Una nuova porta per il mare di Messina, il progetto della Stazione Marittima

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Nel settembre del 2018 il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti annunciava l’istituzione di una nuova Autorità Portuale – la 16a del nostro Paese – “centrata” su uno dei nodi più importanti del Mediterraneo.

L’Autorità di Sistema dello Stretto, mette insieme i porti di Messina, Milazzo, Reggio Calabria e Villa San Giovanni e riconosce l’unicità territoriale e la storica continuità funzionale tra Scilla e Cariddi, trovando nel capoluogo siciliano uno degli scali più dinamici anche sotto il profilo del traffico crocieristico, con circa 453.000 passeggeri in transito previsti per il 2019.

È in questa cornice operativa che Messina sta incrementando progressivamente l’attenzione al suo mare, con interventi che vanno oltre la semplice gestione portuale puntando a recuperare, razionalizzare e incrementare il patrimonio necessario per offrire servizi a terra, in un dialogo aperto con la città.

Ne sono un chiaro esempio l’avviato cantiere di restauro del portale e dei padiglioni storici della Cittadella Fieristica e – soprattutto – la nuova Stazione Marittima, il cui progetto esecutivo è stato approvato lo scorso 12 febbraio. Il futuro terminal crociere nasce da una gara di progettazione completata nel settembre del 2015 e aggiudicata al gruppo guidato da Ottavio Di Blasi & Partners, insieme a Milan Ingegneria e al geologo Graziano Masi.

Il nuovo spazio, immaginato come un’opportunità per ricostruire identità cittadina e sviluppo turistico, si poggia con leggerezza sulla banchina portuale, occupando una superficie di circa 1.800 mq, caratterizzata da una copertura iconica, nelle forme ad onda che richiamano un sottile foglio increspato.

Appare subito evidente, dai render di progetto, che l’intento dell’arch. Di Blasi – milanese, classe 1954, per 10 anni collaboratore di Renzo Piano, col quale continua a collaborare nel progetto G124 – è quello di riallacciare il perduto rapporto tra il fronte mare e la città.

Schizzo di progetto con la nuova centralità disegnata dalla Stazione Marittima rispetto al tessuto urbano, frutto della ricostruzione post terremoto

La Stazione Marittima vuole costituire una nuova centralità ove predomina la linearità della lunga stecca edilizia affacciata sul grande porto. Il confronto, infatti, non avviene con il blocco di 11 isolati della Palazzata novecentesca di Samonà, piuttosto con il tessuto urbano che si dipana più a monte, di cui il terminal può diventare porta di accesso diretto dal mare.

La ricerca della leggerezza, ardua da perseguire quando si costruisce, suggerisce tutti i caratteri di questa architettura. La struttura poggia su nuvole di pilastri a cavalletto, la cui posa non prevede scavi ma il semplice inghisaggio chimico al suolo della banchina; la copertura poggia su travi in legno lamellare e riproduce anche all’interno l’effetto ondoso esterno. Questo permette di incanalare il vento – elemento connaturato, insieme all’acqua, dello Stretto – relegando al ruolo di “integrazione” il condizionamento meccanico.

Interno del terminal crociere, lato porto; sulla sinistra la spina dei servizi

Quest’ultimo spazio potrà ospitare un’area polifunzionale capace mostrare le eccellenze di Messina e della Sicilia, di accogliere mostre, eventi, convegni (capienza fino a 250 persone) e un ristorante affacciato sul porto. Tra i due spazi si trova una “spina” che accoglie tutti i servizi senza mai raggiungere la copertura, garantendo così la continuità di un volume flessuoso e trasparente.

La natura “a secco” delle opere, costo totale dei lavori pari a circa 5,3 milioni di euro, permette di prevedere tempi rapidi per l’esecuzione; l’ambizione è quella di aprire la nuova Stazione Marittima entro la primavera del 2020.

 

Tutte le immagini sono © Ottavio Di Blasi & Partners

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