Alberto Cusumano

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Alberto Cusumano, 31 anni, architetto, vive e lavora a Palermo, dove nel 2011 ha fondato insieme a Marco Alesi e Cristina Calì lo studio AM3 architetti Associati. Palermo è anche la città della sua formazione, presso la Facoltà di Architettura, dove ha anche svolto attività’ di collaboratore, al corso di Rilievo dell’Architettura. Nel luglio 2010 ha frequentato il Seminario Internazionale di Progettazione “Rifare paesaggi. La valle centrale di Lisbona.” È stato vincitore del 1° premio per la costruzione di un convitto per studenti Malles, del 1° premio Lungomare di Ortigia e del 1° premio exequo per la costruzione di una nuova Aula Magna per l’Università di Vercelli.

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Cosa significa vivere questa professione a Palermo? Pensi in generale che la Sicilia sia il posto giusto per il lavoro di un giovane architetto come te?
Fare la professione in Sicilia, ed in particolare a Palermo, non è facile. Mancano le occasioni di progetto, come ad esempio i concorsi di Architettura, i quali per uno studio come il nostro sono occasioni importanti di crescita e di confronto. Nonostante questo noi abbiamo deciso di lavorare qui in quanto siamo convinti che la professione dell’architetto, pur non avendo confini geografici netti, sia arricchita da un bagaglio di informazioni ed immagini che solo il posto in cui sei cresciuto può darti. Inoltre riuscire a produrre qualcosa di bello nel proprio territorio è senza dubbio un valore aggiunto per il proprio lavoro.

In cosa è differente lo sguardo di un giovane architetto da quello dei suoi maestri?
La prima parola che mi viene in mente è “tutto”. I miei maestri hanno vissuto in epoche troppo diverse, in situazioni molto differenti o vivono in paesi lontani dal nostro per poter fare un confronto. Chi si apre alla professione adesso si trova in un momento di transito dell’architettura, di evoluzione verso un nuovo modo di fare le cose, verso nuove esigenze legate a realtà che hanno bisogni diversi. Viviamo in un’epoca in cui chi fa architettura adesso ha a disposizione una quantità smisurata di immagini che provengono dal web e che sicuramente favoriscono ad ampliare il proprio bagaglio culturale.

Quali sono i nuovi materiali che secondo te hanno più potenzialità guardando al futuro?
Penso sicuramente a materiali sostenibili con un basso impatto sull’ambiente. Nel nostro piccolo cerchiamo sempre nei progetti di inserire degli elementi di novità, di ricerca, sia nell’uso di materiali nuovi sia nel riuso di materiali della tradizione messi in opera con tecniche innovative che ne aumentano le prestazioni. Nel nostro modo di lavorare ogni progetto rappresenta una nuova occasione di crescita e un nuovo modo di conoscere nuove soluzioni o materiali. Per adesso stiamo ponendo particolare attenzione su nuovi sistemi di costruzione, molto diffusi in alcune aree geografiche ma che da noi ancora si scontrano con molte diffidenze. La vera sfida di oggi è riuscire ad abbattere i costi di costruzione e di ridurre al minimo i tempi.

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Concorso per la costruzione di un convitto per studenti Malles (Bz) 2014

Come si coniugano la progettazione rivolta a soddisfare le nuove esigenze del presente e la tutela delle testimonianze del passato, siano esse opere importanti o semplicemente brani di città storica, espressione di antiche culture artigianali del costruire ?
Io ho sempre pensato che l’architettura debba risolvere i problemi del presente nel rispetto e nella tutela delle testimonianze del passato. Questo non significa che il linguaggio dell’architettura contemporanea debba essere intimidito da questo confronto. Molto spesso nei nostri progetti l’analisi delle preesistenze è un saldo punto di partenza. Penso, ad esempio, a progetti come il concorso per l’aula magna di Vercelli o il Lungomare di Ortigia, dove l’analisi dei complessi storici è senza dubbio la traccia principale della nuova configurazione proposta.

In fase di creazione/progettazione per te c’è una dicotomia tra estetica e funzionalità, o le cose camminano di pari passo?
La progettazione, nel nostro studio, è da sempre intesa come la risoluzione ad un quesito ben definito. Questa risposta guarda sia agli aspetti estetici che agli aspetti funzionali, i quali si intersecano in un unico approccio al progetto. Penso, ad esempio, ai progetti residenziali dove questo rapporto risulta inscindibile al fine di elaborare un progetto completo che possa rispondere alle esigenze del committente. Ci sono però casi in cui le situazioni richiedono la prevalenza di uno dei due aspetti.

Progetto per la riqualificazione del Lungomare di Balestrate (Pa) 2011/2014
Progetto per la riqualificazione del Lungomare di Balestrate (Pa) 2011/2014

Qual è il prossimo progetto, il sogno nel cassetto, l’aspirazione più grande?
L’aspirazione più grande è quella di consolidare sempre di più la realtà che ho creato in questi anni con i miei soci portando alla realizzazione alcuni progetti che sono per adesso rimasti solo su carta. Inoltre avere la possibilità di nuove occasioni di progetto nel nostro territorio, in un rinnovato ambiente che mette a confronto richieste nuove da parte dei committenti con nuove risposte da parte dei progettisti, potrebbe rappresentare una sfida molto interessante. Speriamo di dare un contributo a questo cambiamento necessario.

 

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