“Una biblioteca del sapere edile”

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Inaugurato a Senigallia il nuovo spazio espositivo firmato Comes: un luogo rivoluzionario aperto a nuove tendenze costruttive e abitative che innova il concetto stesso di rivendita edile.

A chi ha partecipato agli incontri Tradimalt Premium, rivolti agli imprenditori del Sud Italia della distribuzione edile, l’argomento non risulterà nuovo.
Nel mio intervento, infatti, offro ai presenti i risultati di uno studio sugli scenari evolutivi della “rivendita edile”, inquadrando la domanda di nuovi servizi ed esigenze del cliente finale all’interno di alcuni trend, confermati da dati empirici e statistici.

Passando in rassegna le cifre drammatiche della crisi del comparto, porto in comparazione i risultati di bilancio dei principali operatori del c.d. “DIY”, il mondo del “fai da te”, il loro prosperare – proprio negli anni teoricamente più drammatici – nel numero di punti vendita e nei fatturati.

In particolare, il focus si concentra sui brand della multinazionale francese Adeo, che nel 2017 ha fatturato 21,8 miliardi di €, e che in Italia conosciamo bene per la presenza di realtà come Leroy Merlin, Brico e Bricoman: l’applicazione più riusciuta, nell’ipotesi che viene enunciata, delle strategie e dei concetti della GDO (Grande Distribuzione Organizzata) nell’edilizia.

Difficile competere, per un rivenditore edile “tradizionale”, sui terreni a questi colossi più congeniali: superfici di vendita, ampiezza e profondità di gamma, risorse a disposizione per il marketing o organizzazione interna e dell’offerta. Ciò che emerge nel corso della riflessione è la necessità di marcare le differenze esaltando le caratteristiche a vantaggio del rivenditore tradizionale, puntando sul personale – più radicato nel territorio – qualificandolo maggiormente da un punto di vista tecnico, per fornire consulenza e soluzioni alle problematiche delle imprese. Competenze queste, praticamente inesistenti nel personale della GDO.

Ed infine la necessità di innovare il comparto. Un settore, quello della distribuzione edile, che generalmente non eccelle in spirito d’iniziativa, abituato ad avere un approccio passivo con il mercato ed il cliente, che non fa tesoro delle tendenze già verificate in altri settori, poco incline alla comunicazione e al visual merchandising. Eccezioni a parte, chiaramente, ma la tendenza generale è grosso modo questa.

Così la presentazione si spinge a mostrare alcuni esempi virtuosi, che propongono un approccio del tutto diverso alla vendita inventando, a tutti gli effetti, nuovi format commerciali pensati e progettati per introdurre elementi evolutivi ispirati alla GDO, ma mantenendo ben salde le peculiarità apprezzate storicamente dal mercato.

La distribuzione edile schiacciata tra GDO e arretratezza. La risposta innovativa di Comes “Explorium”

Il rapporto con i progettisti ad esempio, patrimonio – quando esistente – da tutelare e coltivare, che motiva la nascita di una “rivendita” (termine improprio nella fattispecie) come l’Exporium, stupenda intuizione del gruppo Comes, a Senigallia.

“La nostra visione – riporta il sito di Explorium – è quella di abbattere le barriere tra interno ed esterno mettendo a disposizione del professionista, del tecnico e dell’impresa tutto il nostro know-how.”

Un luogo quasi avveneristico, dove accompagnare il cliente o il partner per sperimentare in modo concreto le soluzioni tecniche ideate in studio, grazie a figure competenti e strumenti – in primis magnifiche stratigrafie – messi a disposizione per l’approfondimento di materiali e dei sistemi costruttivi.

“Explorium – continua il sito – è lo strumento per potenziare studi professionali o laboratori artigiani. Explorium permette di sperimentare un rapporto sensoriale con la materia all’interno di una nuova concezione di show-room.”

Vivacissima infatti anche la programmazione di incontri formativi e confronti sull’ecosistema urbanistico e il costruire, ben centrati su esigenze, prospettive e necessità dell’edilizia del territorio; abbinando un team di tecnici progettisti interni e la “Materioteca” (dove sperimentare il contatto dei materiali).

A tutto vantaggio chiaramente del rispetto delle specificità professionali, tutte valorizzate da un luogo che diventa contesto di approfondimento e formazione, ma anche di trasparenza nei confronti del cliente finale.

Un’idea davvero nuova e ben fatta, utopica per i più, ma che dà a mio avviso occasione agli operatori del comparto di leggere in filigrana una lezione, valida per tutti.

 

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