
L’Europa accelera sulla transizione energetica del patrimonio edilizio. L’Italia ha già compiuto buoni passi in avanti, anche grazie agli incentivi per l’efficientamento
La Direttiva Case Green, entrata in vigore il 28 maggio 2025, è l’ambiziosa riforma europea sull’efficienza energetica. Il suo obiettivo è quello di portare tutti gli edifici residenziali a emissioni zero entro il 2050, attraverso tappe progressive.
Per l’Italia si tratta di un traguardo impegnativo, ma non impossibile. Se è vero, da un lato, che circa il 60% degli immobili risulta ancora in classe energetica F o G, dall’altro grazie al Superbonus il nostro Paese è già a più di metà strada nel tragitto verso i milestone del 2030.
Indice
- Case Green 2050: la roadmap
- Un percorso a ostacoli, ma con segnali positivi
- Il Piano Nazionale italiano
Case Green 2050: la roadmap
L’Energy Performance of Building Directive (EPBD), altro nome con cui è conosciuta la Direttiva Case Green, stabilisce che gli Stati membri dell’UE debbano ridurre i consumi energetici del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.
Oltre a rendere più sostenibili le nuove costruzioni, sarà necessario riqualificare il patrimonio esistente. Gli edifici residenziali rappresentano infatti il 36% delle emissioni di gas serra a livello europeo. Il provvedimento sancisce per questo la redazione di Piani Nazionali di Ristrutturazione, da aggiornare ogni 5 anni, e fissa dei target anche per le strutture pubbliche.
Per quanto riguarda l’Italia, un’analisi del Centro studi di Fondazione Geometri Italiani osserva che occorrerà investire 84,8 miliardi di euro per raggiungere gli obiettivi del 2030. I fondi servirebbero a ristrutturare 3 milioni di abitazioni, al ritmo di più di 500 mila all’anno.
Secondo le stime della Fondazione Geometri, questa operazione permetterà di:
- generare valore economico per 280 miliardi di euro;
- attivare oltre 1,3 milioni di posti di lavoro;
- risparmiare 4,68 milioni di tonnellate di CO2 (il 9% in meno delle emissioni registrate dall’edilizia residenziale nel 2020).
Per il 2035, inoltre, bisognerà garantire una spesa annuale tra i 12 e i 14 miliardi di euro. Ciò permetterà di mantenere il tasso di ristrutturazione tra l’1,2% e l’1,4% ogni anno, riqualificando altri 2,18 milioni di abitazioni.
Un percorso a ostacoli, ma con segnali positivi
Ad oggi, il 52% del patrimonio residenziale italiano (circa 18,5 milioni di edifici) si trova nelle classi energetiche F e G, e il 68% delle abitazioni utilizza ancora combustibili fossili per il riscaldamento. Inoltre, il 9,9% delle famiglie vive in condizioni di povertà energetica e il 17% occupa abitazioni con problemi di insalubrità, come perdite e umidità di risalita.
Nel nostro Paese, gli obiettivi della Direttiva Case Green si intrecciano con il dibattito politico ed economico sull’efficacia e la sostenibilità degli incentivi edilizi. A tale proposito, lo studio della Fondazione Geometri evidenzia l’impatto del Superbonus e delle altre detrazioni sull’efficientamento del nostro patrimonio edilizio.
Ai fini del calcolo degli obiettivi previsti dalla Direttiva Case Green 2050, infatti, l’UE considera come anno base il 2020. In questo modo, rientra per intero la stagione del 110%, dall’inizio nel 2020 fino alla fine nel 2024.
Nel totale, gli interventi di efficientamento avviati grazie alle agevolazioni hanno permesso di ridurre i consumi del 9,1%. Attualmente, l’Italia ha superato la metà dell’obiettivo del 16% fissato dall’UE e necessita solo del 6,9% per centrare il target previsto per il 2030.

La Direttiva Case Green si propone inoltre di colmare le disparità socio-economiche e di garantire a tutti i cittadini pari accesso alle opportunità di efficientamento. Per questo motivo il testo prevede di:
- assicurare incentivi basati sull’ISEE, con attenzione alle famiglie vulnerabili;
- semplificare la normativa (come già discusso dalla riforma del Testo Unico dell’Edilizia);
- innovare e digitalizzare il patrimonio edilizio esistente e di nuova costruzione, per una gestione efficiente dei consumi e degli interventi.
Il Piano Nazionale italiano
Il nostro Paese dovrà recepire la Direttiva Case Green 2050 entro il 14 maggio 2026. Per la fine del 2025 è però attesa la bozza del Piano Nazionale di Ristrutturazione degli Edifici, che includerà:
- la mappatura del patrimonio edilizio nazionale;
- la definizione di traguardi intermedi 2030-2040-2050;
- le strategie di investimento e gli strumenti di supporto finanziario;
- i meccanismi di assistenza per famiglie vulnerabili (come sportelli unici e semplificazioni);
- il coinvolgimento previsto degli stakeholder attraverso consultazioni pubbliche.
Il Piano sarà determinante anche per l’evoluzione di strumenti già esistenti, come i bonus edilizi e i fondi PNRR destinati all’edilizia pubblica.
Per facilitare la transizione, oltre agli investimenti, servirà comunque una pianificazione politica stabile e di lungo periodo, capace di armonizzare esigenze ambientali, economiche e sociali. La Direttiva spinge verso un nuovo approccio integrato, in cui sostenibilità, sicurezza sismica, durabilità dei materiali e comfort abitativo convergono in un’ottica di rigenerazione urbana responsabile.
Il 2026 sarà un anno cruciale per definire le strategie italiane verso le Case Green 2050. Non mancheremo di aggiornarvi sui prossimi passi del nostro Paese.
Fonti:
- Il Sole 24 Ore, “Case green, per l’obiettivo 2030 l’Italia ha già fatto metà strada” di Giuseppe Latour;
- Teknoring, “Direttiva Case Green: siamo già a metà strada, grazie al Superbonus” di Giorgio Tacconi;
- EdilPortale, “Direttiva Case Green: nuovi strumenti UE per i piani nazionali di ristrutturazione degli edifici” di Rossella Calabrese;
- EdilPortale, “Case Green, Italia a metà strada verso gli obiettivi 2030” di Paola Mammarella.