Istat: la crisi incentiva l’abusivismo edilizio

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Ogni cento costruzioni autorizzate in Italia nel 2014, 17,6 sono state realizzate abusivamente, più di 40 nel Mezzogiorno. I dati più che preoccupanti arrivano dal terzo Rapporto sul benessere equo e sostenibile (Bes) presentato dall’Istat.
Lo studio indaga i principali fenomeni sociali, economici e ambientali degli anni recenti, analizzando 130 indicatori che contribuiscono a determinare la qualità della vita dei cittadini, tra cui paesaggio e patrimonio culturale.

L’aumento di case abusive, da 15,2 a 17,6 ogni 100 autorizzate, secondo l’Istat si deve, più che a una recrudescenza del fenomeno, al diverso impatto della crisi economica sulla componente legale e su quella illegale della produzione edilizia: a partire dal 2008 entrambe sono state costantemente in calo, ma il flusso annuo della produzione legale si è ridotto di oltre il 60%, mentre quello della produzione illegale di meno del 30%.

Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente e Territorio della Camera, secondo quanto riportato da Edilportale ha definito i dati “estremamente preoccupanti”: “Oltre ad essere una piaga che fa scempio del nostro territorio, l’abusivismo significa anche minore sicurezza per i cittadini ed economia in nero”.
“Come se non bastasse l’abusivismo edilizio si incrocia con il ciclo del cemento illegale e con la malavita organizzata” – ha aggiunto Realacci. “Secondo il Rapporto Ecomafia 2015 di Legambiente, i reati legati al ciclo del cemento nel 2014 sono stati 5.750, con un incremento del 4,3% sull’anno precedente. Una piaga che si nutre di impunità e che continuerà ad essere forte finché ci sarà presunzione di impunità, contro cui è doveroso tenere alta la guardia. Le demolizioni sono la più efficace forma di prevenzione del fenomeno. Da tempo in parlamento giace una mia proposta di legge per facilitare l’abbattimento degli abusi edilizi evitando lungaggini e trucchi” – ha concluso Realacci.

Non c’è dubbio che tale fenomeno sia stato incentivato dalla crisi economica da cui si sta faticosamente cercando di uscire – è, invece, il commento pubblicato da Casaeclima dell’ing. Sandro Simoncini, docente a contratto di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l’università Sapienza di Roma, esperto in materia di regolarizzazione e condono edilizio – non solo c’è chi, da proprietario, decide di edificare al di fuori delle regole per risparmiare ed eludere le tasse, infischiandosene del danno arrecato al Comune di appartenenza e ai concittadini; c’è pure il fenomeno, socialmente ed economicamente ancora più pericoloso, di aziende che per ovviare al drastico ridimensionamento del comparto edilizio sconfinano nell’illecito e nella concorrenza sleale”.
Infine, l’analisi di Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori e Conservatori, pubblicata da Agenparl :Il primo scandalo è quello dei cosiddetti membri della ‘società civile’ che praticano l’illegalità; il secondo scandalo è quello professato dai rappresentanti delle Pubbliche Amministrazioni e delle comunità, che non vedono e non vogliono vedere sorgere costruzioni e cantieri non autorizzati; il terzo è rappresentato dal fatto che, mentre gli abusivisti consumano suolo, energia e habitat, non si voglia comprendere che solo un serio progetto di rigenerazione delle città e di vera semplificazione burocratica, accompagnato da severi controlli e sanzioni, può debellare questo cancro che distrugge il Bel Paese”.

“Gli architetti italiani – ha aggiunto – chiedono al Presidente Renzi di mettere in atto – con urgenza e con la stessa capacità decisionale che in questi due anni ha contraddistinto l’attività del Governo -misure concrete per realizzare una seria politica di rigenerazione urbana sostenibile. La strada da percorrere è quella di riscrivere il Testo Unico dell’Edilizia, che ci tolga dal 112° posto delle classifiche mondiali sull’ottenimento dei permessi, in modo da debellare l’ottusa burocrazia e promuovere, invece, investimenti sulla qualità dei progetti; di dotare il Paese di una legge nazionale di governo del territorio capace di disegnare il futuro, mettendo in relazione i rischi sismici e idrogeologici, la carta dell’abusivismo, il sistema infrastrutturale e quello ecologico”.

L’abusivismo – ha concluso Freyrie – si batte rendendo possibile ai cittadini onesti di avere case migliori in città più belle, senza dover aspettare anni per ottenere un permesso; si batte anche punendo i disonesti, abbattendogli abusi, allontanando dalla PA i controllori che non controllano”.

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