Dagli atti dei convegni alcune note sulla calce

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La calce è tra i più antichi e apprezzati leganti utilizzati dall’uomo per edificare, decorare e proteggere le sue costruzioni.
Il primo materiale usato nelle costruzioni di cui si ha testimonianza è l’argilla. Il suo utilizzo, risale alla Preistoria: l’uomo preistorico aveva scoperto che l’argilla impastata con acqua poteva fornire un materiale plastico, che una volta essiccato induriva mantenendo legati gli inerti dispersi al suo interno. L’utilizzo del gesso e della calce aerea fu verosimilmente coeva e direttamente legata alla scoperta del fuoco. Data la maggiore facilità nell’ottenere il gesso rispetto alla calce, per via della temperatura di cottura più bassa, è probabile che questo abbia trovato inizialmente una maggiore applicazione.
Gli egiziani prima e i greci dopo usarono ampiamente leganti a base di gesso e di calce. La scoperta di un legante a comportamento idraulico, atto cioè a far presa ed indurire anche in ambiente subacqueo, si fa risalire ai Fenici.
I Romani migliorarono notevolmente la tecnologia di produzione della calce aerea, cocendo calcari di buona qualità e spegnendo accuratamente la calce viva risultante. Essi avevano anche formulato malte idrauliche aggiungendo all’impasto la pozzolana. Scoprirono che alcuni depositi vulcanici, quando venivano macinati e mescolati con sabbia e calce aerea, fornivano una malta che presentava caratteristiche di resistere all’azione dell’acqua. Per formulare le malte idrauliche i Romani impiegarono principalmente tufi vulcanici rossi o purpurei, rinvenuti in vari punti della zona della baia di Napoli. Poiché la migliore di queste terre proveniva dalle vicinanze di Pozzuoli, il materiale prese il nome di ‘pozzolana’.
La creazione di un vero e proprio legante idraulico fu portata avanti con gli studi condotti tra il 1750 e 1845 attraverso la calcinazione di noduli di calcare contaminati da argilla fino ad arrivare alla scoperta delle calci idrauliche prima e del cemento portland dopo.
Felicemente, oggi, si fa sempre più strada la consapevolezza che le prerogative e la qualità della calce debbano essere rivalutate: non solo negli interventi di restauro, dove è necessario un uso corretto e coerente dei materiali simili agli originali, ma anche e soprattutto nell’edilizia tradizionale, in bio-architettura, dove i materiali moderni hanno definitivamente mostrato i loro limiti.
La calce si definisce come un materiale “verde” in quanto: non rilascia sostanze tossiche, è un prodotto naturale, viene prodotta localmente, inoltre possiede un basso costo di produzione ed
basso impatto ambientale.
La calce appartiene ad un ciclo virtuoso che partendo dalle rocce calcare e attraverso la cottura e lo spegnimento con semplice acqua porta alla formazione del legate che reagendo con l’anidride carbonica genera nuovamente calcare. Tutti gli elementi che fanno parte di questo processo sono elementi naturali largamente diffusi basta pensare che il calcare presente nella crosta terreste si aggira intorno a 875 milioni di miliardi tonnellate. A dimostrazione della sostenibilità della calce, da stime effettuate, ogni anno si consumano circa 209 milioni di tonnellate valutando di conseguenza una reperibilità della materia prima per almeno altri 4 miliardi di anni.
Il bilancio ambientale è a tutto favore della calce anche se si tiene in considerazione il bilancio tra l’anidride carbonica: emessa durante il processo di cottura, decarbonatazione e quella riassorbita durante la carbonatazione. Ogni tonnellata di calce area immette in atmosfera 337 kg di CO2 mentre il cemento portland ben 819 kg.
Da un punto di vista tecnico i prodotti a base di calce conferiscono caratteristiche uniche alle malte premiscelate:
Traspirabilità: favorisce il transito del vapore acqueo.
Salubrità: igroscopicità e antisetticità.
Resistenza: elasticità e ricostruzione autogena.
Durevolezza: assenza di componenti dannosi e reattivi.
Capacità di adesione al supporto.
Lavorabilità: ritenzione idrica e plasticità.

Sono proprio queste caratteristiche la base essenziale dei prodotti della linea Magistra. Una serie di prodotti che assieme costituiscono il sistema eco sostenibile per l’edilizia del futuro:
Rinzaffo, Intonaco Deumidificante, Intoanchino, Finiture colorate in tre diverse granulometrie e 16 diverse tonalità che rievocano i colori tipici della Sicilia, Grassello di cale, Malta da Stilatura e Malta da Allettamento.

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