Centrale per la progettazione, il Decreto è pronto

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È pronto il decreto con le indicazioni per il funzionamento della Centrale per la progettazione. Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, intervenendo all’inaugurazione del 58° Salone internazionale del Mobile di Milano lo scorso 9 aprile, ha annunciato che di lì a qualche ora avrebbe firmato il decreto. Così non è stato, ma dovrebbe essere ormai questione di giorni.

Metteremo a disposizione una pattuglia di esperti – ingegneri e architetti – a disposizione di tutte le Pubbliche amministrazioni, di tutti gli Enti locali e anche di coloro che – non raramente capita, soprattutto per i più piccoli – hanno difficoltà nella progettazione e hanno bisogno di essere assistiti e di essere guidati dalla fase della progettazione sino alla fase della esecuzione” – ha dichiarato Conte come si legge sul sito del Governo.

Il decreto darà attuazione a quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2019, che ha istituito questa struttura di missione denominandola Centrale per la progettazione nelle prime bozze, poi “struttura per la progettazione di beni ed edifici pubblici”. Si tratta di un apparato centralizzato di competenza dell’Agenzia del Demanio che, con 300 dipendenti e 100 milioni di euro di spesa annua lavorerà “in piena autonomia e con indipendenza di giudizio nelle valutazioni tecniche”.

Insieme all’annuncio dell’arrivo del decreto, Conte ha dichiarato che il Governo è entrato nella “fase 2”, caratterizzata da una serie di provvedimenti per far ripartire l’economia, tra cui lo Sblocca Cantieri e il Decreto Crescita.

Intanto la dichiarazione di Conte ha riportato a galla parecchie critiche: ai tecnici liberi professionisti la Centrale di progettazione non è mai mai piaciuta. Da una parte si teme un attacco alle chances di lavoro, dall’altra l’inefficienza di una macchina amministrativa che sembra sottodimensionata per il lavoro che sarà chiamata a svolgere.

Pensare che lo Stato possa supplire a tanti professionisti, tante strutture, tante stazioni appaltanti, anche fatte e ben motivate, con un’unica centrale che possa redigere progetti per tutto il Paese ci sembra un’assurdità” – ha dichiarato il presidente del Consiglio nazionale degli Ingegneri (CNI), Armando Zambrano, che ha più volte espresso le sue perplessità.

“E’ necessario però che vengano adottate misure specifiche anche a favore dei liberi professionisti, non accentrando in primis tutti i compiti inerenti alla progettazione di un’opera pubblica in una centrale unica di progettazione – è invece il commento Egidio Comodo, il presidente della Fondazione Inarcassa – che invece auspichiamo possa svolgere un ruolo di supervisione, controllo e coordinamento tra tutte le stazioni appaltanti”.

Adesso non resta che attendere il testo definitivo del Decreto per capire che impatto avrà rispetto alle preoccupazioni dei tecnici liberi professionisti.

Foto credit: Governo.it 

1 COMMENTO

  1. […] La STRUTTURA PER LA PROGETTAZIONE DI BENI ED EDIFICI PUBBLICI, prevista per legge dall’articolo 1, commi 162/170 della legge 30 dicembre 2018, n. 145 (vedi) che in realta’ non ha mai visto la luce, nonostante l’obbligo di istituzione non più’ tardi di 30 giorni dopo l’entrata in vigore e nonostante sia stata più’ volte annunciata dal Presidente del Consiglio dei Ministr (vedi qui). La struttura e’ stata pensata dal legislatore per la progettazione di edifici pubblici, nonché collaborazione con Regioni o Enti locali che stiano attuando operazioni di costruzione di beni ed edifici pubblici. Anche qui il lei motivo era il rilancio di un’iniziativa forte sul fronte degli investimenti pubblici. Peccato che la forte resistenza delle lobbies private del mattone (in particolare gli architetti) alla fine sia riuscita a non far emanare alcun decreto attuativo, per cui tutto e’ oggi in alto mare (vedi fra gli altri qui). […]

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