Big Data, Intelligenza Artificiale e architettura galleggiante promettono di valorizzare e proteggere le risorse idriche.
Il Global Risk Report 2020 pubblicato dal World Economic Forum ha indicato la crisi idrica come uno dei cinque rischi che nel prossimo decennio potrebbero avere l’impatto più grave sulla Terra e sulla popolazione.
L’inquinamento e il cambiamento climatico, insieme a infrastrutture scadenti e cattiva gestione economica, hanno complicato l’approvvigionamento in modo efficiente. Le stime attuali parlano chiaro: entro il 2050 è probabile che almeno una persona su quattro sia colpita da carenza duratura o ricorrente di acqua potabile.
Basti pensare che attualmente meno del 3% delle risorse idriche nel mondo è potabile e di queste il 2,5% è congelato in Antartide, nell’Artide e nei ghiacciai. Eppure ogni giorno nel mondo si registrano perdite e consumi irregolari di acqua per oltre 45 milioni di metri cubi.
Se l’Italia, tra i Paesi dell’Unione Europa, ha a disposizione fiumi, laghi e falde sotterranee da cui prelevare acqua potabile, è anche vero che siamo il primo paese in Europa per volumi estratti dal sottosuolo.
Inoltre la statistica ISTAT sull’acqua nel biennio 2018-2019 aveva già messo in luce le difficoltà del servizio idrico italiano, caratterizzato da un altissimo tasso di dispersione: 41,4 litri ogni 100 immessi nelle reti di distribuzione.
Salvaguardare le risorse idriche è adesso una priorità imprescindibile e coinvolge cittadini e imprese. Il settore edilizio è uno dei più idroesigenti e consuma notevoli quantità di acqua sia nella fase di costruzione che in quella di uso effettivo degli edifici.
Cambiare rotta è però ancora possibile: le nuove strategie di costruzione integrano tecniche e dispositivi per ridurre il consumo di acqua potabile e favorire il riutilizzo per usi compatibili di fonti meno pregiate.
Giocare di anticipo: il ruolo dell’intelligenza predittiva
Big Data, Internet of Things e Intelligenza Artificiale consentono un utilizzo sempre più consapevole e sostenibile delle risorse idriche. Grazie alle nuove tecnologie è infatti possibile monitorare l’intera catena del valore dell’acqua, dalla gestione delle infrastrutture fino ai processi aziendali.
Questi dispositivi, installati nei singoli smart building o in complessi più grandi come gli smart villages, analizzano i dati raccolti per identificare eventuali anomalie nei sistemi idrici prima che possano effettivamente concretizzarsi.
La tecnologia digitale interviene con tempestività e rende intelligente l’approvvigionamento e la distribuzione, così da favorire anche la connessione e la comunicazione degli impianti con le città.
Le conseguenze di questo nuovo approccio orientato all’efficienza ecologica non tarderà ad arrivare: uno studio di Emergen Research, infatti, afferma che il mercato globale della gestione intelligente dell’acqua raggiungerà i 18,9 miliardi di dollari nel 2028.
Disponibilità e gestione sostenibile
L’accesso all’acqua e ai servizi igienici di base è un diritto umano essenziale, come affermato dall’ONU nell’Obiettivo 6 dell’Agenda 2030.
Comprendere il valore reale dell’acqua è importante per preservarla a beneficio di tutti, anche delle generazioni future. Per questo l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha presentato cinque diverse prospettive volte a valorizzare:
- le fonti d’acqua: risorse idriche naturali ed ecosistemi devono essere protetti per garantire un approvvigionamento idrico di buona qualità e costruire la resilienza contro inondazioni e siccità.
- le infrastrutture idriche: trascurare i processi di stoccaggio, trattamento e fornitura dell’acqua, oltre a essere dannoso per l’ecosistema, compromette anche lo sviluppo socioeconomico.
- i servizi idrici: acqua potabile e servizi igienico-sanitari devono essere garantiti all’interno di case, scuole, luoghi di lavoro e ospedali.
- l’acqua come input per la produzione e l’attività socioeconomica: la cattiva gestione dell’acqua da parte delle aziende può danneggiare gli ecosistemi e la reputazione e influire sulle vendite.
- gli aspetti socio-culturali dell’acqua: l’economia spesso considera l’acqua una risorsa per un uso umano pratico, ma questa si fa carico anche di attributi ricreativi, culturali e spirituali da tutelare.
Costruire sull’acqua: nuove opportunità per abitare
In edilizia l’acqua è l’elemento centrale della rigenerazione urbana e contribuisce a limitare l’impronta sul territorio di numerose infrastrutture e servizi.
Oggi costruire sull’acqua è anche un modo per combattere i cambiamenti climatici con un’edilizia abitativa sostenibile. Case, uffici e quartieri galleggianti offrono infatti alle comunità costiere un’opportunità di difesa contro l’innalzamento del livello del mare.
Le comunità galleggianti rappresentano un grande vantaggio soprattutto per quelle città che hanno poco terreno edificabile e non è un caso che gli ingegneri olandesi abbiano sperimentato le prime forme di architettura sull’acqua già un decennio fa.
Tra i progetti realizzati nei Paesi Bassi il più suggestivo è quello del quartiere Schoonschip ad Amsterdam, sviluppato dallo studio i29 architects. Un villaggio totalmente costruito tra i canali, autosufficiente e composto da 46 unità abitative smontabili e reversibili che si inseriscono armonicamente nel tessuto della città.
Cuore del villaggio è il pontile che collega le abitazioni: se sulla superficie, infatti, ha un ruolo di connettore sociale tra gli abitanti, sotto invece funge da connettore funzionale e ospita i canali di energia, acqua, rifiuti e scarti.
Un sistema indipendente ed ecologico che contribuisce a creare un’edilizia responsabile, basata su un modello di costruzione alternativo dove l’acqua abbraccia, aiuta e protegge.