Moncada, 37 anni, è nato a Siracusa, Ha portato avanti parte della sua carriera di studi a Palermo per poi trasferirsi a Pamplona, Spagna. Oggi vive a Rotterdam, dove lavora presso OMA.
Ha già vinto numerosi premi:
2011 Best Design Store by Fashion TV Portugal
2010 Architects of the month (September), Archiworld Magazine, Korea
2010 Wallpaper Architects Directory
2010 Shortlisted competition for Basel’s Riverfront CH
2008 Shortlisted competition for Syracuse Waterfront IT
2007 1st prize, Valencia Crea –Coso Cafe-(best interior project), ES
2007 1st prize Vaccarini Award –Coso Cafè-(best interior project),IT
2006 3rd prize, Expa Awards -Garage House- (best project in Sicily, under 30),IT
Cosa significa vivere questa professione a Rotterdam? Trovi differenze con città siciliane in cui hai eventualmente esercitato? In generale pensi che la Sicilia sia il posto giusto per il lavoro di un giovane architetto come te?
Le differenze e le somiglianze possono essere molteplici, dipende sempre dai punti di vista. Ho lavorato in tanti posti anche molto differenti tra loro da Barcellona a Dubai, da Oslo alla Sicilia, da Londra a Porto e sono arrivato alla conclusione che “tutto il mondo é paese”. Non ci sono dei posti giusti, ma delle situazioni più o meno confortevoli dove per molteplici ragioni si sceglie di lavorare.
Qual è il progetto della tua carriera di cui sei, al momento, più soddisfatto?
Il prossimo.
In cosa è differente lo sguardo di un giovane architetto da quello dei suoi maestri?
Dall’esperienza.
Hai un modello a cui fai riferimento? Ci indichi un architetto non più in vita e uno ancora in vita che ti piacciono particolarmente e perché?
Mi riesce sempre molto difficile rispondere a questo tipo di domande.
Gli architetti del passato mi interessano tutti indistintamente. Un’architetto ancora in vita da cui non smetto di imparare (spesso anche in maniera critica avendo un opinione diversa) é Rem Koolhaas.
Quanto è importante l’attenzione per la cura dell’ambiente nel tuo lavoro di progettazione?
L’architettura come agente modificatore puó essere molto pericolosa. Spesso bisogna avere il coraggio di astenersi dal progettare.
E come si sposa l’attenzione per l’ambiente con l’innovazione nei tuoi progetti?
Con l’accortezza delle scelte.
Quali sono i materiali “tradizionali” che secondo te hanno più potenzialità guardando al futuro dell’architettura, mi riferisco all’ambito del benessere abitativo e della salubrità degli ambienti in genere?
Tutti, non riesco a pensare di non poter usare un materiale. Le potenzialitá possono dipendere molto dal contesto in cui operiamo.
In fase di creazione/progettazione per te c’è una dicotomia tra estetica e funzionalità, o le cose camminano di pari passo?
Nel mio modo di vedere l’estetica diventa spesso una conseguenza della funzionalitá.
Quanto credi sia utile la collaborazione tra progettista e aziende produttrici nell’ambito dell’ottimizzazione dei materiali adatti a realizzare nuove costruzioni o ristrutturazioni di immobili a latitudini “critiche” come quelle siciliane?
E’ molto utile poter collaborare con le aziende per poter utilizzare dei prodotti non standard per progetti specifici.
